mercoledì 29 giugno 2011

Le nuove frontiere dell'investitore

Carissimi,
volevo condividere con Voi alcune riflessioni sulle "nuove" frontiere dell'investitore. Come avere degli alti rendimenti in un momento di tassi ai minimi?

Oggi volevo parlarvi di DIVIDENDI.
L'investimento azionario per sua natura è sempre stato un investimento a lungo periodo. Un investimento così detto da "CASSETTISTA". Nel senso che l'investitore compra le azioni, le mette in un cassetto, se le dimentica, e intanto ogni anno si porta a casa i dividendi.

Negli ultimi 20 anni, purtroppo, l'investimento azionario è diventato molto di moda diventando un fenomeno di massa. Nel decennio 90-2000 si pensava di poter guadagnare all'infinito comprando e rivendendo una qualsiasi azione. Però questo fenomeno si chiama speculazione.

Nel decennio successivo 2000-10 invece l'investimento azionario ha visto la comparsa di numerose bolle (bolla internet, attacco alle torri gemelle, bolla dei mutui subprime...) portando il valore delle azioni ai minimi passando da una percezione eccessivamente positiva ad una eccessivamente negativa.

Invece proprio il basso valore delle azioni rende molto interessante questa asset class nell'ottica corretta del cassettista. Vediamo il perchè.

Se una azione vale 100 e ogni anno stacca dividendi per un ammontare di 4, possiamo dire che il mio investimento ha un rendimento del 4%. Poi il valore delle azioni sale e quella azione vale 200. Se quella azienda continua a dare un dividendo di 4 e io ho comprato quella azione a 200 avrò un rendimento del 2%. ma se ci troviamo in un periodo in cui il valore delle azioni scende e quella azienda che continua a fare un utile di 4 vale 50 e io compro le azioni a 50 avrò un rendimento dell'8%.

Quindi in un ottica di INVESTITORE e non di speculatore, comprare le azioni quando sono sottovalutate ci da la possibilità di avere un alto ritorno in termini di rendimento.

Ma quali azioni sono quelle sottovalutate? Quali scegliere?
Se volete approfondire l'argomento sono a vostra disposizione.

Banche Ue: 15 bocciate a stress test, ma salve le italiane

da WSI

New York - Fino a una banca europea su sei non superera' il nuovo round di stress test. Lo rivela Reuters, secondo cui a essere coivolti saranno Grecia, Germania, Portogallo e Spagna. Italia dunque salva. Il risultato costringera' gli stati piu' riluttanti ad aiutare gli istituti a fare qualcosa in questo senso. Oggi anche il canale televisivo Class Cnbc afferma che le banche italiane dovrebbero superare gli stress test. 

Secondo le fonti citate da 10 a 15 banche delle 91 sottoposte ai test verranno bocciate, in un esame studiato appositamente dalle autorita' della Banca Centrale Europea per convincere gli investitori che l'Unione Europea e' nuovamente a posto, pulita, per quanto riguarda i problemi del sistema bancario. Ma un risultato di questo tipo difficilmente aumentera' la fiducia del mercato.

Il risultato ufficiale verra' annunciato tra qualche settimana dall'autorita' bancaria europea e offrira' per la prima volta dall'ultimo round di un anno fa, un quadro completo sullo stato di salute delle banche della regione. Allora agli istituti irlandesi venne data luce verde, proprio pochi mesi prima che una serie di difficolta' spinsero il paese a chiedere un piano di aiuti internazionale.

I nuovi test sono pensati per calcolare quanto alto e' il capitale core delle banche, per sapere se e' sufficiente ad assorbire eventuali perdite dalle attivita' di prestito che potrebbero risultare insolventi in caso di fase economica negativa o calo dei prezzi immobiliari.

venerdì 24 giugno 2011

Rendite finanziarie: governo studia tassazione unica al 20%



Fisco, Tremonti punta all'aumento dell'aliquota sulle rendite finanziarie.

Il Tesoro studia una tassazione unica intorno al 18-20 per cento. Esclusi i titoli di Stato. Intanto il governo si divide sul rincaro dell'Iva

di ROBERTO PETRINI


ROMA - Debutta nel menù del governo la "mina" dell'aumento della tassazione delle rendite finanziarie. Secondo indiscrezioni circolate ieri, sul tavolo del ministero del Tesoro ci sarebbe una prima ipotesi di lavoro sul tema delle imposte sui prodotti finanziari che oggi sottostanno ad un regime che va dal 12,5 per cento (Bot, Cct, obbligazioni sopra i 18 mesi) al 27 per cento (depositi e conti correnti, certificati di deposito, obbligazioni sotto i 18 mesi). 

