giovedì 27 ottobre 2011

Borsa Milano, potente rally: +5,0%. Volano le banche

da: wallstreetitalia.com

Milano - Dopo i continui stop and go successivi ai dubbi sulla risoluzione della crisi greca, le borse europee possono festeggiare nel post summit Ue. 

Consistenti i rialzi di tutte le piazze finanziarie del continente. Alle 14 circa Ftse Mib avanza del 4,51%, Londra guadagna il 2,5%, Parigi il 4,8%, Francoforte il 4,38%, Madrid +4,5%. Il raggiungimento dell'intesa dopo una maratona di ore di trattative e discussioni fa bene anche all'euro, salito sopra $1,40 sul biglietto verde. 

A livello settoriale i bancari sono i piu' gettonati. Deutsche Bank fa +15%, Societe Generale oltre +15%, Credit Agricole: +22,5%, BNP Paribas: +19%, Intesa +7,8%, Unicredit +7,83%, Monte dei Paschi +4,73%. 

In Italia si smorza la tensione sul mercato dei titoli di stato, come dimostra lo spread Italia-Germania, che scende a 358 punti base; in calo anche i rendimenti dei BTP a dieci anni, al 5,766%. 

A tal proposito a Bruxelles si è parlato anche del caso Italia. I leader Ue hanno dichiarato di "apprezzare il piano di crescita avanzato dall’Italia, attraverso riforme strutturali e di consolidamento delle finanze". Ma la lettera di intenti non e' sufficiente ad accontentare gli analisti e le autorita' europee. Per questo, l'esecutivo ha due mesi di tempo per rendere operative le promesse contenute nella lettera.

Un paio di misure in particolare lascia aperti punti interrogativi. L'innalzamento dell’eta’ pensionabile a 67 anni entro il 2026 era una misura gia’ presente nella manovra antecedente, la finanziaria bis. L’abolizione delle province e’ invece gia’ stata bocciata a luglio con un voto decisivo del Pdl e la famosa e criticata scelta di astenersi del PD. Berlusconi, in pratica, cerca di vendere un provvedimento sul quale il suo stesso partito e maggioranza erano contrari pochi mesi fa. 

Sui licenziamenti e la flessibilita' del lavoro, invece, il ragionamento e' il seguente: facilitare la recissione dei contratti a tempo indeterminato "per motivi economici", salvaguardando invece la tutela assoluta contro quelli discriminatori, con l'obiettivo di aumentare le assunzioni. In tempi di crisi, tuttavia, e’ un ingranaggio che rischia di incepparsi o forse non partire proprio. Le aziende che negli ultimi tempi hanno apportato tagli al personale, lo hanno fatto per ridurre i costi, non per ringiovanire l’organico.

Come se non bastasse, nonostante l'accordo tra Lega e Pdl sulle pensioni, sussistono divisioni all'interno della maggioranza. Il ministro dell'Economia non ha nemmeno letto la versione finale della lettera, bensi’ solo la bozza scritta la sera prima.

Intanto oggi il Tesoro ha collocato €750 milioni di euro di BTPei,, ovvero di bond indicizzati all'inflazione, con scadenza a settembre del 2021. L'emissione ha messo in evidenza un rialzo dei rendimenti rispetto all'asta precedente, a fronte di una domanda che si è mostrata comunque molto solida. 

Tornando al clima di euforia presente in Europa, questo si spiega per l'appunto con le decisioni prese durante l'incontro dei capi di governo che si sono riuniti a Bruxelles: i leader hanno deciso, tra le altre cose: la svalutazione, pari al 50%, dei titoli di debito greci detenuti dalle banche, che permetteranno alla Grecia di ridurre il rapporto debito/Pil dal 160% attuale al 120% nel 2020; l'erogazione di nuovi aiuti al paese ellenico entro il 2012; l'ampliamento del Fondo salva-stati fino a €1 trilione; e la ricapitalizzazione delle banche. Forti buy anche sulle altre borse: Londra +2,18%, Francoforte +3,82%, Parigi +4,15% e Madrid +3,06%. 

