venerdì 27 aprile 2012

Banche dovranno rimborsare clienti per investimenti spazzatura

Chi e' stato spinto a investire in asset a rischio, come Parmalat, Cirio e Lehman, potra' rifarsi. Risarcimento se mancano informazioni adeguate. L'entita' della condanna in base all'entita' degli interessi maturati.


da: Wsi


Roma - Chi e' stato spinto a investire in asset a rischio, come Parmalat, Cirio e Lehman Brothers, ora potra' rifarsi. La Corte di Cassazione ha stabilito che gli istituti di credito dovranno rimborsare i risparmiatori nel caso in cui le informazioni fornite non siano state sufficienti, nel rispetto della legge.

E' un brutto colpo per le banche e una manna per migliaia di risparmiatori. La Corte suprema ha preso come caso esemplare quello dei risparmiatori a cui sono stati venduti i famigerati tango bond argentini: una banca, ritenuta colpevole, era stata costretta a risarcire due risparmiatori che avevano investito ben 169.000 euro in titoli di stato.

Una volta che e' stato dimostrato che il default della nazione sudamericana era ampiamente prevedibile, e' stato facile dimostare che le banche avevano il dovere di informare i propri clienti dell'elevato rischio dell'investimento. E non solo dei ritorni da sogno che questo poteva offrire.

Nel caso in questione, l’istituto di credito non aveva adeguatamente informato i clienti dei rischi dell'operazione, pur avendo la consapevolezza dell'imminenza del crack in Argentina, come ricorda Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori.

Nel fare ricorso, la banca si era difesa, sottolineando che i clienti avevano sottoscritto un documento, accettando dunque le condizioni di investimento. Ma secondo gli ermellini il modulo in questione, non e' causa di esclusione della responsabilita' della banca perche' "la sottoscrizione di un modulo per quanto testualmente affermato nella decisione, in ordine alla propria consapevolezza, conseguente alle informazioni ricevute, della rischiosita' dell’investimento e della inadeguatezza dello stesso rispetto al suo profilo di investitore, non costituisce dichiarazione confessoria, in quanto è rivolta alla formulazione di un giudizio e non all’affermazione di scienza e verità di un fatto obiettivo".

L'entita' della condanna variera' in base alla portata degli interessi maturati. Se infatti, spiega D'Agata, il giudice di prima istanza aveva condannato l'istituto di credito a pagare i soli interessi a partire dalla data della domanda giudiziale sino a quella dell'effettivo rimborso, "in Appello gli interessi venivano fatti decorrere dalla data dell’investimento." 

Alla luce di tale decisione, un vero punto di svolta in materia, D’Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", ha invitato tutti coloro che hanno investito in prodotti ad alto rischio, come i bond greci, di avvalersi del supporto degli esperti dello "Sportello", per avviare tutte le azioni a propria tutela al fine di riprendersi il maltolto.

In un anno il deficit/Pil dell'Irlanda crolla di 18 punti. Il salvataggio è riuscito? Ecco i numeri del miracolo


da: ilsole24ore
Per salvarsi dal default l'Irlanda ha dovuto nazionalizzare le principali banche e chiedere l'intervento dell'Unione europea, che ha approntatoun piano di salvataggio da 85 miliardi di euro, finanziato attraverso il fondo salva-Stati Efsf. Oggi, a poco più di un anno dal salvataggio, si iniziano a intravvedere i primi risultati della cura. Risultati migliori delle aspettative. E, sebbene la strada verso l'uscita del risanamento conservi alcune insidie, c'è già chi parla - forse con un eccesso di ottimismo - di "miracolo irlandese". Impressione confermata anche osservando l'andamento dello spread tra titoli irlandesi e Bund tedeschi negli ultimi due anni.
In Irlanda risultati migliori delle attese 
I dati appena diffusi da Eurostat sui paesi a rischio parlano chiaro e infondono un certo ottimismo. Nel 2011 la Spagna ha registrato un rapporto deficit-Pil pari all'8,5%, contro il 9,3% del 2010. In Grecia il deficit è sceso dal 10,3 al 9,1%, mentre in Irlanda dal 31,2 al 13,1%, un risultato impressionante, che conferma Dublino al primo posto nella classifica dei Paesi dell'Eurozona con maggior disavanzo nel 2011. L'Irlanda si conferma quindi il Paese messo meglio tra tutti gli Stati assistiti. Ma quali sono i segreti di questo successo inatteso, almeno in tempi così brevi? Ecco alcune delle mosse messe in atto dal governo.