Il ministro dell'Economia Tremonti non aveva escluso l'ipotesi (disse il 12 giugno scorso a Lavico Terme che non era disposto a tassare il risparmio delle famiglie ma che si poteva fare un "ragionamento"). La Lega sembra favorevole, mentre in passato An sponsorizzò una misura volta a portare la nostra tassazione a livello europeo. L'ipotesi di lavoro prevederebbe una aliquota unica, ma escluderebbe i titoli di Stato. 

Secondo quanto si apprende, potrebbe entrare tra le misure la determinazione di una aliquota tra il 18 e il 20 per cento: potrebbe fruttare 1,5 miliardi l'anno. Nell'attività di monitoraggio dei tecnici potrebbe confluire anche la revisione della tassazione dei capital gain (azioni, future, swaps): oggi hanno una imposta sostitutiva al 12,5 per cento con la sola eccezione della cessione delle partecipazioni qualificate che entrano nell'Irpef per il 40 per cento.

Mentre si ragiona di rendite finanziarie l'esecutivo si divide sul rincaro dell'Iva. E' stato il fedelissimo di Berlusconi, Paolo Romani, a rassicurare la platea 
della Confcommercio. "Non è assolutamente intenzione del governo - ha detto il ministro per lo Sviluppo economico - costruire la riforma fiscale su un incremento dell'Iva. Sarebbe uno strumento che frena la crescita mentre serve un forte stimolo alla domanda interna". "Sull'Iva state tranquilli", ha aggiunto Romani. 

Una affermazione in contrasto con quanto annunciato da Tremonti 1 dieci giorni fa a Santa Margherita Ligure di fronte ai giovani di Confindustria: "L'innalzamento delle aliquote Iva - aveva detto il ministro dell'Economia - è una questione che dobbiamo studiare".

Si allarga così, dal Pd alla Cgil alle associazioni dei commercianti il fronte del "no" al rincaro dell'Iva, mentre il leader della Cisl Bonanni ribadisce e precisa: "Fingono di non capire. Siamo d'accordo se l'Iva viene aumentata sui beni di lusso". Ma la Confcommercio risponde con le cifre e valuta che un eventuale aumento dell'Iva possa generare una contrazione del Pil dello 0,6 e dei consumi dell'1 per cento. E insiste sul malessere fiscale: "Bisogna ascoltare e capire chi non paga le tasse perché non ce la fa", ha detto il presidente Carlo Sangalli.

In movimento il fronte delle pensioni. La mossa allo studio del governo di anticipare al 2013 2 il percorso di innalzamento dell'età pensionabile di anzianità e vecchiaia divide le parti sociali. "Siamo alle solite si tenta di fare cassa con il Welfare", ha detto la leader della Cgil Camusso. Mentre per la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, "la stretta sull'età dà credibilità alla manovra".

giovedì 23 giugno 2011

Spread Btp/Bund oltre 200 punti base, massimo storico

http://www.wallstreetitalia.com
Milano - Titoli di stato italiani sotto attacco, con gli investitori che tornano a prendere di mira i bond dei paesi periferici, nello stesso giorno in cui i leader dell'Unione europea si riuniranno a Bruxelles, per discutere il da farsi verso la Grecia.

Il differenziale tra i Btp e i Bund accelera al rialzo, superando i 200 punti base, quasi a 201 punti, ovvero al massimo storico. Gli analisti fanno notare che il problema Grecia è lungi dall'essere risolto, e che non può essere ancora escluso l'effetto contagio verso altri paesi, soprattutto periferici. (tra cui, appunto, l'Italia).

C'è da aggiungere poi l'avversione al rischio della seduta odierna, provocata dalle parole della Federal Reserve e in particolare dall'outlook rivisto al ribasso dell'economia americana. Gli investitori tornano a guardare al Bund, che ribadisce il proprio stato di "safe-heaven", a dispetto di altri titoli di stato.

Il Bund è dunque il grande favorito della giornata di oggi, con i rendimenti decennali che rimangono sotto il 3% per il settimo giorno consecutivo, al 2,95% circa. Lo Yield è arrivato a calare al 2,91% lo scorso 16 giugno, testando il minimo dall'11 gennaio. 

Da segnalare tuttavia che, secondo i dati compilati da Bloomberg e la European Federation of Financial Analysts Societies, mentre i titoli governativi tedeschi hanno garantito un ritorno dello 0,4% dagli inizi dell'anno, i Treasury hanno garantito molto di più, ovvero il 3,3%.

martedì 21 giugno 2011

21 Giugno: NO CASH DAY

È arrivato il momento di smettere di usare il denaro contante e di iniziare "seriamente" a utilizzare le carte di credito. È questo il messaggio del «No Cash Day», la giornata italiana contro il denaro contante che cade oggi, martedì 21 giugno.
Il promotore è Geronimo Emili, un consulente di comunicazione milanese impegnato a informare gli italiani sui lati negativi del pagamento con denaro contante. Nella sua iniziativa, Emili è appoggiato da diversi sponsor e partner, tra i quali MasterCard e War on Cash. Il «No Cash Day», inoltre, ha il patrocinio della presidenza del Consiglio dei Ministri e del ministero dello Sviluppo Economico.
Ma perchè smettere di pagare con i contanti? Secondo Emili i motivi sono tanti. Innanzitutto, il denaro è costoso: «La gestione del contante in Europa vale 50 miliardi di euro all'anno, di cui 10 spesi dall'Italia - si legge sul sito internet dell'iniziativa -. Questo significa che per pagare il personale, le apparecchiature, il trasporto, i magazzini, ecc, spendiamo circa 200 euro a testa ogni anno».
Altra motivazione importante secondo Emili è che «il denaro contante incrementa il fenomeno dei pagamenti in nero». Se tutti pagassero con le carte di credito diminuirebbe moltissimo l'evasione fiscale. Senza contare chele banconote sono falsificabili (nel 2010 in Italia si sono contati oltre 72 mila pezzi falsi).
«I contanti inquinano - continuano i promotori della giornata -. Difficile ma immaginabile, ad esempio, è quantificare il peso, il valore e l'impiego di risorse finalizzate all'estrazione e alla lavorazione dei metalli utilizzati per il conio delle monete. Inoltre, le banconote e le monete sono sporche e veicolano batteri anche potenzialmente pericolosi».
Il contante, infine, si può perdere facilmente: finisce nei sedili dell'auto, in fondo alle borse oppure rimane dimenticato nella tasca dei jeans. A volte finisce addirittura in lavatrice e poi si è costretti ad asciugare pazientemente le banconote con il phon.
Certo, forse anche usare la carta di credito ha i suoi svantaggi: il peggiore è certamente quello di spendere più facilmente. Senza vedere i contanti che spariscono dal portafoglio, infatti, si ha spesso la sensazione di non stare "spendendo davvero".

giovedì 16 giugno 2011

EUROZONA: INFLAZIONE FRENA A 2,7% A MAGGIO, IN ITALIA A 3%

(AGI) Bruxelles - L'inflazione nell'area euro frena al 2,7% annuo a maggio, dopo aver toccato un massimo da 30 mesi del 2,8% ad aprile. Lo rilevano i dati di Eurostat. Su base mensile l'inflazione resta invariata. Nell'Unione europea a 27 paesi l'inflazione scende al 3,2% annuo, dal 3,3% di aprile, mentre su base mensile sale dello 0,1%. In Italia i prezzi al consumo su base armonizzata salgono al 3% dal 2,9% di aprile. 


Vi giro una domanda. Se la media dei rendimenti dei depositi in Italia (Conto Corrente, Conto Deposito  e attività a Breve) è mediamente lo 0,4% e l'inflazione al 3%, il nostro potere d'acquisto di quanto diminuisce ogni anno? E sopratutto cosa possiamo fare per ovviare a questo problema?