Sul Ftse Mib brillano banche e finanziari: Unicredit +7%, Intesa SanPaolo +6,9%, Mediolanum +7,64%, Azimut Holding +5,77%, MPS +4,22%, Banco Popolare +4,28%. Molto bene anche le quotazioni del colosso assicurativo Generali +5,80%. In rialzo i titoli del Lingotto: Fiat +3,69%, Fiat Industrial +4,74%, Exor +5,06%; e Eni sale del 2,6% dopo la pubblicazione dei suoi risultati di bilancio

Sul fronte valutario, l'euro accoglie con entusiasmo la notizia sull'accordo raggiunto in Europa e supera quota $1,40, puntando su nuove resistenze. Al momento il rapporto di cambio è in crescita dello 0,81%, a $1,4006. La moneta unica rimane piatta nei confronti del franco svizzero a CHF 1,2258, mentre avanza contro lo yen dello 0,20%, a JPY 106,14.

Riguardo alle commodities, anche i futures sul petrolio reagiscono positivamente alle notizie europee e alla pubblicazione del Pil americano volando più del 3%, a $92,95 al barile, mentre le quotazioni dell'oro sono in calo dello 0,29%, a $1.718,50. 

Summit Ue: €1 trilione per salvare l'euro. Italia rimandata a dicembre

DA: wallstreetitalia.com
Roma - I leader europei raggiungono un accordo con banche private e assicuratori (TESTO SOTTO). Le perdite sui bond greci detenuti saranno dunque del 50%. Lo scopo è quello di aiutare il paese ad alleggerire la pressione del debito e cercare dunque di contenere la crisi che ormai da due anni colpisce la regione.

LA LETTERA COMPLETA SUGLI ESITI DEL SUMMIT

Accordo raggiunto dopo più di 8 ore di trattative intense, alla quale hanno partecipato banchieri, capi di stato, governatori di banche centrali e il Fondo monetario internazionale. Accettando delle perdite del 50% il debito della Grecia si ridurrà di €100 miliardi, portando dunque il rapporto debito/Pil dal 160% attuale al 120% nel 2020.

La Grecia dovrebbe ora avere a disposizione un nuovopacchetto di aiuti entro il 2012. Il valore dovrebbe raggiungere €130 miliardi, secondo quanto dichiarato da una fonte europea, oltre i €109 miliardi precedentemente concordati a luglio.

"Se riusciremo ad implementare velocemente le riforme, (il ritorno al mercato) non sarà nel 2021, ma molto prima", ha detto il Primo ministro della Grecia George Papandreou. In un report sulla sostenibilità del debito ellenico negli inizi di ottobre, il Fondo monetario internazionale aveva dichiarato che il paese non sarebbe stato capace di vendere bond ad investitori privati per almeno 10 anni.

Oltre agli accordi sulla partecipazione del settore privato alla Grecia, è stata raggiunta l’intesa anche sul fondo "salva-stati", l’European Financial Stability Facility (EFSF). Dei €290 miliardi a disposizione (togliendo ai €440 miliardi i fondi già utilizzati per aiutare Irlanda, Portogallo e Grecia), circa €250-€270 miliardi subiranno un leverage di 4-5 volte, portando dunque la potenza di fuoco a €1 trilione.

I leader Ue credono che tale somma sarà sufficiente per contrastare i timori anche su Spagna e Italia, rispettivamente la quarta e la terza più grande economia della regione.

Riguardo l'Italia, dal summit Ue dicono di "apprezzare il piano di crescita avanzato dall’Italia, attraverso riforme strutturale e di consolidamento delle finanze".

Apprezzati anche gli sforzi sulla riduzione del debito: "lodiamo l’impegno di raggiungere la parità di bilancio entro il 2013 e un surplus nel 2014, portando dunque il rapporto debito/Pil al 113% nel 2014, così come l’introduzione di una regola nella costituzione entro metà 2012".

"Notiamo degli sforzi da parte dell’Italia per riformare la legge sul lavoro e in particolar modo sulle regole e procedure di licenziamento, e di rivedere il sistema di benefit ai disoccupati, attualmente fragmentato, entro la fine del 2011, tenendo conto dei limiti di bilancio".

"Prendiamo nota del piano per aumentare l’età pensionabile a 67 anni entro il 2026 e consigliamo di definire entro fine anno il processo per raggiungere quest’obiettivo".

A seguito della notizia positiva sui negoziati, l’euro è tornato ad apprezzarsi contro il dollaro americano, al momento registrando un balzo dello 0,61% a $1,3967. Moneta unica su anche contro gli altri principali rapporti di cambio, tra i quali yen giapponese, franco svizzero e sterlina inglese.

I RISULTATI DEL SUMMIT

Main results of Euro Summit

The euro is at the core of our European project of peace, stability and prosperity.

We agreed today on a comprehensive set of measures to restore confidence and address the current tensions in financial markets. These measures reflect our unwavering determination to overcome together the current difficulties and to take all the necessary steps toward a deeper economic union commensurate with our monetary union.

Today we agreed on the following:

1. An agreement that should secure the decline of the Greek debt to GDP ratio with an objective of reaching 120% by 2020. Euro area Member States will contribute to the PSI package up to 30 bn euro. The nominal discount will be 50% on notional Greek debt held by private investors. A new EU-IMF multiannual programme financing up to 100 bn euro will be put in place by the end of the year. It will be accompanied by a strengthening of the mechanisms for the monitoring of implementation of the reforms.

2. The significant optimisation of the resources of the EFSF, without extending the guarantees underpinning the facility. The options agreed will allow the EFSF resources to be leveraged.

The leverage effect of both options will vary, depending on their specific features and market conditions, but could be up to 4 or 5, which is expected to yield around 1 trillion euro (around 1.4 trillion dollars). We call on the Eurogroup to finalize the terms and conditions for the implementation of these modalities in November. In addition, further cooperation with the IMF will be sought to further enhance the EFSF resources.

3. A comprehensive set of measures to raise confidence in the banking sector by (i) facilitating access to term-funding through a coordinated approach at EU level and (ii) the increase in the capital position of banks to 9% of Core Tier 1 by the end of June 2012. National supervisors must ensure that banks' recapitalisation plans do not lead to excess deleveraging.

4. An unequivocal commitment to ensure fiscal discipline and accelerate structural reforms for growth and employment. Particular efforts are being deployed by Spain. New strong commitments on structural reforms have been made by Italy. Portugal and Ireland will continue their reform programmes with the support of our crisis mechanisms.

5. A significant strengthening of economic and fiscal coordination and surveillance. A set of very specific measures, going beyond and above the recently adopted package on economic governance, will be put in place.

6. Ten measures to improve the governance of the Euro area.

7. A mandate to the President of the European Council, in close collaboration with the President of the Commission and the President of the Eurogroup, to identify possible steps to strengthen the economic union, including exploring the possibility of limited Treaty changes. An interim report will be presented in December 2011. A report on how to implement the agreed measures will be finalised by March 2012.

lunedì 24 ottobre 2011

Merkel e Sarkozy ridono di Berlusconi ma avvertono: «Italia attenta a non finire come la Grecia»

da: wallstreetitalia.com

Dopo i messaggi a mezzo stampa sono arrivate le richieste faccia a faccia. Al summit europeo convocato per proteggere la zona euro da una ulteriore drammatizzazione della crisi dei debiti sovrani, l'Italia è infatti stata sollecitata da Francia e Germania a introdurre le riforme economiche necessarie per evitare uno scenario simile a quello della Grecia, sull'orlo di un default. «Io e la cancelliera Merkel abbiamo incontrato Berlusconi e Papandreou per ricordargli le responsabilità che hanno e le decisioni che devono prendere» ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy nella conferenza stampa. «Abbiamo avuto un conversazione con il capo del governo di questo grande Paese, l'Italia, (ovvero) con il nostro interlocutore, e ovviamente noi abbiamo fiducia in lui»: detto la Merkel riferendosi a Berlusconi e rispondendo alla domanda di una cronista che le chiedeva se si fida del presidente del Consiglio. 
ULTIMATUM - Dare rassicurazioni ai mercati e agli stati membri «entro mercoledi»: questo il lavoro che «faremo insieme all'Italia» ha detto il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy nella conferenza stampa conclusiva del vertice Ue. «All'Italia chiediamo uno sforzo che sembra pronta a compiere», ha detto. «All'Italia abbiamo ricordato che è importante fare tutto il necessario per mostrare senso di responsabilità, prendendo provvedimenti sia sul fronte del debito che su quello della crescita», ha detto. «'Abbiamo chiesto all'Italia rassicurazioni» sul fatto che «le coraggiose misure intraprese vengano attuate tempestivamente», ha aggiunto il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. 

OBIETTIVO - L'obiettivo minimo dei leader Ue è di raggiungere entro mercoledì un accordo sulla Grecia che renda sostenibile per Atene l'onere sul debito. Sul tavolo anche il rafforzamento patrimoniale delle banche europee, il miglioramento della governance dell'area euro (che non si dovrebbe limitare alla nascita di Mister euro) e il rafforzamento del patrimonio a disposizione del fondo di salvataggio EFSF per evitare che il contagio si estenda agli Stati più grandi. 