L'Irlanda ha confermato la sua
 politica fiscale, mantenendo la corporate tax al 12,5%. Questo ha attirato i grandi nomi del web: Twitter, Google, Intel, CitiGroup, Dell, Facebook, per citare i più noti.La corporate tax attrae le multinazionali del web
 Accesso al credito garantito

In Irlanda, dopo la crisi, sono rimaste di fatto due sole banche (Bank of Ireland eAllied Irish), avendo le altre determinato, largamente, la bolla immobiliare ed essendo esplose, letteralmente, con la bolla stessa. I due istituti una volta ricapitalizzati hanno ricominciato a garantire credito. E il meccanismo è ripartito. Favorendo ripresa e crescita del Pil.
Creditori ripagati con case e terreni pignorati
L'Irlanda ha poi trovato una soluzione originale al bailout che ha coinvolto le sue banche nel corso della crisi finanziaria che ha portato alla cancellazione di crediti inesigibili per 32 miliardi di euro. Il National Asset Management Agency, l'agenzia creata come bad bank di titoli tossici, ha offerto ai propri creditori appartamenti e appezzamenti di terreno pignorati nel corso dello scoppio della bolla immobiliare, in cambio dell'azzeramento dei propri crediti per un ammontare di 67,5 miliardi di euro.
Bene l'export: venduta anche la carne dei purosangue
L'Irlanda è anche tra i paesi dove, sempre secondo Eurostat, nel 2011 sono stati registrati i surplus più grandi. Al primo posto si piazza la Gerrmania (+13,1 miliardi nel mese di gennaio 2012), seguita dall'Olanda (+4,2 miliardi) e, appunto, l'Irlanda (+3,2 miliardi). In particolare, nel primo trimestre del 2011 le esportazioni di Dublino hanno fatto segnare un +3,1%, per poi ripiegare a +1% nel secondo trimestre. Una curiosità: a trainare l'export, anche la vendita della carne equina - molto richiesta sul mercato. La carne dei purosangue finiti nei mattatoi nazionali mentre si inaspriva la crisi degli allevatori. E destinati alle macellerie dell'Unione.
I nodi ancora da sciogliere
Certo, il miracolo è lungi dall'essere compiuto. Sempre nel 2011 il rapporto deficit/Pil più alto registrato in Europa è stato quello dell'Irlanda (13,1%), seguita da Grecia (9,1%) e Spagna (8,5%). E l'Irlanda è ancora tra i 14 stati membri che hanno un livello di debito superiore al 60%. Insieme a Grecia e Italia. Ma a differenza di questi ultimi due paesi, visti gli ultimi dati, l'Irlanda sembra in grado di rispettare l'impegno preso con l'Europa in occasione del salvataggio: raggiungere, nel 2012, un deficit pari all'8,6% del Pil.

mercoledì 25 aprile 2012

Roubini e Soros uniti: l'euro va assolutamente svalutato

I due big dei mercati finanziari accolgono la tesi sostenuta in Italia solo da WSI. Costo dei debiti sovrani ancora in rialzo nei paesi periferici d'Europa. È guerra persa nella prevalenza delle misure di austerità sulla crescita. Il problema continuerà a dominare la scena politica. Il passo necessario: svalutare l’euro.


Roma - Costo dei debiti sovrani ancora in rialzo nella periferia europea. È guerra tra crescita e misure diausterità e con la prevalenza delle seconda l'Europa soccombe. Il problema continuerà a dominare la scena politica. Ma ci sarebbe una mossa tanto intelligente, quanto necessaria. Procedere a una svalutazione della moneta unica, dovrebbe essere il presidente della Bce Mario Draghi a intervenire abbassando i tassi Ue. Al momento l'euro è troppo fortee causa di una serie di problemi che frenano l’Europaimpedendole di avviare un processo di ripresa sano.

Ecco quanto sostengono in comune due dei più grandi esperti della scena economica e finanziaria globale: l'economista Nouriel Roubini, uno dei pochi a cui si puo' riconoscere l'avere anticipato e previsto la Grande Crisi del 2008 e successiva recessione e l'investitore miliardarioGeorge Soros, uno dei piu' aggressivie lucidi "attori" sulla scena finanziaria internazionale.

"Se la domanda interna continuerà ad essere debole - anche a causa dei vari aggiustamenti fiscali e di bilancio adottati nel settore pubblico e privato - ci sarà il bisogno di riportare in attivo la bilancia commerciale e tornare esportatori netti per ripristinare la crescita economica", scrive Roubini nella sua pagina Twitter.

La soluzione? Un deprezzamento dell’euro. Per migliorare il saldo della bilancia commerciale, favorendo le esportazioni, è "necessario un indebolimento del cambio e una politica monetaria più accomodante, che produca quel deprezzamento - in termini nominali e reali - di cui al momento l’eurozona ha bisogno. Deprezzamento che ancora non si sta verificando. Ecco un altro motivo per la quale in Europa c’è una profonda recessione", scrive Roubini.

Alla tesi di Roubini, identica a quella espressa qualche giorno fa qui su WSI da Luca Ciarrocca, fanno eco le parole di George Soros. "L’Europa è simile all’Unione Sovietica, nel senso che lacrisi europea alla fine sta creando il rischio di minare e distruggere l’Unione europea così come la conosciamo", ha detto oggi Soros.

La colpa? Della moneta unica, e del suo eccessivo valore attuale rispetto al dollaro. "L’euro sta mettendo in serio pericolo la coesione politica dell’Unione e se si continuerà su questa strada il tutto potrebbe portare addirittura alla distruzione dell’Europa. Insieme alla profonda crisi economica, sociale e morale, possiamo osservare questo processo di disintegrazione", ha dichiarato il miliardario di origine ungherese che avvio' decenni fa il primo hedge fund globale.

Credit Suisse:utile Trimestre In Netto Calo

AGI) Zurigo - Credit Suisse chiude il I trimestre di esercizio con l'utile netto a 44 milioni di franchi (-96%)


(AGI) Zurigo - Credit Suisse chiude il primo trimestre di esercizio con l'utile netto a 44 milioni di franchi svizzeri, in netto ribasso (-96%) rispetto agli 1,13 miliardi registrati lo scorso anno. Gli analisti avevano pero' messo in conto una perdita netta di 436 milioni di franchi. Al risultato, ha spiegato la banca elvetica, ha contribuito la vendita della quota in Aberdeen Asset Management per 178 milioni di franchi. "Siamo fiduciosi che nel perseguire la nostra strategia saremo in grado di raggiungere il nostro obiettivo di redditivita' del capitale del 15%", hanno spiegato il presidente Urs Rohner e l'amministratore delegato Brady Dougan in una lettera congiunta agli azionisti .

lunedì 23 aprile 2012

Europa: economia in picchiata, Germania non fa eccezione

da wsi:
I numeri dell'attività economica sono da bollettino da guerra. La Germania accusa un duro colpo e vede il proprio indice crollare al minimo dal luglio del 2009. Record negativi anche per Italia, male la Francia.



Roma - I fondamentali dell'economia europea continuano a sgretolarsi e l'ultima prova del nove arriva dai numeri relativi all'attività economica. Numeri che mettono in evidenza un ennesimo calo del Pmi ad aprile, con quello tedesco che testa il minimo in più di due anni. 

Di fatto, stando a quanto calcolato dalla società Markit, l'indice PMI complessivo che si riferisce all'Eurozona è sceso arretra da 49,1 di marzo a 47,4 punti, scivolando al minimo in cinque mesi, rispetto a un aumento stimato 49,3 punti. 

L'indice dell'Eurozona servizi è calato invece da 49,2 a 47,9 punti, il minimo da 5 mesi, mentre quello del settore manifatturiero è sceso da 47,7 a 46 punti, il minimo dal giugno 2009. 

L'indice pmi tedesco è sceso in particolare da 51,6 a 50,9 punti, sopra lo spartiacque dei 50 punti ma al valore più basso dal luglio 2009. Occhio al calo dell'indice manifatturiero della Germania, che ha toccato quota 46,3 punti, mentre l'indice servizi è sceso a 52,6 punti. 

In Italia l'indice composite è arretrato da 49,1 a 47,4 punti, il minimo da 5 mesi, con l'indice manifatturiero giu' a 46 punti e quello servizi a 47,9 punti. 

Situazione negativa anche in Francia, dove l'indice complessivo è crollato al minimo da sei mesi di 46,8 punti, quello manifatturiero scende a 47,3 punti e quello servizi a 46,4 punti.

venerdì 20 aprile 2012

Mediolanum, il patrimonio non smette di crescere da cinque anni

da: Bluerating

L'assemblea della società guidata da Ennio Doris ha approvato la distribuzione di un dividendo di 0,11 euro e ha confermato Maria Alessandra Zunino de Pignier in qualità di consigliere di amministrazione...

Via libera dell’Assemblea di Mediolanum al bilancio d'esercizio al 31 dicembre 2011, chiuso con un utile netto consolidato di 67,3 milioni di euro, e alla distribuzione di un dividendo complessivo per azione di 0,11 euro, di cui 0,07 euro già distribuiti in acconto nel novembre 2011 e 0,04 euro pagabili a partire dal 24 maggio 2012.

Dalla presentazione della società guidata da Ennio Doris è emerso inoltre che Mediolanum – che al 31 dicembre 2011 contava un totale di 784.885 clienti - si è affermata l’anno scorso al primo posto tra le reti italiane per raccolta netta con afflussi complessivi per 2,35 miliardi davanti a FinecoBank (fonte Assoreti) e  tra le sgr per raccolta netta in fondi comuni con 1,42 milioni davanti a State Street Global Advisors (fonte Assogestioni).

La società con sede a Basiglio ha inoltre guadagnato sette posizioni in cinque anni nella classifica delle sgr operanti in Italia in termini di patrimonio, arrivando a febbraio 2012 al quarto posto dietro Intesa SanpaoloPioneer e AM Holding con asset per 21,5 miliardi, il 4,96% del totale (fonte Assogestioni). L'assemblea riunitasi ieri ha anche autorizzato il cda ad acquistare e alienare fino a un massimo di 8 milioni di azioni proprie, pari a circa l'1,09% del capitale sociale, nel limite dell' importo di 40 milioni, sino all'assemblea di approvazione del bilancio d'esercizio relativo all'anno 2012 e comunque per un periodo non superiore ai diciotto mesi. Confermato infine il consigliere di amministrazione Maria Alessandra Zunino de Pignier

Investitori non eccedete nel pessimismo. Neanche sui BTP

di: Laura Naka Antonelli
Roma - Dopo la situazione di insofferenza che ha caratterizzato i mercati nelle ultime settimane, sulla scia del riacutizzarsi dei timori sulla crisi dei debiti sovrani, "si sta tornando ora a una situazione di equilibrio. Un equilibrio, precisamente, tra l'ottimismo eccessivo che gli investitori avevano mostrato agli inizi dell'anno, scommettendo su una forte crescita negli Usa e su una soluzione rapida delle questioni europee, e un pessimismo anch'esso esagerato". La situazione non è tragica come molti temono, anche se la presenza del rischio nella situazione attuale deve essere sempre considerata dagli investitori nella costruzione del loro portafoglio. Parla a Wall Street Italia Alessandro Fugnoli, strategist presso Kairos Partners SGR.

WSI - L'Europa e i conti pubblici disastrati dei paesi periferici sono tornati al centro dell'attenzione degli operatori. Qual è la fase specifica che i mercati stanno vivendo in questo momento?.

Fugnoli - La situazione ora è sospesa. Chi vuole operare in Borsa, deve tenere in considerazione che la crisi del Vecchio Continente durerà anni. L'Europa è vicina al capolinea per come l'abbiamo conosciuta fino a oggi; ci troviamo infatti in una fase di rivisitazione e di ripensamento di quel modello sociale e di sviluppo che hanno fatto parte del suo Dna per tanti anni. I cambiamenti strutturali che il Vecchio Continente sta attraversando avverranno in modo molto lento, visto che al momento è esclusa la soluzione di una svalutazione dell'euro (che a mio avviso non avrebbe comunque un forte impatto). 

La crisi si può riacutizzare in qualsiasi momento. Finora quattro sono stati i paesi europei che con i loro problemi hanno sconvolto i mercati. Mi riferisco alla Grecia; poi alla Irlanda; infine all'Italia e ora alla Spagna. E non è detto che altre scosse non si ripresentino, visto che questa crisi ha una natura strutturale. Non escludo che la prossima a far parlare di sè sia la Francia (come accaduto ieri, con i rumor si mercato).

WSI - Immaginando un portafoglio di investimento generico, considerando anche i BTP, le azioni, le materie prime e il cash, come potrebbe avvenire la ripartizione?.

Fugnoli - Sarei neutrale sull'azionario, e terrei il debito italiano, ma per una quota non superiore al 20%. Interessanti sono poi i bond di alcuni mercati come Australia e Canada, mentrenon investirei in Bund tedeschi, anche perchè ricordiamoci che la Germania non è un paese poco indebitato, visto che la soglia del debito è cresciuta dal 60% all'80%. Comprerei oro nel caso in cui scendesse. In generale, ritengo che il mercato azionario sia ora equilibrato e che vivrà una fase laterale fino all'estate. Nella seconda parte dell'anno, in caso di ritracciamento, si potrebbe poi tornare a riposizionarsi sulle borse. Sugli investimenti in cash, terrei i contanti non come componente strutturale, ma semplicemente come serbatoio di liquidità a cui attingere in caso di ribassi delle piazze azionarie. 

WSI - Dovendo scegliere tra mercato azionario americano ed europeo

Fugnoli -Dipende ovviamente dalla propensione al rischio, in quanto non si può prescindere da essa. Possiamo dire che stare in Europa significa 'rischiare l'infarto'. Ma proprio perchè gli operatori interpretano le notizie europee alla stregua di annunci di vita o di morte, nel caso in cui i primi dovessero avere la meglio, i mercati segnerebbero un forte recupero. Investire su Wall Street è invece una soluzione 'senza infarto'. Ricordiamo che i listini azionari Usa presentano unBeta elevatissimo, il che significa che se le cose vanno bene outperformano e viceversa. Wall Street è una scelta per chi cerca un compromesso tra una situazione di volatilità non eccessiva e un'esposizione alla crescita.

WSI - Un consiglio operativo per gli investitori

Fugnoli - Sono finiti i tempi in cui l'asset sicuro era quello considerato stabile. In questo mondo nuovo abbiamo visto come ciò che è reputato stabile può crollare da un momento all'altro. Il concetto di pericoloso deve essere oculatamente rivisitato.

WSI -Tornando all'opzione di svalutazione dell'euro, secondo lei non sarebbe un'ottima soluzione per salvare l'Europa dai suoi problemi

Fugnoli - Non penso che sarà questa la strada che la Bce intraprenderà; in realtà non sono neanche sicuro dell'efficacia di un deprezzamento della valuta. Intanto, viviamo una realtà in cuitutto il mondo vuole svalutare e dunque, se l'Eurozona prendesse tale scelta, potrebbe essere accusata anche di rubare la crescita. E' importante ricordare infatti che, considerando l' Eurozona intera - ripeto, Eurozona, non i singoli paesi - il livello delle partite correnti nel complesso è in pareggio. Dunque come potrebbe la Bce giustificare una svalutazione dell'euro di fronte ai propri partner commerciali? Inoltre: se per l'Italia, che accusa problemi di competitività, l'euro è fortissimo, per la Germania l'euro è debole. In ogni caso, anche se i tassi di rifinanziamento fossero portati allo 0,50% dall'1%, la reazione non sarebbe forte. Quanto conta è infatti lo spread tra i tassi a cui le banche prendono a prestito denaro e quelli a cui erogano i loro prestiti. 

WSI - In un recente editoriale pubblicato sul New York Times, il premio Nobel per l'economia Paul Krugman ha detto senza mezzi termini che l'Europa si sta suicidando, accusando il continente di prostrare ulteriormente un'economia inginocchiata dalle misure di austerity e puntando il dito contro la Bce, che starebbe agendo solo in base alla parola di Berlino.

Fugnoli - Krugman dà quasi per scontato il fallimento. Ma io aspetterei due anni per vedere quelli che saranno i risultati del modello tedesco, prima di reputarlo fallimentare. Sicuramente, questo modello punta in un certo senso a una sorta di deglobalizzazione; con le misure di austerity, ogni paese è chiamato infatti a essere responsabile di se stesso, a risolvere i problemi di casa da solo e le crisi nazionali diventano meno sistemiche ma più interne al singolo caso".

WSI - A proposito di crisi interne al paese. Il Fatto Quotidiano ha scritto un articolo che mette in luce come la Bce sia in trappola. Nonostante i finanziamenti che ha versato per risollevare il sistema finanziario europeo, a comprare i titoli di stato dei paesi periferici sono infatti solo i Piigs. Bond italiani acquistati prevalentemente da banche italiane, insomma, e smobilizzati da Francia e Germania. In questo modo è stato messo in evidenza come i destini delle banche saranno sempre più intrecciati a quelli dei bond dei paesi di appartenenza. Non è questo un male?.

Fugnoli - A mio avviso no. E questo perchè ripeto, in questo modo, le crisi nazionali saranno meno sistemiche. Se i bond italiani saranno detenuti per esempio soprattutto dall'Italia e non più presenti come prima nei portafogli di banche francesi e tedeschi, il problema ovviamente sarà più circoscritto. E' importante sottolineare poi che le ipotesi di default saranno meno attraenti per i governi , se i creditori risulteranno essere domestici e non stranieri. 

WSI - Lei crede che l'ipotesi di un default per l'Italia, viste le recenti tensioni sui mercati dei titoli di debito, sia tornata a essere più concreta? .

Fugnoli - Al momento no, non sono affatto allarmato sul destino dell'Italia. Certo, le previsioni potrebbero cambiare in caso di crisi globale, o se i paesi uscissero dal percorso che è stato disegnato per abbassare i debiti.

martedì 17 aprile 2012

Consulente finanziario, un lavoro da sogno


La consueta classifica delle professioni più belle stilata dal sito web CareerCast.com ha collocato i consulenti al quinto posto per...

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Buone notizie per i consulenti finanziari. La loro professione è tra le migliori al mondo per il 2012, almeno secondo la consueta classifica delle professioni più belle stilata dal sito web CareerCast.com, che colloca i consulenti al quinto posto, attribuendo la medaglia d’oro all’ingegnere informatico, seguito dall'attuario e dal direttore delle risorse umane. In particolare a spingere in alto le quotazioni della professione di pf sarebbe il basso livello di stress (18 punti su un massimo di 97 punti assegnati ai lavori più stressanti) unito alla possibilità di guadagnare bene e di non perdere il posto. Stando ai calcoli di CareerCast.com, un personal financial planner guadagna in media 104.161 dollari. Tra i lavori peggiori invece spuntano il taglialegna, l'allevatore e il soldato e, in quinta posizione, il giornalista.

Di seguito le top ten dei lavori migliori, peggiori e più stressanti del 2012:

I LAVORI MIGLIORI

1. Ingegnere informatico
2. Attuario
3. Direttore Risorse Umane
4. Igienista dentale
5. Personal Financial Planner
6. Medico audiologo
7. Terapista occupazionale
8. Manager pubblicitario online
9. Sistemista informatico
10. Matematico

I LAVORI PEGGIORI
1.Taglialegna
2. Allevatore    
3. Militare    
4. Estrattore di petrolio
5. Giornalista    
6. Cameriere
7. Lettore dei contatori  
8. Lavapiatti
9. Macellaio
10. Broadcaster

I LAVORI PIU' STRESSANTI

1. Soldato
2. Pompiere
3. Pilota di linea    
4. Militare
5. Poliziotto
6. Coordinatore di eventi
7. Addetto alle pubbliche relazioni
8. Corporate Executive
9. Fotoreporter
10. Tassista

Fmi: recessione meno severa per l'Italia in 2012-13

wsi: Washington - Qualche speranza di una recessione che sarà meno severa per l'Italia arriva dall'aggiornamento di aprile del World Economic Outlook, reso appena noto dal Fondo Monetario Internazionale. L'Fmi, nel suo rapporto di aprile, ha rivisto infatti al rialzo la performance del Pil italiano dal -2,1% inizialmente riportato al -1,9% ; per il 2013 l'outlook è stato alzato anch'esso dal -0,6% riportato a gennaio al -0,3%. Sempre recessione, ma per lo meno non così forte come inizialmente comunicato.

Riguardo al tasso di inflazione in Italia, questo si attesterà nel 2012 al 2,5%, per poi scendere all'1,8% l'anno successivo.

In generale, l'Fmi ha alzato l'outlook sulla crescita economica reale su base globale, a +3,5%dal +3,3% inizialmente reso noto; per il 2013 si prevede una crescita del Pil mondiale del 4,1%dal +4% precedente. 

Stati Uniti: stime per il 2012 alzate da +1,8% a +2,1% per il 2012; per il 2013, outlook rivisto al rialzo a +2,4% da +2,2% iniziale. 

Area euro: per il 2012 outlook alzato a -0,3% dal -0,5%; per il 2013 le stime passano al +0,9%, dal +0,8% inizialmente reso noto. Il Pil tedesco del 2012 è stato rivisto al rialzo a +0,6% da +0,3% per quest'anno, mentre per il 2013 le previsioni sono rimaste invariate all'1,5%. Per laFrancia le stime sul Pil sono state portate nel 2012 al +0,5% dal +0,3%; invariate le stime per il 2013, che parlano di una crescita del Pil francese dell'1%. 

Nessuna revisione al rialzo nel 2012 per la Spagna. In questo caso la performance del Pil è stata rivista al ribasso a -1,8% dal -1,6% iniziale; quella del 2013 è stata alzata invece al +0,1% dal -0,3% inizialmente reso noto.

Paul Krugman: l'Europa si sta suicidando

WSI
New York - L'Europa sta letteralmente commettendo unsuicidio economico. Parola del premio Nobel per l'economia Paul Krugman, che esprime chiaramente la propria opinione in un articolo pubblicato sul New York Times.

Questi i punti cruciali che Krugman mette in evidenza: le economie dei paesi periferici, soprattutto la Spagna, sono a pezzi, ma nonostante questo si continua a chiedere loro di fare ulteriori sacrifici, dunque di peggiorare la loro situazione con le misure di austerity in corso, così come comandato dalla Germania e dalla Bce. 

Non solo, afferma l'economista: l'economia sta peggiorando, e l'Europa in questo contesto non sta andando neanche nella direzione di migliorare i propri conti pubblici. I tassi sono ancora in rialzo e, come la Grecia ha mostrato, le misure di austerity non migliorano le dinamiche dei debiti.

Krugman commenta l'articolo pubblicato sul The Times, lo scorso sabato: "Suicide by economic crisis", ovvero "Suicidi provocati dalla crisi economica": un articolo che mette chiaramente in luce la tragedia di molti cittadini europei che, disperati per le tasse da pagare, consapevoli della povertà che si avvicina, incapaci di pagare il mutuo o di far fronte alle imcombenze più semplici della vita, decidono di porre fine alla loro vita. 

"Fino a qualche mese fa, avevo ancora qualche speranza sull'Europa. Vi ricorderete come lo scorso autunno l'Europa appariva sull'orlo di un crollo finanziario - scrive Krugman - ma la Bce, la controparte europea della Fed, è intervenuta per salvare il Continente". Il riferimento è alla maxi iniezione di liquidità operata dall'istituto, sotto forma di cospicui prestiti alle banche.

L'"interrogativo, in quel momento, è se questa azione coraggiosa ed efficacia avrebbe siglato l'inizio di un ripensamento più ampio, se i leader europei avrebbero utilizzato lo spazio concesso dalla Bce per riconsiderare le loro politiche (...) Ma non l'hanno fatto". Krugman alza le mani e ritiene che a questo punto sarà difficile che l'Europa capisca davvero quello che dovrebbe e non dovrebbe fare.

L'esempio più indicativo degli sbagli commessi dall'Europa, e in particolar modo da Francoforte, è la Spagna. "La Spagna versa in una condizione di depressione piena, con un tasso di disoccupazione complessivo del 23,6%, pari a quello che l'America sperimentò durante gli anni della Grande Depressione, e con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 50%. Questa situazione non può andare avanti, e la consapevolezza del fatto che non potrà andare avanti è il fattore che sta portando i tassi sui bond spagnoli a schizzare verso l'alto".

Il punto, continua, è che la storia della Spagna non ha nulla a che vedere "con le favole sulla moralità che sono così popolari tra i funzionari europei, soprattutto in Germania. La Spagna infatti non era un paese che sperperava il proprio denaro pubblico. Alla vigilia della crisi, l'economia era caratterizzata infatti da un basso livello del debito e da un surplus di bilancio. Detto questo, "aveva anche un enorme bolla sul mercato immobiliare, bolla in parte resa possibile grazie agli enormi prestiti che le banche tedesche erogavano alle loro controparti. Quando la bolla esplose, l'economia spagnola si prosciugò. Ma è importante sottolinea che i problemi fiscali sono laconseguenza della depressione, non la sua causa.

"Nonostante ciò, la medicina che arriva da Berlino e Francoforte, pensate un po', quella di una austerity fiscale ancora più rigida". Parlando senza mezzi termini, questa situazione èsemplicemente da pazzi.

Sconfortato dalla testardaggine europea e soprattutto tedesca, Krugman arriva ad d affermare che un'alternativa, a questo punto, dovrebbe essere l'uscita dall'euro, unita al ripristino delle valute nazionali. "Potreste dire che si tratta di una cosa inconcepibile, e che l'effetto sarebbe enormemente distruttivo sia economicamente che politicamente. Ma continuare su questa strada, imporre misure di austerity su paesi che stanno soffrendo già tassi di disoccupazione da Depressione, è questo che è davvero inconcepibile".

Se davvero si vuole salvare l'Europa e l'euro, allora che i leader accettino che "il continente necessita di politiche monetarie ulteriormente espansive, dunque esprimano la loro volontà con un annuncio su una Bce disposta ad accettare in qualche modo un tasso di inflazione più elevato; l'Europa ha bisogno anche di politiche fiscali più espansive". Certo sarà dura, ma ci sarà qualche speranza di ripresa.

Invece, "piuttosto che ammettere di aver sbagliato, i leader europei sembrano determinati a portare la loro economia - e la loro società- sull'orlo del baratro. E il mondo intero pagherà il prezzo". 

martedì 10 aprile 2012

Borsa Milano cede -5%, spread sfonda i 400

da wsi
Milano - Piazza Affari cala a picco, messa all'angolo dalla crisi in Europa oggi incentrata sul debito spagnolo, dalle incertezze politiche in Italia (scandali nei partiti della maggioranza ed della ex maggioranza, il governo Monti che naviga a vista) e dalla frenata improvvisa dell'economia Usa, confermata dal brutto andamento dell'occupazione negli Stati Uniti. Il Ftse Mib ha perso il 4,98%. A pagare dazio sono sopratutto le banche, con Intesa Sanpaolo e Unicredit che cedono sette punti percentuali. Male anche A2A (-7%) e STM (-6,7%). Il settore bancario e' in calo di oltre l'8,5% nelle ultime due sedute, con Intesa, Unicredit, Banco Popolare, UBI Banca e Banca Popolare Milano tutte sospese per eccesso di ribasso. Lo spread intanto supera i 400 punti: e' la prima volta nell'arco di due mesi.

Se la situazione e' degenerata nei mercati non e' solo per le speculazioni innescate dalla crisi di bilancio e sopratutto di fiducia della Spagna, bensi' anche per l'indebolimento della maggioranza che appoggia il governo Monti in parlamento dopo le ultime manovre, certamente recessive e suscettibili di aumntare a dismisura il malcontento sociale nel paese. E' da settimane che i mercati finanziari si chiedono cosa avverra' nel dopo-Monti, oppressi dai timori circa un nuovo sfaldamento politico. Il tutto mentre il malessere nel paese e' enorme, con le misure di austerita' che si fanno sentire sui portafogli di tutti. Inoltre hanno pesato in negativo su Piazza Affari (secondo Nakatomi):

1. Le banche spagnole potrebbero aver bisogno di altro capitale se l'economia continuerà a contrarsi. L'avvertimento arriva dal governatore della Banca centrale spagnola, Miguel Angel Fernandez Ordonez.

2. L' allarme lanciato il 9 aprile dal New York Times sulle banche Italiane e spagnole, ritenute troppo esposte sui rispettivi debiti sovrani.

3. Volumi in borsa estremamente bassi.

4) La Grecia: default certo nonostante i piani di slvataggio e gli acquisti di titoli di Stato.

NY Times, le banche italiane e spagnole preoccupano ancora

da ADVISOR

Ad alimentare i timori il ricorso a titoli di Stato domestici da parte degli istituti di credito dei due Paesi…
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Tornano nel mirino le banche italiane e spagnole. Secondo un articolo apparso sul New York Times, la corsa all’acquisto di titoli di Stato domestici da parte degli istituti di credito italiani e iberici starebbero alimentando  nuovi timori sul livello di rischio assunto da Roma e Madrid e sull’esposizione dei due Paesi nel caso la situazione dovesse precipitare.
Le condizioni dell'area euro, riconosce il New York Times, sono migliori rispetto a qualche mese fa, a cominciare dall’Italia, dove il presidente del Consiglio Mario Monti ha calmato il mercato con il suo piano di austerity. Ma l'atteggiamento degli investitori sta cambiando: l'ottimismo degli ultimi mesi è stato accantonato e ha lasciato spazio a una maggiore cautela, che rischia di deteriorare rapidamente.
E per questo la crescente esposizione delle banche spagnole e italiane al debito dei loro rispettivi Paesi preoccupa. “Abbiamo visto come è andata a finire in Grecia”, ha commentato Michelle Bradley, analista di Credit Suisse. “Fra novembre e febbraio, periodo durante il quale la Bce ha prestato oltre 1.000 miliardi di euro a 800 banche europee, i titoli di Stato in capo alle banche spagnole sono aumentati di 68 miliardi di euro, mentre quelli a capo alle banche italiane di 54 miliardi di euro. Le banche spagnole e italiane hanno acquistato soprattutto titoli dei loro Paesi”.
Titoli che, secondo le analisi dell'agenzia Bloomberg, hanno assicurato negli ultimi mesi ritorni elevati, con le banche dell'eurozona che hanno incassato una plusvalenza del 13% sui titoli di Stato italiani nel periodo tra l'annuncio del primo maxi-prestito della Bce l'8 dicembre scorso e la fine del primo trimestre dell'anno. Nello stesso periodo i titoli di Stato della Spagna hanno generato un ritorno del 6%. Anche se la paura è diminuita rispetto ad alcuni mesi fa dunque, “spie luminose” si sono accese di nuovo su Spagna e Italia, i “due Paesi considerati più suscettibili di un secondo round di problemi”, conclude il NYT.