mercoledì 30 novembre 2011

Wall Street vola del 3% dopo intervento shock liquidita'

New York - Avvio in netto rialzo per la borsa americana, nonostante l’ultima nota di S&P concentri l’attenzione e le vendite sui titoli bancari. I tre principali indici di Wall Street fanno un balzo di almeno il 3%.

A innescare una corsa agli acquisti e' stata l'operazione coordinata annunciata dalle banche centrali, che prevede interventi congiunti a sostegno della liquidità del sistema finanziario globale. Intanto People's Bank of China (PBC), la banca centrale della Cina, ha deciso di abbassare di 50 punti base il coefficiente delle riserve richieste alle banche. L'indice della volatilita' Vix e' cosi' sceso a quota 27,67.

Le piazze finanziarie europee avanzano per il quarto giorno di seguito e l'euro rimbalza dopo che le banche centrali hanno stabilito che renderanno disponibili ulteriori finanziamenti alle banche. Sugli altri mercati, per la prima volta rendimenti dei titoli tedeschi a 1 anno sotto lo zero. Balzo dell'euro, dollaro ai minimi di seduta. Giu' i Treasurie e i bond italiani. 

In ambito macroeconomico degli Stati Uniti, le aziende continuano ad assumere: creati 206 mila posti nell'ultimo mese. Le attese erano per una cifra pari a 125 mila. Il guadagno stimato nell'occupazione da settembre a ottobre e' stato rivisto in rialzo a 130 mila dai 110 mila riportati in precedenza. 

Nel terzo trimestre la produttivita' e' salita del 2,3% mentre il costo del lavoro e' sceso del 2,5%. L'indice PMI di Chicago e' salito a sopresa, attestandosi a quota 62,6. Molto meglio del previsto anche le vendite di case con contratti in corso: +10,4% in settembre. Alle 16:30 verranno rese note le scorte di petrolio settimanali.
L'andamento mese per mese dell'indice PMI di Chicago.

In rialzo i rendimenti dei titoli a 10 anni dell'Italia, di 6 punti base al 7,29%. Rendimenti dei titoli a 1 anno della Germania in calo di 12 punti base, sotto lo zero.

Sul fronte valutario, l'euro nei confronti del dollaro è ai massimi di seduta a quota $1,35 (+1,4%). Quanto ai Treasuries, i prezzi sono in netto calo, con i rendimenti dei decennali che guadagnano 9,1 punti base al 2,08%.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio positivi (+1,69%), a quota $101,48 al barile. Balzo anche delle quotazioni dell'oro: +1,63% a $1,747 l'oncia.

venerdì 25 novembre 2011

Asta: allarme rosso, tasso a 2 anni al 7,95%


da: wallstreetitalia
Roma - Il Tesoro italiano ha collocato 10 miliardi di euro di titoli di stato a sei mesi e due anni, assistendo a un esito disastroso, fatto di calo dell'interesse da parte degli investitori istituzionali e rendimenti a valori record.

I tassi dei bond a 183 giorni sono volati infatti al 6,504%, ovvero al massimo degli ultimi 14 anni e a un valore quasi doppio rispetto al 3,535% dell'asta precedente. 

Emessi anche i Ctz a due anni, il cui tasso si è avvicinato alla soglia dell'8%, attestandosi al 7,95%, anche in questo caso in deciso incremento, visto che nell'ultima asta il rendimento si era attestato al 4,62%: fattore di per sè gravissimo, visto che un passo dalla soglia dell'8% è un segnale di allarme rosso per la sostenibilità dell'Italia. 

Anche i più ottimisti, come il neo governatore di Bankitalia Ignazio VIsco, hanno affermato infatti che l'Italia reggerà a rendimenti alti a meno che non superino l'8%. E ormai ci siamo quasi. 

Sul fronte della domanda, il rapporto bid to cover per i titoli a sei mesi è stato pari a 1,47, in ribasso rispetto al rapporto 1,57 del precedente collocamento; il bid to cover dei Ctz è calato anch'esso, attestandosi a 1,59, contro il 2,01 precedente.

giovedì 24 novembre 2011

Crisi euro, Ermotti (UBS): ormai non esiste piu' debito veramente sicuro

New York - Ormai con l'intensificarsi della crisi del debito sovrano, nell'area euro non si possono piu' considerare privi di rischio nemmeno i bond tedeschi. Lo sostiene l'amministratore delegato di UBS AG, Sergio Ermotti, secondo cui solo i bond governativi svizzeri comportano un rischio pari allo zero.