ITALIA - Ma prima di tutto per il direttorio europeo franco-tedesco è necessario che ognuno faccia la sua parte. Quindi, prima dell'inizio dei lavori dei 27 leader, il Cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno incontrato il premier Silvio Berlusconi. Fonti diplomatiche riferiscono che Berlino e Parigi hanno voluto esercitare la massima pressione su Roma perchè metta a punto le riforme del mercato del lavoro e delle pensioni da tempo indicate come la strada maestra per aumentare il potenziale di crescita del Paese e rassicurare gli investitori sulla capacità dell'Italia di rimborsare il proprio debito, in rapporto al Pil secondo solo alla Grecia. Una fonte del governo tedesco ha detto che Merkel e Sarkozy hanno sottolineato «l'impellente necessità di passi concreti e credibili negli Stati della zona euro», senza i quali qualunque misura intrapresa a livello collettivo sarebbe insufficiente. Sabato la Merkel aveva lanciato un avvertimento all'Italia dicendo che se il debito italiano resta al 120% del Prodotto interno lordo «non avrà più importanza l'altezza del muro protettivo che riusciremo a costruire: i mercati non ridaranno fiducia all'area dell'euro». 

PRESTITO - I ministri delle Finanze hanno concordato un prestito salvagente da 8 miliardi di euro in favore della Grecia e si sono impegnati a ottenere dai detentori privati di bond greci la disponibilità a sostenere perdite superiori a quelle prospettate finora. La questione chiave è come rendere sostenibile per la Grecia il costo del suo debito e come rafforzare il fondo di salvataggio della zona euro per proteggere Italia e Spagna, rispettivamente la terza e quarta economia dell'area, dalle turbolenze dei mercati che hanno costretto Grecia, Irlanda e Portogallo a ricorrere ai piani di salvataggio targati Ue e Fondo monetario internazionale. 

DEBITO GRECO - I mercati temono che il debito greco, che quest'anno dovrebbe raggiungere il 160% del Pil, debba essere ristrutturato, ma gli investitori non sanno ancora l'entità delle perdite che dovrebbero sostenere. Uno studio sulla sostenibilità del debito messo a punto dalle banche internazionali mostra che il debito della Grecia sarebbe gestibile nel lungo periodo solo se gli investitori privati si assumessero perdite comprese tra il 50 e il 60%. Si tratta di percentuali ben superiori al 21% concordato con gli investitori il 21 luglio e ci si chiede se possano essere sostenute in modo volontario o solo attraverso un default che innescherebbe nuove e più ampie reazioni dei mercati. Funzionari della zona euro osservano che adesso la recessione in Grecia è peggiore di quanto atteso, che il Paese è in ritardo con le privatizazioni e gli obiettivi di finanza pubblica e che le condizioni dei mercati negli ultimi tre mesi si sono deteriorate. Per avere risorse in grado di sostenere anche l'Italia e la Spagna, in caso di necessità, la zona euro mira ad aumentare le munizioni a disposizione del fondo di salvataggio, l'European Financial Stability Facility da 440 miliardi di euro. Ma le opinioni pubbliche in molti paesi contestano i piani di austerity e ulteriori impegni finanziari in favore dell'Efsf potrebbero portare a un declassamento dei giudizi sulla solvibilità di alcuni paesi, peggiorando la crisi. 

FONDO SALVASTATI - L'argomento più controverso sul tavolo è, probabilmente, come aumentare il potenziale del fondo senza far ricorso a denaro cash. La Francia e molti altri paesi vedrebbero con favore la trasformazione del fondo in una banca in grado di accedere ai finanziamenti illimitati della Bce. Ma contro questa ipotesi si sono schierate la Germania e la stessa Bce. La soluzione più probabile verso la quale i paesi Ue sembrano indirizzarsi è che l'Efsf garantisca una percentuale del nuovo debito di Spagna e Italia in modo da migliorare il sentiment degli investitori verso i due paesi. Una misura di questo tipo potrebbe aiutare a creare un argine attorno a Grecia, Irlanda e Portogallo, ma secondo alcuni analisti potrebbe anche sortire effetti perversi come creare un mercato dei bond parallelo e allentare la pressione sull'Italia perchè metta in campo misure politicamente impopolari per tagliare il debito. Un'altra possibilità di cui si discute è creare un veicolo speciale che consenta ai paesi non euro e ai fondi sovrani di investire in titoli di stato europei. Non sono però pochi all'interno dell'Ue a non vedere di buon occhio l'ingresso della Cina nella stanza dei bottoni della zona euro. 