mercoledì 15 giugno 2011

BOT: NEL CUORE DEI RISPARMIATORI MA DIVORATI DA INFLAZIONE

http://www.wallstreetitalia.com/article.aspx?IdPage=1138731

(ASCA) - Roma, 26 mag - I Bot nel cuore dei risparmiatori. Se serviva una conferma, e' arrivata oggi con l'asta dei titoli semestrali. Il Tesoro ne ha collocati per 8 miliardi di euro contro richieste per 13,6 miliardi, dunque una domanda pari a 1,7 volte l'offerta, rendimento annuo lordo stabile a 1,65%. Il monito di Standard & Poor's, che sabato aveva ridotto da stabili a negative le prospettive sulle future capacita' della repubblica Italina di ripagare il debito pubblico, e' scivolato come l'acqua sui vetri. Non ha lasciato traccia nella memoria degli investitori. La Bot-mania e' alimentata anche dalle banche che preferiscono impiegare parte della loro liquidita' in investimenti sicuri piuttosto che in rischiosi prestiti. I risparmiatori si comportano allo stesso modo. Piuttosto che avventurarsi su mercati finanziari sempre piu' volatili preferiscono ''il porto sicuro'' dei Bot, ma non e' detto che sia anche remunerativo. I Bot, tipici strumenti di investimento a breve termine, hanno rappresentato per anni un modo per proteggere il capitale dall'inflazione, in quanto i loro rendimenti riflettevano i tassi di interesse del mercato monetario generalmente superiori al tasso di inflazione. La musica e' cambiata con la Grande crisi del biennio 2008-2009, quando le banche centrali, per evitare il collasso dell'economia, hanno aperto il portafoglio abbassando drasticamente il costo del denaro. Ora che la ripresa economica si consolida, la situazione non e' cambiata di molto. Nell'Eurozona, la Bce ha alzato il costo del denaro dall'1% all'1,25% ma l'inflazione viaggia al 2,8%. Insomma i tassi di interesse reali, cioe' al netto dell'inflazione, sono negativi. Stesso film per chi investe in Bot. I risparmiatori sono interessati al rendimento netto, che e' quello che si mettono in tasca una volta pagata la ritenuta fiscale (12,50%) e la commissione della banca (massimo 0,20 centesimi sul prezzo di aggiudicazione dei Bot). I Bot semestrali sono stati assegnati al prezzo medio di 99,47 euro e verranno rimborsati a 100. La differenza tra prezzo di acquisto e di rimborso si traduce in un rendimento annuo netto dell'1,048%, dunque di gran lunga inferiore al tasso di inflazione annua in Italia. Ad aprile, ultimo dato disponibile, si viaggiava al 2,6%. Cosi' il rendimento reale annuo del capitale investimento, cioe' al netto del tasso di inflazione, diventa negativo e pari a -1,552%. Nei fatti il capitale investito perde potere d'acquisto. Insomma, con rendimenti dei Bot inferiori all'inflazione, l'affare e' tutto dello Stato, che rimborsera' ai creditori un capitale eroso dall'inflazione. Ai risparmiatori, in tempi incerti e perigliosi, resta il comfort della sicurezza.

mercoledì 1 giugno 2011

Alla ricerca di Rendimenti

Carissimi,

in un periodo in cui i rendimenti dei conti correnti è ai minimi storici (media italia intorno allo 0,035%), e i tanto amati BOT viaggiano intorno al punto percentuale, il dilemma dell'investitore italiano è quello di trovare il modo di avere dei rendimenti che riescano perlomeno a coprire l'inflazione.
Quindi Cedole o Dividendi? Conto Deposito o PCT?

Vi allego la prima pagina di "MILANO FINANZA" di questa settimana in cui si denota che ci sono società che ogni anno staccano dividendi dal 5% all'8%.

E se ci fosse un modo per investire in queste società (alti dividendi), in obbligazioni ad alte cedole e in immobili ad alto affitto?
 
Dal sito di BLUERATING c'è un articolo che riguarda proprio questo dilemma e che vi allego qui di seguito:
.....
"COUPON STRATEGY COLLECTION"


Un reddito basso, periodico come quello delle obbligazioni, o un investimento che cresce nel tempo, come quello delle azioni?

È il classico dilemma cui si trova di fronte il risparmiatore medio cioè la maggioranza dei risparmiatori, che vuole investire quanto è riuscito ad accantonare. 
Purtroppo, troppo spesso, il risparmiatore, nell'incertezza, non trova risposta al dilemma. Rinvia la decisione di giorno in giorno. Lascia la somma sul conto corrente. Finisce per spenderla a poco a poco o in un colpo solo per un acquisto non indispensabile e che comunque non avrebbe fatto (continuando a vivere benissimo) se quei soldi li avesse tempestivamente investiti.
È la storia di tanti, se non di tutti. Ed è un peccato. Perché si rinuncia a far fruttare un capitale per indecisione, per incompetenza, per solitudine.
Da oggi è anche un peccato doppio. Perché Banca Mediolanum ha studiato un prodotto finanziario che risolve il dilemma del nostro risparmiatore. Nel senso che non gli suggerisce quale dei due tipi di reddito deve scegliere, ma gli propone di sceglierli entrambi. Con Coupon Strategy Collection.
Coupon Strategy Collection è  la formula di investimento che consente di unire i vantaggi del mondo obbligazionario con quelli dell'azionario, unendo un reddito ricorrente con i benefici della crescita del mercato borsistico.
Con questo prodotto infatti si investe in modo flessibile in azioni, obbligazioni e nel mercato immobiliare. La dinamicità della sua gestione consente di cogliere le migliori opportunità date dal mercato azionario (con particolare riferimento alle azioni che distribuiscono dividendi) dal mercato obbligazionario (attraverso fondi che distribuiscono cedole interessanti) e infine di godere della stabilità dei proventi del mercato degli immobili. In questo modo si ottiene un reddito semestrale consentendo contemporaneamente al capitale di crescere.
Tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione con i Best Brands, il gruppo di case d'investimento fra le più importanti e solide del mondo, con le quali da anni Banca Mediolanum opera nella creazione di soluzioni d'investimento sempre più adatte alla clientela.  "