Una chiara dimostrazione il mercato la ha avuta ieri, quando l'asta di titoli di stato decennali tedeschi ha dato un esito disastroso. Il 35% dei bund decennali e' rimasto invenduto: per il Tesoro e' stato un mezzo flop, mentre per gi analisti e' la prova che le difficolta' ormai riguardano da vicino anche il cuore dell'Eurozona. 

Le banche stanno cercando di liberarsi dai bond europei in portafoglio, dopoi che le autorita' politiche le hanno convinte ad aumentare le riserve di capitale e ristrutturare il credito greco detenuto.

L'European Banking Authority chiedera' agli istituti di credito di innalzare i livelli di capitale di 106 miliardi di euro dopo aver condotto gli stress test. 

Secondo il 51enne manager Ermotti, tuttavia, tali esami sono "un'ipocrisia de facto". "Ci dicono che i bond governativi sono ancora sicuri, ma negli stress test chiederemo alla gente di accettare una svalutazione del credtio, il che significa che non esistono piu' asset a rischio zero nell'Eurozona".

La settimana scorsa UBS, che non verra' sottoposta agli stress test, ha annunciato che avrebbe "rispettato senza problemi" i requisiti dell'EBA, che prevedono un Tier 1 core di capitale di almeno il 9% entro meta' 2012.

La maggiore banca svizzera ha ridotto l'esposizione al debito italiano, belga, spagnolo, greco, portoghese, irlandese e islandese. L'aver tenuto bassi i livelli di debito sovrano a rischio insolvibilita' e' uno dei segreti degli istituti elvetici. Nel terzo quarto ammontava nel complesso a 1,34 miliardi di franchi ($1,46 miliardi).

martedì 1 novembre 2011

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Spread Btp-Bund, record storico: 4,59% Borse Europee ko, Milano a picco -6,80%


La Bce acquista titoli di Stato italiani e spagnoli, ma non basta. Wall Street in flessione. Euro in calo sul dollaro