BANCHE - Se però le banche europee non verranno ricapitalizzate per far fronte a nuove potenziali perdite sui loro portafogli i titoli di stato dei Paesi della zona euro potrebbero avere difficoltà a finanziarsi e quindi ci sarebbe il rischio di un «credit crunch» finora evitato dall'aumento della liquidità deciso dalla Bce. Sabato, l'Autorità bancaria europea (Eba) ha detto ai ministri delle Finanze dell'Ue che se tutti gli asset bancari di questo tipo fossero valutati ai prezzi di mercato, gli istituti di credito europei avrebbero bisogno di 100-110 miliardi di nuovo capitale per raggiungere il 9% di Core Tier 1, ha riferito una fonte Ue vicina alla situazione. I ministri hanno deciso, inoltre, di concedere tempo alle banche fino al giugno 2012 per centrare i nuovi requisiti patrimoniali, prima utilizzando i fondi propri o quelli di investitori privati, e in caso questo non fosse possibile, usando denaro pubblico o, come ultima risorsa, l'Efsf. Italia, Spagna e Portogallo non sorridono all'idea che alle loro banche venga chiesto questo ulteriore impegno finanziario. I leader Ue discuteranno la questione domenica ma la fonte ha detto che difficilmente verrà indicata una cifra per l'ammontare del nuovo capitale richiesto.

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BRUXELLES - "Troppo sicuro di sé", aveva anticipato una fonte prima del Cosiglio europeo, parlando di Silvio Berlusconi. E i moniti sono arrivati alla fine da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, nella conferenza stampa congiunta. Parole pesanti che richiamano il premier ai suoi doveri. Un clima di attesa che domani subirà il giudizio dei mercati. 

"Abbiamo incontrato Papandreu e Berlusconi e abbiamo ricordato loro le responsabilità che hanno tutti i paesi in questo periodo di crisi", ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy nel corso della conferenza stampa congiunta con la cancelliera tedesca Angela Merkel, al termine della riunione del consiglio europeo. I giornalisti hanno chiesto ai due leader se avessero fiducia nel premier italiano. La Merkel, leggermente imbarazzata, ha risposto timidamente sì, ma subito dopo ha incrociato lo sguardo eloquente di Sarkozy ed entrambi sono scoppiati a ridere. E' stato il presidente francese a spiegare: "Abbiamo fiducia nell'insieme delle autorità italiane, nelle istituzioni politiche, economiche e finanziarie del paese".

E la Merkel ha poi aggiunto: "All'Italia servono misure per la crescita e per la riduzione del debito". In ogni caso la Merkel ha dato fiducia a Berlusconi: "Abbiamo fiducia nel presidente del Consiglio Silvio Berlusconi". Comunque, il passaggio cruciale potrebbe avvenire nella riunione di mercoledì prossimo, in cui si attendono decisioni per il Fondi salva-Stati 
e per la ricapitalizzazione delle banche.

Al premier Silvio Berlusconi "Abbiamo chiesto rassicurazioni perchè l'Italia attui le misure che ha promesso", ha rincarato la dose il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, aggiungendo però che "Non si può paragonare la situazione dell'Italia a quella di altri Paesi, i fondamentali sono completamente differenti". 
"Abbiamo preparato non la riunione di stasera (dell'Eurozona, ndr), ma quella di mercoledì", ha riferito Van Rompuy, che stamattina, prima dell'inizio del vertice a Bruxelles, ha visto Berlusconi insieme col presidente della Commissione europea Jose Manuel Durao Barroso. "Abbiamo chiesto che ci rassicuri che le misure coraggiose che sono state prese, sul bilancio, la riforma del mercato del lavoro, della giustizia, le privatizzazioni, la lotta all'evasione fiscale, siano attuate in tempi rapidi".

Al premier "abbiamo chiesto più dettagli ed il calendario" di queste riforme, ha detto ancora il presidente del Consiglio europeo, rispondendo alle domande dei giornalisti se avesse ricevuto rassicurazioni nell'incontro di questa mattina. "Nei prossimi giorni, lavoreremo mano nella mano perchè gli altri membri dell'Ue e dell'eurozona siano rassicurati che l'Italia attuerà quello che ha promesso - ha insistito ancora Van Rompuy - Bisogna rassicurare gli investitori e gli altri Paesi membri, faremo questo lavoro insieme e io credo che (l'Italia) sia pronta a farlo".

Sul fronte bancario, all'interno del Consiglio europeo sono stati compiuti passi avanti anche sul fronte della ricapitalizzazione delle banche. "Su questo tema c'è una larga intesa", ha detto la Merkel nell'Ue. "I ministri finanziari sono stati in grado di mettersi d'accordo sulle basi delle proposte dell'Autorità bancaria europea. Tutto questo verrà adottato in un pacchetto onnicomprensivo ed è per questo che ci sarà anche un incontro dell'Ecofin mercoledì", ha aggiunto la Merkel.

venerdì 21 ottobre 2011

Lo spread BTp-Bund vola oltre quota 400


Da: "il sole 24 ore"
Una giornata, quella di ieri, divisa in due. Una prima parte, al di là del caso francese, nervosa ma tutto sommato in linea con le precedenti sedute. Poi, un secondo tempo dove l'ondata di vendite ha colpito con forza i titoli di stato, in particolare quelli dei paesi periferici di Eurolandia. Compreso il BTp decennale che ha visto lo spread con il Bund balzare poco oltre 400 punti base.
Ma andiamo con ordine. In mattinata, l'attenzione degli operatori era focalizzata su due importanti aste: quella dei governativi francesi e, a seguire, il collocamento dei titoli di stato spagnoli. In quel di Parigi, la vendita dei bond governativi ha contribuito a far crescere lo stress del mercato. Lo spread dell'Oat transalpino sul Bund è balzato a 119 punti base, cioè il valore più alto dal lontano 1992. In questo contesto il Tesoro francese ha collocato titoli per 4,2 miliardi, su scadenze a 2 e 5 anni, con rendimenti in rialzo: il saggio sul biennale è salito all'1,31% contro l'1,08 precedente; quello sui cinque anni è cresciuto al 2,31% (era all'1,8 per cento).
Gli animi però, successivamente, sono andati un po' rasserenandosi. Fors'anche aiutati dalle notizie arrivate da Madrid. L'asta spagnola (3,91 miliardi di euro in bond a 6, 8 e 10 anni) ha visto sì scendere la domanda che si è fermata a 1,76 volte l'importo offerto. Tuttavia, i rendimenti non sono saliti su tutte le scadenze. In particolare, l'interesse sul decennale è stato del 5,43%, cioè in ribasso dal 5,89% dell'asta precedente. Un risultato, in uno scenario difficile, da non buttare via. Tanto che gli investitori hanno allentato la pressione sulle vendite e gli spread con il governativo tedesco, anche grazie allo shopping della Bce, si sono chiusi: quello della Spagna è passato da 346 a 336 punti base mentre l'Italia è scesa al di sotto dei 382 basis points.
La «delusione» sull'Efsf
Fin qui, la prima parte. Il primo tempo della partita sul fronte dei debiti sovrani europei. A metà giornata, però, la situazione è cambiata. Il vento ha iniziato a girare. A partire da mezzogiorno, con precisione quasi chirurgica, il differenziale tra il «granitico» Bund e più deboli bond decennali francesi, spagnoli e italiani è andato allargandosi. Senza soluzione di continutà. Contestualmente, poi, sono iniziate le vendite sull'euro che è montaneamente scivolato rispetto al dollaro. E, a cascata, le Borse europee hanno iniziato ad accelerare verso il basso. Cosa era successo per determinare un simile scenario? L'enzima catalizzatore della «reazione» finanziaria, secondo molti operatori, può identificarsi in un soggetto ben preciso: il futuro nuovo fondo salva-Stati. Cioè, in quella parte della seduta il mercato ha fatto sua la convinzione che l'Efsf, in discussione nel vertice Ue di fine settimana, non dovrebbe prevedere né la «leva» né l'ipotesi di «bad bank». Vale a dire, i temi principali su cui gli operatori avevano speculato, e sperato, negli ultimi giorni.
A ben vedere, le anticipazioni sui documenti preparatori per il summit circolavano già da inizio mattina. Tuttavia, le conferme ufficiali sono arrivate proprio da mezzogiorno in poi. La conseguenza? Il mercato, intimorito anche dai rumors nel pomeriggio di uno slittamento del vertice, si è allontanato dal rischio (è stato «risk off»), tornando sui classici beni rifugio: in particolare l' «immarcescibile» Bund tedesco. Giocoforza, le quotazioni degli altri titoli di stato europei sono scese: il BTp a 10 anni, per esempio, ha raggiunto il rendimento del 6 per cento. Uno yield, indubbiamente, non da poco. L'attesa adesso, in Italia, è per la prossima settimana quando sono previsti importanti nuovi collocamenti del Tesoro.

martedì 18 ottobre 2011

Sequestrati 245 milioni a Unicredit


Interessi «travestiti» da «dividendi» nella maxi frode fiscale organizzata con Barclays: Profumo indagato


MILANO - Il Tribunale di Milano ha sequestrato 245 milioni di euro a Unicredit spa con un provvedimento che, per la prima volta in Italia, li quantifica come profitto di una colossale frode fiscale che nel 2007 e 2008 la banca guidata da Alessandro Profumo è accusata di aver attuato attraverso una complessa operazione propostale dall’inglese Barclays, seconda banca al mondo.
LA PERQUISIZIONE - La costruzione finanziaria, stando alla lettura che la Procura offre degli esiti della perquisizione operata il 12 giugno 2009 nei server informatici di Unicredit dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano, sarebbe stata finalizzata a far credere che Unicredit stesse investendo in un contratto di «pronti contro termine» su «strumenti partecipativi di capitale», quando invece con Barclays tutto sarebbe stato in partenza costruito e concordato a tavolino perché Unicredit in realtà facesse un investimento in un deposito interbancario presso Barclays. La differenza è cruciale perché, mentre Unicredit avrebbe dovuto pagare le tasse sul 100% degli «interessi» di un deposito interbancario, in base alla normativa fiscale italiana ha invece potuto pagare soltanto il 5% sui «dividendi» dell’apparente operazione «pronti contro termine», perché per legge essi sono appunto deducibili al 95%.
DANNO AL FISCO ITALIANO - Proprio l’artificioso travestimento in «dividendi» di quelli che in realtà erano «interessi», dunque, secondo l'indagine del procuratore aggiunto Alfredo Robledo ha generato a beneficio di Unicredit l’illecito enorme risparmio d’imposte Ires e Irap: al fisco italiano sarebbero così stati sottratti 745 milioni di euro di imponibile nelle dichiarazioni relative al 2007 e 2008 di Unicredit Corporate Banking spa e Unicredit Banca spa, e in quelle del 2008 di Unicredit Banca di Roma spa. Il giudice delle indagini preliminari Luigi Varanelli, accogliendo la richiesta della Procura, ha calcolato in 245 milioni di euro il profitto per Unicredit corrispondente al danno per l’Erario, e a fini di confisca ne ha autorizzato il sequestro preventivo, eseguito in Banca d’Italia sul conto di corrispondenza di Unicredit. L'istituto — come le molte altre banche e assicurazioni italiane che utilizzarono i pacchetti proposti da Barclays e Deutsche Bank, che ora potrebbero subìre analoghe ripercussioni se l’inedito provvedimento di sequestro dovesse reggere al ricorso difensivo al Tribunale del Riesame — prospetta l’irrilevanza penale e argomenta la liceità tributaria di queste operazioni, che inquadra nella categoria dell’«ottimizzazione fiscale» in arbitraggi tra giurisdizioni differenti a caccia dello scalino fiscale più favorevole nei vari Stati.
GLI INDAGATI - Il suo amministratore delegato dell’epoca, il banchiere Alessandro Profumo, è però intanto indagato per l’ipotesi di reato di «dichiarazione fiscale fraudolenta mediante altri artifici» (da 18 mesi a 6 anni di pena) per aver dato il via libera, con la propria sigla, alle richieste di approvazione della complessa operazione indirizzategli dagli uffici specializzati del suo gruppo, nei quali sono pure indagate altre 16 persone, compresi gli allora responsabili in Unicredit spa dell’area Finanza (Luciano Tuzzi), dell’area Affari fiscali (Patrizio Braccioni) e della Direzione Programmazione-finanza-amministrazione (Ranieri De Marchis). Altri tre indagati appartengono invece alla banca inglese proponente l’operazione, Barclays, e tra essi c’è anche Rupack Chandra, vicepresidente dell’area Finanza strutturata.

venerdì 14 ottobre 2011

Fondi, Blackrock acquista titoli di Stato italiani


Il più grande fondo di private equity al mondo ritiene sia in atto una evoluzione positiva della crisi dei debiti sovrani in Europa ...

BlackRock, il più grande fondo di private equity al mondo, sta acquistando titoli di Stato italiano ritenendo in atto una evoluzione positiva della crisi dei debiti sovrani in Europa. Lo ha detto il responsabile degli investimenti del fondo Usa a Bloomberg.

BRIC: pensano ad aiuti Europa con finanziamenti a Fmi

Roma - I paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) starebbero studiando un modo per contribuire all’aumento dei fondi a disposizione del Fondo monetario internazionale, secondo quanto riporta il Financial Times, citando fonti interne dei paesi.

I negoziati potrebbero risultare in un importante annuncio forte in occasione del G20 (il prossimo mese) che riesca a ripristinare la fiducia dei mercati. Nell’articolo del quotidiano britannico si legge anche che i paesi starebbero studiando un modo per aumentare la partecipazione delle economie in via di sviluppo nel contrastare la crisi del debito dell’Eurozona.

I BRIC starebbero valutando la possibilità di acquistare bond ad hoc per finanziare direttamente l'Fmi o erogare finanziariamenti allo "special purpose vehicle" dell’istituto di Washington. I fondi verrebbero utilizzati per finanziare nuove linee di credito del Fmi e prevenire effetti contagio della crisi in Europa.

Il giornale inglese riporta che una importante carica europea ha accolto in maniera positiva la notizia, perché la crisi che l’Europa sta vivendo è troppo grande per essere risolta soltanto dall'Unione europea.

mercoledì 12 ottobre 2011

Spread sui mutui fuori controllo. Anche fino al 4%


L'altra faccia della crisi. La prima è quella che tiene bassi i tassi a cui è agganciato il calcolo delle rate dei mutui (Eurirs ed Euribor). L'altra è quella che vanifica questa straordinaria convenienza: l'aumento compulsivo degli spread praticati dalle banche, che incidono inevitabilmente sul tasso finale composto appunto dalla somma tra spread bancario e tasso di riferimento europeo (Eurirs per i mutui a tasso fisso, Euribor o Bce per i mutui variabili).
A settembre le banche hanno iniziato a ritoccare gli spread. Una moda che sta continuando senza posa. In media adesso siamo quasi al 2% per i mutui a tasso fisso e oltre l'1,8% per i tassi variabili. Decisamente troppo.
Come mai? Per due motivi.
a) stanno aumentano i costi di raccolta (funding) di capitali da parte delle banche che, di conseguenza, stringono i cordoni del credito e chiedono in cambio un tasso di interesse più alto;
b) c'è il rischio che sugli istituti di credito europei arrivi un nuovo credit crunch (dopo quello seguito al collasso di Lehman Brothers a settembre 2008). Il che significa: nuova esigenza di ricapitalizzarsi e quindi meno prestiti (a famiglie e imprese).
Questa duplice combinanzione di fattori sta portando alcuni istituti a defilarsi elgantemente dal mercato con spread paranormali che arrivano addirittura l 4%. Ricordiamo, per mantenere il contatto con la realtà, che nel 2007 la maggior parte degli istituti operanti in Italia praticava spread intorno all''1%, con un'abbondante quota di offerta sotto questa soglia.


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lunedì 10 ottobre 2011

Istat, l'industria ad agosto +4,3% E' la crescita maggiore dal 2000


Balzo della produzione
Su base annua l’indice è a +4,7%

http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/424077/

ROMA
Balzo della produzione industriale ad agosto, mese in cui segna un rialzo congiunturale del 4,3% (dato destagionalizzato). Si tratta dell’aumento maggiore dal 2000. Su base annua l’indice sale del 4,7% (dato corretto per effetti di calendario). Lo rileva l’Istat.

La produzione industriale di autoveicoli ad agosto ha segnato un aumento su base annua del 31,7% (dato corretto per effetti di calendario).

Nella media del trimestre giugno-agosto l’indice destagionalizzato è aumentato dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, l’indice è aumentato in termini tendenziali del 4,7% (i giorni lavorativi sono stati 22 come ad agosto 2010).

Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, ad agosto, una crescita tendenziale sostenuta per i raggruppamenti dei beni intermedi (+8,3%) e dei beni strumentali (+6,9%). Aumenta la produzione di energia (+3,5%), più limitato l’incremento per i beni di consumo (+0,6%). Nel confronto tendenziale, i settori dell’industria caratterizzati dalla crescita più accentuata sono: metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo esclusi macchine e impianti (+16,8%), altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+13%) e fabbricazione di macchinari e attrezzature (+12,9%).

Il settore che in agosto registra la diminuzione tendenziale più ampia è quello delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,1%). Il settore mezzi di trasporto segna +8,4% congiunturale ad agosto (indice destagionalizzato) e +2,4% tendenziale (corretto), al suo interno la produzione di autoveicoli mostra un balzo del 31,7% su anno (indice corretto).