MILANO - Giornata critica per i mercati finanziari europei che per tutta le giornata sono andati in caduta libera (alla fine Piazza Affari chiuderà con una perdita del 6,80%, la peggiore seduta dal crac Lehmann nel 2008, pari a 22 miliardi di euro bruciati) e, soprattutto, per i nostri Btp. Tensioni che si sono riverberate anche sull'altra sponda dell'Atlantico, dove all'apertura di Wall Street il Dow Jones sfiora il -2% e il Nasdaq il -3% per poi attestarsi al momento rispettivamente a -1,48% e -1,83%. In Europa balzo immediato, in avvio di seduta, dello spread fra il Btp italiano e il Bund tedesco che schizza fino a 459 punti rispetto ai 407 punti della chiusura di lunedì (ben oltre il record di 416 punti base toccato il 5 agosto scorso). Mai la differenza di rendimento tra i titoli italiani a dieci anni e quelli tedeschi è stata così alta. I Btp decennali rendono così il 6,33% e si avvicinano a rapidi passi a quella soglia del 6,50%-7% che viene ritenuta dagli esperti un livello di non ritorno per la sostenibilità del debito che aprirebbe drammatici scenari di tipo greco. Materialmente significa che in base alle dinamiche di domanda e offerta, per trovare acquirenti i Btp devono offrire oltre 4,59 punti percentuali di rendimento in più, rispetto alle emissioni tedesche, come maggiorazione sul premio di rischio. Con il Btp decennale sono sotto pressione anche i titoli del Tesoro a due e a cinque anni, che segnano nuovi record storici. Il rendimento del biennale schizza al 5,67% sul mercato secondario (lo spread con l'equivalente tedesco ha toccato i 515 punti base) mentre quello del quinquennale vola al 6,28%. In quest'ultimo caso lo spread col bund a cinque anni si allarga a 532 punti base. La Bce risponde acquistando titoli di Stato italiani e spagnoli, ma la mossa ha prodotto effetti straordinari sui titoli italiani. In chiusura spread Btp-Bund a quota 451 punti base, a meno di 200 punti dallo spread tra i titoli irlandesi e quelli tedeschi. L'ampliamento del differenziale tra Btp decennali italiani e Bund tedeschi ha un impatto non indifferente sui conti pubblici. Lo spread intorno ai 400 punti, secondo alcuni calcoli, significa un aumento pari a circa 4-5 miliardi di euro l'anno della spesa per interessi. Sul fronte politico il presidente Silvio Berlusconi, del quale in tanti chiedono le dimissioni, lunedì affermava che questa tempesta non dipende da lui.
LE PIAZZE EUROPEE - Piazza Affari, che lunedì ha lasciato sul terreno quasi il 4%, va subito a picco già in apertura di seduta. Il Ftse Mib. dopo essere precipitato fino a -7,23% è risalito un po', ma alla fine chiude a -6,80%, facendo segnare la peggior performance in Europa. Sospesi a lungo i titoli delle due principali banche italiane: Unicredit e Intesa Sanpaolo. Alla ripresa delle contrattazioni Intesa SanPaolo faceva segnare -15,65%, seguita da Unicredit, che cedeva il 12,44%. Per loro alla fine è stata la peggiore seduta di sempre. Avvio in rosso anche per le altre principali borse europee e poi ulteriore flessione (Francoforte chiude a -5,%, Parigi a -5,38%, Londra a -2,21%, in tutta Europa bruciati 219 miliardi di euro) sulla scia dei rinnovati timori per la crisi del debito in Europa alimentati soprattutto dall'annuncio che la Grecia sottoporrà a referendum l'ultimo piano di salvataggio. Ciò potrebbe portare a elezioni anticipate se i greci dovessero respingere il pacchetto di austerità e gli investitori temono che il movimento potrebbe causare un default incontrollato. Ciò sarebbe più dannoso al sistema euro della svalutazione volontaria del 50% che è attualmente sul tavolo. I mercati temono che la decisione possa minare gli sforzi europei per fermare il contagio della crisi, compreso il piano di ricapitalizzazione delle banche e il piano di leva finanziaria dell'Efsf per aumentarne la potenza. Inoltre alcuni osservano che sembra crescere la speculazione che un esito negativo del referendum potrebbe segnare l'inizio dell'uscita della grecia dall'Emu. La Borsa di Atene dopo che il Primo ministro Georges Papandreou ha annunciato che l'accordo europeo sul debito greco verrà sottoposto a referendum popolare è arrivata a cedere oltre l'8% per poi chiudere a -6,92%.
CALO RECORD - Piazza Affari non registrava perdite così pesanti dall'ottobre del 2008, nel pieno della crisi dei mutui subprime. Nella cronistoria delle peggior performance registrate, a partire dal 1997, dal principale indice della Borsa di Milano, sono soltanto tre i risultati peggiori: il 10 ottobre di tre anni fa (-7,14%); l'11 settembre 2001 (-7,57%), giorno degli attentati alle Torri gemelle e al Pentagono, e il 6 ottobre 2008 (-8,24%). Nel 2011, il record negativo finora era stato il 10 agosto, quando il Ftse MIB aveva chiuso a -6,65%.
EURO- Intanto anche l'euro è in calo sotto quota 1,38 dollari. La moneta unica passa di mano in Europa a 1,3647 dollari (contro la quotazione Bce di lunedì a 1,4001 dollari) e a 107,60 yen.
IL MESSAGGIO - Il ko della Borsa e la tensione sui titoli di Stato provocano un nuovo appello delle imprese al governo. Abi, Alleanza delle cooperative, Ania, Confindustria, e Rete imprese Italia si rivolgono così al presidente del Consiglio: «Verifichi se ci sono le condizioni per assumere immediatamente le misure che sono necessarie», o «tragga altrimenti le conseguenze e lo faccia rapidamente nell'interesse dell'Italia».
TREMONTI - Successivamente il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha convocato per mercoledi' alle ore 15, nella sede del ministero dell'Economia il Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria.