giovedì 26 luglio 2012

Borsa Milano maxi rialzo +5%. Crolla lo spread

Acquisti e ricoperture, Piazza Affari schizza con l'euro dopo le rassicurazioni del "numero 1" della Bce Mario Draghi. Spread sotto 470. Telecom e Fiat titoli peggiori. Volano i bancari: Unicredit e Intesa +8%. Euro tocca $1,23. Grafico: FTSE MIB.


Milano - Colpo di reni per la Borsa Milano, che ha oscillato per gran parte della seduta tra il territorio positivo e quello negativo, ma ora è in forte rally con il Ftse Mib che registra guadagni anche del +5% sopra i 13.140 punti; in netto progresso anche l'euro, verso quota $1,22, dopo le dichiarazioni del numero uno della Bce, Mario Draghi: la Bce "farà di tutto per salvare l'euro". Immediata reazione sul mercato dei BTP; lo spread Italia-Germania scivola sotto quota 500 punti base, a 469 (-9,5%), rendimenti del Btp decennale in discesa al 6,08% dopo un picco giornaliero al 6,48%. Cala nettamente anche il costo per assicurarsi contro un eventuale default di Roma e Madrid.

L'inizio di seduta e' stato pesante, a causa dell'ennesimodowngrade sul rating italiano, che stavolta è arrivato dall'agenzia indipendente Egan-Jones. Il rating è stato portato a un passo dalla spazzattura, a CCC-plus da B-plus. Citata la crisi finanziaria dei governi regionali (Sicilia), i problemi del sistema bancario e l'economia sotto pressione. Il giudizio è quasi spazzatura. "La capacità dell'Italia di sostenere le proprie banche è in questione, viste le condizioni deboli in cui versano il paese e le banche stesse", ha scritto l'agenzia in un comunicato.

Intanto la Grecia ha raggiunto un accordo con la Troika - gli ispettori del trittico Bce-Fmi-Ue - su una manovra "salva aiuti" da 116 miliardi di euro. Il governo, dal canto suo, avrebbe deciso misure per risanare i conti per un valore di 11,6 miliardi di euro nel biennio 2013-2014. 

Sullo sfondo, le notizie negative non mancano, ma vengono messe in secondo piano. Oltre alla nota di Egan-Jones sull'Italia, focus sulle parole di Willem Buiter, responsabile economista di Citi, secondo cui esiste il 90% di possibilità che la Grecia esca dall'Eurozona, entro i prossimi due-tre trimestri. Citi prevede "una prolungata debolezza economica e difficoltà nei mercati finanziari dei paesi periferici, che si tradurranno in una rinnovata recessione per l'Eurozona, sia quest'anno che nel prossimo". 

Tra le altre novità, anche la decisione di Moody's di tagliare il rating su 17 banche tedesche, dopo che una simile decisione è stata presa giorni fa in merito al giudizio sul rating del debito sovrano del paese. 

In linea generale gli operatori tornano poi a scommettere sull'arrivo di una nuova manovra di quantitative easing da parte della Federal Reserve, dunque su un nuovo QE3, e ora le parole di Draghi infondono speranze anche su eventuali interventi decisi da parte della Bce.

"Al momento, sono le notizie specifiche che stanno pilotando i mercati, ma gli investitori sono in generale più fiduciosi sull'arrivo di un QE3 - ha commentato in una intervista a Bloomberg Matt Riordan, gestore di portafoglio presso Paradise Investment Management, con sede a Sidney, Australia - L'Europa invece arranca non è affatto vicina a una soluzione". Il prossimo meeting della Fed è atteso per il 31 luglio/1° agosto. 

ALL'INTERNO DEL FTSE MIB - Listino milanese spinto da Unicredit (+7,32%), Intesa Sanpaolo (+7,18%) e Generali (+6,35%). I bancari, gravidi di bond italiani, sono in ripresa anche grazie all'ulteriore allentamento della tensione sul mercato dei titoli di stato nel post-Draghi. Male Fiat con -3,5%. Lettera anche su Telecom Italia, che cede -1,05%. 

BTP - Spread Italia-Germania a 10 anni incrementa i ribassi fino a -9,5% a 469 punti base. Tasso BTP a 10 anni in discesa al 6,08% dopo un picco giornaliero al 6,48%. Tasso spagnolo che nei giorni precedenti ha testato nuovi record dall'introduzione dell'euro, fino al 7,76%, per poi perdere terreno, fa -1,38% al 7,27%. Vendite sui Bund, con i rendimenti +1,59% all'1,28%. Dopo le parole di Draghi, i Cds a 5 anni spagnoli si restringono di 38 punti base a quota 585, mentre gli analoghi contratti per assicurarsi contro un default del debito italiano calano di 35 punti base in area 522. 

VALUTARIO - L'euro balza sul dollaro a $1,2302 (+1,20%) per poi ridurre lievemente i guadagni e fare +1,10% a $1,2290. Dollaro/yen +0,15% a JPY 78,25, euro/yen +1,23% a JPY 96,18.

MATERIE PRIME - I futures sul petrolio su +1,32%, a quota $90,14 al barile, mentre le quotazioni dell’oro a $1.622,40 l’oncia (+0,60%). Il petrolio aveva dato il via agli scambi in calo, per la prima volta in tre giorni, sulla scia delle speculazioni secondo cui l'aumento delle scorte non è sufficiente a compensare il calo della domanda negli Stati Uniti, il consumatore di greggio numero uno al mondo. Il Dipartimento per l'Energia Usa ha diffuso ieri che le scorte di petrolio crude sono salite la scorsa settimana di 2,7 milioni di barili: si tratta del primo incremento un un mese. 

Grecia: per Citigroup c'è il 90% di chance che lasci l'euro

di: WSI-Reuters Italia


Le possibilità nei prossimi 12-18 mesi sono salite a nove su dieci dalla stima precedente del 50-70%. Probabile che accada nei prossimi due-tre trimestri. Nei prossimi anni "assisteremo a uscite di scena e ristrutturazioni di debiti e banche". Intanto nuovi tagli: 1,7 miliardi di euro per il 2013-14.


Milano - Le possibilità che la Grecia esca dall'euro nei prossimi 12-18 mesi sono salite al 90% circa, secondo la banca americana Citi che indica nei prossimi due-tre trimestri l'arco temporale in cui è più probabile che tale evento si realizzi.

Il rapporto, datato 25 luglio ma distribuito via e-mail oggi, prevede anche che Italia e Spagna facciano domanda formale di aiuti finanziari all'Unione europea e al Fondo monetario internazionale dopo che Madrid ha già chiesto fondi per gli istituti di credito nazionali.

In precedenza, le probabilità di un'uscita di Atene dall'euro era data dagli economisti di Citi al 50-70%.

"Sulla crisi dell'euro rimaniamo pessimisti", si legge nel rapporto di Citi.

"Nei prossimi anni, nell'area dell'euro assisteremo a uscite di scena (Grecia), a un significativo ammontare di ristrutturazioni di debiti sovrani e di ristrutturazioni bancarie (Portogallo, Irlanda ed eventualmente, forse, Italia, Spagna e Cipro) in presenza di una limitata condivisione dell'onere fiscale".

Citi dice inoltre di aspettarsi che l'uscita della Grecia dall'euro, sommata alla debolezza economica nei paesi periferici dell'area inneschi ulteriori declassamenti del debito sovrano nei prossimi due-tre trimestri.

Gli economisti della banca Usa prevedono un downgrade di almeno un gradino da parte di almeno una delle maggiori agenzie di rating nei confronti di Austria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Portogallo e Spagna.

Fuori dall'eurozona, Citi si aspetta che sia gli Stati Uniti, sia il Giappone siano declassati di un notch nel giro di due-tre anni. Nello stesso periodo potrebbe perdere la tripla A anche la Gran Bretagna a causa della debolezza dell'economia.

Intanto il governo ha annunciato nuovi taglI: 1,7 miliardi di euro per il 2013-14.

mercoledì 25 luglio 2012

Goldman: l'euro così come lo conosciamo ha due anni di vita

WSI
ll gestore numero uno della banca, Jim O'Neill, noto per aver coniato il termine BRIC, e' convinto che la regione abbia raggiunto un punto critico. Il tempo a disposizione per trovare una soluzione sta per scadere.



New York - Ormai l'Eurozona cosi' come la conosciamo ha raggiunto un punto critico e il tempo a disposizione per trovare una soluzione sta per scadere. 

L'avvertimento viene dal presidente di Goldman Sachs Asset Management, Jim O'Neill.

"Due anni al massimo - ha detto in un'intervista all'emittente CNBC O’Neill, noto per aver coniato il termine BRIC - questo e' il tempo che e' rimasto all'Eurozona per riuscire a sopravvivere nalla forma in cui la conosciamo ora".


"Con ogni probabilita' poi - ha aggiunto O'Neill - la realta' e' un'altra e il tempo a disposizione e' ancora piu' limitato".

L'Unione Monetaria Europea nel suo complesso sta lentamente cessando di funzionare, dopo che le autorita' europee hanno ripetutamente fallito all'appuntamento, non essendo riuscite a prendere decisioni risolutive. 

"L'EMU cosi' com'e' strutturata non funziona. O si creano gli Stati Uniti d'Europa o non si creano", ha aggunto O'Neill. E che non ci siano vie di mezzo.

martedì 24 luglio 2012

Dai tempi di Mussolini Borsa italiana mai cosi' economica

Investitori non hanno mai visto in vita loro prezzi cosi' convenienti. Ieri quando sono stati testati i minimi di sempre, con un tempismo sospetto la Consob ha imposto lo stop alle vendite allo scoperto.


Milano - Con i ribassi delle ultime tre sedute, il rapporto tra prezzo di borsa e stime sugli utili societari dei gruppi quotati a Piazza Affari e' ritornato sugli stessi livelli visti ai tempi del ventennio di Mussolini. Lo rivelano i dati raccolti da Blackrock, secondo cui molti investitori non hanno mai visto in vita loro prezzi cosi' economici. 

E secondo Morgan Stanley gli operatori farebbero bene a non snobbare la borsa italiana. Il team di analisti dell'istituto di credito sottolinea che se da un lato Grecia e Spagna occupano il centro del palcoscenico di quella che sembra una crisi del debito senza via d'uscita in Europa, l'Italia viene spesso citata come la prossima nella lista.

I media sono ossessionati con l'incremento progressivo dei tassi di interesse e i problemi di rifinanziamento che il governo incontrera' nei prossimi mesi. Tuttavia il mercato azionario non riceve l'attenzione che merita. I prezzi hanno fatto un tonfo incredibile negli ultimi anni.

Secondo le ricerche della banca Usa la borsa ha perso il 20% nel 2011. Dall'inizio della fase ribassista nel 2007 i valori sono stati ridotti di due terzi (-73%). 

L'azionario europeo ha perso tantissimo negli ultimi anni per via della crisi, ma secondo i calcoli degli analisti di Morgan Stanley i prezzi sono scesi in maniera sproporzionata rispetto alle altre borse mondiali. 

Italia e Spagna si collocano nel quadrante dei listini "economici" e meno richiesti. Se si guarda ai parametri dei prezzi per il 2012, si scopre che rispetto al resto d'Europa, a questi valori l'azionario italiano e' sottovalutato
I parametri di prezzo dei titoli azionari italiani confrontati con quelli del resto d'Europa.

Al contrario Germania, Olanda, Belgio, Danimarca e Irlanda occupano invece la categoria "Cari e molto richiesti".

Le stime 2012 parlano di:

· Rapporto tra prezzi di borsa e utili societari: 8 volte – 25% di sconto
· Prezzi/Profitti Cash: 3,4X – 31% di sconto
· Prezzi/Book value: -0,65X - 50% di sconto
· Price/Fatturato: -0,50X pari a uno sconto del 35%

Il rapporto tra Valore Effettivo e EBITDA e' al 4, pari a uno sconto del 28%.

Non solo i titoli sono economici se paragonati alle borse concorrenti, ma lo sono anche in generale rispetto ai valori effettivi reali. Ma c'e' di piu': a questi prezzi i singoli titoli sono ancora piu' convenienti. 

I titoli che pesano di piu' sull'indice FTSE Mib sono anche tra i piu' economici. Solo dieci societa' contano per oltre il 75% del valore di mercato azionario: Eni, Enel, Unicredit, Intesa, Generali, Saipem, Tenaris, Fiat Industrial, Snam e Telecom.

Eni ha un rapporto Valore effettivo/EBITDA di 0,95, Telecom Italia del 3,8 e un tasso prezzo/book value dello 0,59. E i dividendi non sono affatto malvagi, con un premio del 5%-18% nell'ordine. 

Al momento l'indice della borsa milanese cede lo 0,8% a quota 12.604 punti, dopo che le borse europee avevano vissuto la peggiore due giorni da aprile. Tra venerdi' e lunedi' Piazza Affari ha accusato cali dell'ordine del 6,7% circa. Ieri le perdite sono state pari al 2,76%, con il FTSE Mib che si e' attestato a quota 12.706,36 punti.

Proprio quando ieri al giro di boa la Borsa italiana ha toccato il doppio minimo di sempre (2009/2011), la Consob ha imposto lo stop alle vendite allo scoperto. "E’ lecito sospettare che la Consob abbia lasciato agire indisturbati i grossi operatori fino all'ultimo istante utile. Avvalorando la tesi secondo cui essa non sia dalla parte della trasparenza dei movimenti borsistici", denuncia sotto voce un utente anonimo parte dei piccoli azionisti di Banco Popolare. 

Subito dopo la decisione dell'authority italiana, anche la Spagna ha deciso di intraprendere una misura straordinaria ancora piu' importante, vietando le operazioni short su qualsiasi tipologia di titolo.

Da inizio anno il calo del listino e' di oltre il 13%, negli ultimi dodici mesi del 32,5%. Sul fronte dei titoli di stato il tasso a dieci anni e' in rialzo a quota 6,4%. L'ammontare di debito che il Tesoro dovra' collocare nei prossimi mesi equivale a 160 miliardi di euro nel periodo compreso tra giugno e ottobre. Come hanno spiegato diverse banche d’affari, da Citigroup a UBS, al 5% "il rifinanziamento italiano, sotto il profilo dei costi, e' gia' insostenibile". Il rischio e' anche per Roma quello di dover ricorrere ad aiuti esterni. 

A meno che, come chiedono in coro piu' economisti, la Bce non decida di intervenire assicurando che acquistera' debito degli stati in difficolta' a qualunque condizione. Perche' cio' avvenga bisognera' vincere l'opposizione di Bundesbank e governo tedesco.

Per contattare l'autore Twitter @neroarcobaleno; daniele@wallstreetitalia.com

Moody's boccia anche la Germania: outlook negativo

Ma non solo. La scure dell'agenzia di rating colpisce Olanda e Lussemburgo. Per l'istituto, l'unico paese che al momento non sembra correre rischi è la Finlandia. Berlino non è più invulnerabile. Grazie ad Angela Merkel.


New York - Moody's ha tagliato l'outlook a Germania, Olanda e Lussemburgo. Secondo l'agenzia di rating americana infatti il peso del mantenimento dell'eurozona ricadrà tutto sulle spalle dei tre paesi.

Il rating di Germania, Olanda e Lussemburgo è rimasto AAA, ma l'outlook è passato dunque da stabile a negativo. L'unico paese il cui outlook è stato considerato stabile è la Finlandia, con rating tripla A.

La decisione di Moody's è stata presa anche a causa dell'aumento del rischio per l'Europa, con Spagna e Italia che secondo l'agenzia di rating potrebbero essere vicine a una richiesta di aiuti. A provocare la misura anche la situazione greca, con il paese che sembra di nuovo valutare un'uscita dall'eurozona.

da: Repubblica

Roma - Outlook negativo, cioè prospettiva pessimista, per il rating della Germania. Berlino insomma non è più invulnerabile. La brutale doccia fredda è arrivata stasera tardi (ieri per chi legge) dall'agenzia di rating americana Moody's, sullo sfondo di una crisi dell'eurozona sempre più drammatica. 

La Germania viene dunque bocciata per la prima volta, a causa dei costi che il salvataggio dell'euro comporta per lei. Viene bocciata, anche se non ancora declassata, dopo due giorni di bocciature a raffica della Grecia da parte di fonti vicinissime alla cancelliera Angela Merkel e da parte di altri altissimi esponenti governativi. 

La spada di Damocle di Moody's è arrivata a conclusione del lunedì nero di mercati, borse (Francoforte inclusa) e spread, e alla vigilia di due difficili appuntamenti negoziali: quello tra il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e il titolare dell'Economia spagnolo Luis dos Guindos qui a Berlino, e quello della Trojka (i plenipotenziari di Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) ad Atene.

Il giudizio di Moody's è unilaterale e ingiusto, ha subito ribadito in nottata il ministro Schaeuble, aggiungendo: la Germania resta l'ancora di stabilità dell'Unione europea, i suoi dati fondamentali sono solidi, solido è anche il suo settore bancario. 

Per la prima volta, il governo tedesco deve così difendersi dalle agenzie di rating usando termini e concetti fino a ieri impiegati solo da Atene e Lisbona, Madrid, Parigi o Roma. E Schaeuble ha comunque aggiunto: tratteremo con i partner europei per trovare al più presto un'uscita dalla crisi. 

Poco prima era arrivato un avvertimento dal presidente americano Barack Obama: l'Europa, ha detto tramite i suoi portavoce, deve tradurre in pratica gli impegni assunti al recente vertice delle massime potenze mondiali per stabilizzare la situazione economica complessiva, seguiamo attentamente la situazione.

Il comunicato di Moody's è durissimo, e minaccia di rafforzare a Berlino gli argomenti dei falchi contrari a nuovi aiuti alla Grecia o agli altri paesi sudeuropei deboli e iperindebitati. L'agenzia di rating sottolinea infatti che sulle prospettive di un mantenimento del rating massimo (AAA) per Germania, Olanda e Lussemburgo pesa innanzitutto la crescente incertezza sulla crisi del debito nell'eurozona, l'attuale quadro politico, la sempre più probabile uscita della Grecia dall'euro che avrebbe un impatto negativo anche per Spagna e Italia. Cge Atene esca dall'euro come molti in Germania auspicano (la cancelliera secondo la Sueddeutsche Zeitung ritiene impensabili altri aiuti) o che vi resti come la Commissione europea chiede contestando i tedeschi, c'è secondo Moody's sempre più probabilità che sia necessario più sostegno finanziario all'eurozona, e il peso cadrebbe sui paesi più forti a massimo rating, quindi la Germania in primo luogo. 

Ciò, continua l'agenzia, sempre che si voglia mantenere in vita l'area dell'euro nella sua attuale forma, cioè con i membri attuali. Per i falchi tedeschi del rigore l'avvertimento può suonare come una conferma delle loro tesi. Tesi favorevoli a scoprire le carte e a lasciar fallire gli Stati più deboli, come in uno shock secondo loro salutare per salvare la moneta unica, magari solo in un nucleo duro con meno membri

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lunedì 23 luglio 2012

Fondo Monetario Internazionale pronto a staccare la spina alla Grecia

di: WSI-TMNews



Il Der Spiegel, citando fonti Ue, riporta che il fondo potrebbe interrompere il versamento di aiuti ad Atene, appena il meccanismo di salvataggio ESM sarà attivo a settembre. Rischio bancarotta per la Grecia.
Roma - Il Fondo monetario internazionale avrebbe comunicato all'Unione europea la sua intenzione di bloccare gli aiuti economici alla Grecia: tale circostanza, secondo quanto si legge sulla Deutsche Welle che questa mattina rilancia le indiscrezioni pubblicate dallo Spiegel, secondo cui il Fondo non intende contribuire ad "ulteriori aiuti" ad Atene. La notizia giunge alla vigilia della pianificata visita della Troika ad Atene: gli esperti dell'Unione europea, del Fondo monetario e della Banca centrale Ue stanno valutando come la Grecia stia applicando il piano di riforme concordato in cambio degli aiuti.

Banche, Conto Arancio ora a pagamento


Conto Arancio non è più gratuito. Il gruppo Ing Direct, titolare del conto, ora non assorbe più il costo dell'imposta di bollo, che prima era in quota fissa, e chiede ai clienti di farsene carico.
 
''A seguito del Decreto Legge n. 16/2012, che ha introdotto dal 1 gennaio 2012 un'imposta di bollo proporzionale su tutti i conti di deposito, la nostra Banca ritiene di proporre una modifica unilaterale delle condizioni contrattuali relative al conto di deposito denominato Conto Arancio'', recita una nota del gruppo inviata ai clienti.

La modifica prevede che ''l'imposta di bollo su Conto Arancio sia a carico del cliente e che la Banca sia legittimata, in tutti i casi di prelievo da parte del Cliente, a trattenere, la somma tempo per tempo necessaria a far fronte agli oneri connessi al pagamento dell'imposta di bollo''.

In passato, il bollo in quota fissa era pari a 14,62 euro mentre oggi, in base alle novità introdotte con il decreto 'semplifica-Italia', l'imposta risulta pari allo 0,10% del deposito con un minimo di 34,20 euro ed un massimo di 1.200 euro. Salirà ancora, nel 2013.

Spread Italia: punto e a capo, siamo ai livelli di novembre

WSI
Tornati indietro di mesi, a quel 9 novembre del 2011 in cui il differenziale con i rendimenti a 10 anni della Germania balzò al record storico. LEGGI TREND DA INIZI 2012 E SU BASE ANNUA.Accanto, la performance in un anno.



New York - 9 novembre 2011: Italia sotto attacco da giorni. Lo Spread Italia-Germania a 10 anni non accenna a diminuire la propria corsa e tocca un record a quota 575; i rendimenti toccano il nuovo record storico al 7,48%, mentre i tassi a due anni volano al 7,415% e quelli a cinque anni aumentano fino al 7,3%. Il rischio Italia, misurato dai Cds a 5 anni (credit default swap, ovvero contratti per assicurarsi per cinque anni contro il rischio default di un paese), sale a quota 570. Nuovo record.

La caduta del governo Berlusconi sembra innescare l'inizio di un trend discendente per il differenziale tra i rendimenti a 10 anni italiani e tedeschi. Ma dopo qualche mese si nota che la fase ribassista è solo una parentesi.

23 luglio 2012: lo spread Italia-Germania, che già venerdì 20 luglio ha testato quota 500 punti base, supera quota 520 punti base. Spazzata esattamente dopo un mese l'illusione di venerdì 20 giugno - il giorno successivo agli annunci del summit del Consiglio europeo -, quando per lo spread Italia-Germania si conclude la migliore seduta da settimane. Il differenziale, un mese fa - ma sembra sia passato un secolo - chiude a 414,75 punti base e il tasso sui BTP a 10 anni scende 5,80%.

Panorama completamente diverso quello degli ultimi giorni. I motivi sono diversi e portano il riacuirsi delle tensioni per il futuro della Spagna - sempre più nel mirino degli speculatori -, ma anche per quello l'Italia, visto che ci sono dubbi su cosa accadrà il prossimo anno, e in ogni caso cosa accadrà nel post Monti. Nei primi minuti della sessione odierna il differenziale supera i 522 punti e il tasso sui BTP a 10 anni è a un passo dal 6,40%. Incredibile balzo dei tassi a due anni, con +18,71% al 4,68%, mentre i rendimenti a cinque anni fanno +6,66% al 5,95%. 

In questo contesto, c'è chi si chiede se, per la salute dello spread, non sia alla fine meglio indire elezioni a novembre. Dopo la luna di miele con la stampa internazionale, il governo Monti fa fronte a più critiche. L'ultima è quella delFinancial Times che avverte chiaramente il Presidente del Consiglio sul fatto che il tempo "sta per scadere" e che lo invita a "dire la verità" agli italiani se non vuole che il successo dell'ultimo summit di Bruxelles si trasformi in una "vittoria di Pirro", così come è accaduto a Mariano Rajoy, il premier spagnolo.

Intanto, i numeri parlano da soli e non sono affatto confortanti: spread Italia-Germania solo -0,79% dall'inizio del 2012, mentre rispetto allo stesso periodo dell'anno è superiore +103,19%.Spread Italia-Germania a 2 anni -4,13% da inizio 2012, +110,77% su base annua.

venerdì 20 luglio 2012

La vera storia dei bancari in fuga

da: Bluerating
Molti guardano alla promozione finanziaria. A prescindere dallo spettro esuberi


Bisognerà aspettare settembre per capirne bene i contorni ma, nel tanto vituperato mondo delle banche, si riapriranno i tavoli delle trattative e tutto dovrà essere ridiscusso tra Abi, sindacati e governo. Intanto la questione degli esuberi, per il momento, pare essere arginata e non solo, dato che si parla anche di reintegri. Secondo una prima stima dei sindacati, infatti, nelle stanze del dicastero dove si stanno ridefinendo (si spera in fretta) i dettagli della riforma del ministro del Welfare, Elsa Fornero, sono parcheggiati quasi 10mila bancari che sarebbero dovuti uscire di qui al 2015 (secondo i piani siglati dalle parti gli scorsi anni) ma che, per lo slittamento delle finestre, non dovrebbero più trovarsi a spasso. Sta di fatto, però, che nelle banche tira una brutta aria, l’incertezza regna sovrana su orari, premi di produttività e mansioni e si cerca di correre ai ripari. La figura del bancario classico, insomma, è sempre più in crisi, privata com’è (soprattutto rispetto al passato) di garanzie economiche, scatti professionali e reputazione. Intanto, qualcuna delle reti dislocate sul territorio nazionale, in modo diverso, sta alzando la testa per attirare a sé nuove risorse, magari proprio di emanazione bancaria. Soprattutto quelle dalle buone relazioni e dai portafogli corposi.

Quando non sono gli stessi bancari a considerare l’idea di ripensare se stessi in un nuovo ruolo professionale. Avventurandosi, per esempio, nel mondo della promozione finanziaria. Ma il passaggio non è semplice. Comporta una rivoluzione culturale da parte della risorsa (che si troverebbe così a passare da un ruolo da dipendente a uno di libero professionista), nuove competenze da acquisire (siglate dall’iscrizione a un apposito Albo) e la capacità di relazione col cliente. Per capirne il fenomeno, che non è certo legato alla contingenza, ovvero allo spettro esuberi dell’ultim’ora, occorre andare un po’ indietro nel tempo. A livello alto, infatti, il fenomeno del bancario che diventa pf esplode in Italia alla fine degli anni ‘90 grazie all’intraprendenza di alcune reti che hanno cominciato a farsi largo sul mercato attraverso campagne di reclutamento di migliaia di bancari dalla clientela ricca. Un passaggio (dall’enorme successo) guidato dal fatto di acquisire più ampia professionalità, intraprendere la libera professione e avere la possibilità aumentare i livelli della propria redditività. Fideuram ha fatto scuola. 

E oggi cosa sta succedendo?


“Le reti continuano il recruiting dei bancari di qualità, con buone relazioni e portafogli interessanti anche se l’intensità sembra non essere più la stessa di quegli anni. Nell’ultimo triennio, infatti, si assiste a una riduzione del numero dei provvedimenti di iscrizione all’Albo a fronte dei requisiti professionali, di cui al dm 472/98, maturati presso le banche e gli altri intermediari autorizzati. Erano oltre 1.200 nel 2009, circa 880 nel 2010 e un centinaio di meno nel 2011. “Anche il rapporto tra le iscrizioni cosiddette ‘di diritto’ e quelle ‘per supermento della prova valutativa’ lo confermano”, commenta Joe Capobianco, d.g. Apf, l’organismo per la tenuta dell’Albo dei pf. Le iscrizioni di diritto erano il 52% nel 2009, nel 2010 parità, mentre nel 2011 c’è il sorpasso delle iscrizioni per superamento della prova: 57% contro il 43% di quelle di diritto. Sul reclutamento di ex bancari da avviare alla professione di promotore, “si cercano operatori con un’esperienza già importante e rapporti ben consolidati. Non è un caso che l’età media dei nuovi iscritti di diritto di fatto coincida con l’età media della popolazione dei pf. Era 46 anni nel 2009 ed è 47 nel 2011, superiore di circa una dozzina d’anni all’età media di quanti vengono iscritti a seguito della prova d’idoneità”, continua. 

Chi è adatto a diventare pf
“La consulenza finanziaria necessita di competenze che difficilmente possono combaciare con quelle di profili provenienti da mansioni non strettamente correlate al mondo bancario”, precisa Enzo Ruini, sales manager Italy Banca Generali. E continua: “Del resto le banche, in genere, fanno di tutto per tenersi strette le buone risorse e se la persona è stata in grado di costruire negli anni una buona relazione coi clienti tenderà, anche in un momento come questo, a rafforzarla ulteriormente. Mentre invece, se ci si rende conto di avere professionalità spendibili sul mercato in una logica più dinamica e meno ingessata di quella bancaria, allora ben venga il cambiamento. Ma questo prescinde dal contesto critico attuale”. Un bancario che sta in amministrazione o in cassa difficilmente potrà diventare un pf ed essere appetibile alle reti, mentre una figura da ufficio titoli o il responsabile di una filiale, “ovvero persone con rapporti consolidati con la clientela che investe potrebbero avere i requisiti necessari per la professione”, continua Ruini.

Quali trend cogliere?

“I dati relativi ai primi sei mesi del 2012”, dice Capobianco, “non sono ancora sufficienti a delineare un quadro preciso. Le iscrizioni di diritto ammontano a 430, pari al 52%. Se le percentuali dovessero trovare conferma anche a fine anno, ci potremmo trovare di fronte a un’ennesima inversione di tendenza, con un differenziale di 9 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Circa le future evoluzioni, vedo anche un’altra possibilità legata agli esuberi del personale bancario di grande attualità di questo periodo. Le banche potrebbero concepire, o forse lo hanno già fatto, l’idea di qualificare le figure professionali in esubero verso il ruolo commerciale e di consulenza del pf. Attendiamo la fine delle iscrizioni alle prove delle terza sessione 2012 per riscontrare i primi veri segnali, tenuto conto che parliamo di personale bancario che non avrebbe i requisiti per accedere di diritto all’Albo”, conclude. 

Il ministro spagnolo Montoro: "Abbiamo finito i soldi"

La Spagna «non ha un soldo in cassa per pagare i servizi pubblici". Senza aiuto Bce il Paese è fallito.



La Spagna «non ha un soldo in cassa per pagare i servizi pubblici e se la Bce non avesse comprato i titoli di Stato, il Paese sarebbe fallito». Lo ha affermato il ministro del bilancio spagnolo, Cristobal Montoro, al parlamento di Madrid, secondo quanto riferisce Bloomberg. Secondo quanto riporta il quotidiano El Pais, sempre secondo Montoro  "la Spagna non ha più soldi per pagare i servizi pubblici".
La Spagna ha venduto bond con scadenza 2014, 2017 e 2019 per 2,98 miliardi, poco sotto l'obiettivo di 3 miliardi, con tassi in deciso rialzo e domanda in calo. Il rendimento medio del biennale è balzato al 5,204% dal 4,335% di giugno, quello del 5 anni al 6,459% dal 6,072%. Il tasso sulla scadenza 2019 si è attestato al 6,701%

Borsa Milano: sell off improvviso, cede -3,5%

Ftse Mib accelera al ribasso dopo aver violato una serie di supporti a 13.550 e 13.400. Spread a 495. Nessun recupero per l'euro, sotto quota $1,23. Alert default per la Spagna: condizioni sempre più critiche. Tasso spagnolo balza al livello critico del 7,10%. Petrolio giù, tasso BTP risale sopra il 6%.


Milano - Borsa Milano accelera improvvisamente al ribasso, con il Ftse Mib che riporta una perdita di circa il 3,5% e lo spread tra Italia e Germania che ritorna su livelli allarmanti poco sotto l'area dei 500 punti. Le tensioni geopolitiche e la possibilità che l'Fmi possa alzare il livello di allarme per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti - a seguito della strage di Denver - innervosiscono gli operatori. 

Il vero motivo è però l'allarme default del debito spagnolo, sempre più concreto, con i tassi sui bond a 10 anni che balzano al 7,10% e lo spread con la Germania che e' salito a 593 punti base. Oggi l'Eurogruppo ha dato il suo ok alla prima tranche da 30 miliardi di aiuti alle banche spagnole, su un totale di 100 miliardi, ma molti elementi lasciano intendere che Madrid stia entrando in un vicolo cieco. Tra le altre borse europee: Londra -0,84%, Francoforte -0,97%, Parigi -0,97%, indice di riferimento Eurostoxx 50 -1,85%. Piazza Affari e' la piu' debole d'Europa, per via del peso eccessivo che hanno sull'indice italiano i titoli bancari, oggi presi di mira dai ribassisti.

I mercati avevano già aperto le contrattazioni all'insegna delle vendite, complici le indicazioni arrivate dal fronte societario Usa che ha visto da un lato crescere gli utili di Google dell'11%, ma che dall'altro lato ha fatto i conti con le ingenti perdite di Microsoft.

Gli investitori attendono la riunione odierna dei ministri delle finanze europei che, nella riunione dell'Eurogruppo, dovrebbero dare il via libera definitivo agli aiuti alle banche spagnole, per un valore fino a 100 miliardi di euro. Nel pomeriggio di ieri, il Parlamento tedesco ha detto sì alla manovra. Sul fronte italiano, Fitch ha confermato il proprio giudizio sull'Italia ad "A-", con outlook negativo. 

Riguardo ai singoli mercati azionari, nonostante la perdita odierna, i listini asiatici hanno chiuso la settimana registrando il guadagno più sostenuto su base settimanale dal mese di gennaio. A Wall Street, l'indice S&P 500 ha testato ieri il massimo degli ultimi due mesi e mezzo e in Europa lo Stoxx 600 ha guadagnato +1,9% dall'inizio della settimana, la fase di rialzi più lunga dal gennaio del 2006, corrispondente alla settima settimana consecutiva di incrementi. 

Focus anche sui Bund, con quelli a 10 anni che si approssimano a salire per la terza settimana consecutiva. Gli investitori continuano così a rifugiarsi nei titoli tedeschi, nonostante i bassi rendimenti. I tassi dei titoli a due anni, per esempio, sono ormai inferiori a zero per l'undicesima sessione consecutiva. 

Occhio al petrolio, che nelle ultime ore ha toccato il massimo delle ultime nove settimane, per le tensioni con l'Iran e anche per l'attentato contro i turisti israeliani in Bulgaria che, secondo Israele, sarebbe stato orchestrato dall'Iran. Al momento, le quotazioni scendono sulla scia delle speculazioni secondo cui i guadagni possano essere stati eccessivi, soprattutto se si considerano la debolezza del contesto macroeconomico e i segnali di un indebolimento della domanda di greggio. Intanto, il contratto con scadenza a un mese è salito questa settimana +5,6%, rimanendo comunque in flessione -7% quest'anno. 

Focus anche sulla Germania, dopo che il ministero delle finanze tedesco, subito dopo il voto a favore degli aiuti spagnoli, ha avvertito che il paese soffrirà un rallentamento nella crescita del Pil nel secondo trimestre dell'anno e che l'economia rimarrà probabilmente moderata per il resto dell'anno. 

ALL'INTERNO DEL FTSE MIB - Banche giù, accelerano al ribasso. MPS -1,80%, Banca Popolare dell'Emilia Romagna -3,91%, BPM -1,20%, Intesa SanPaolo -2,84%, Unicredit -2,82% e Ubi Banca -2,39%. Altri titoli negativi Generali -3,46%, Pirelli -2,86%, Stm -1,54%, Positiva, alle 12.30 circa italiana, solo Diasorin, con +2,77%. Buy su Finmeccanica: il gruppo ieri ha annunciato la firma di contratti con Israele per un valore pari a circa 850 milioni di dollari. Secondo indiscrezioni stampa, inoltre, Siemens starebbe perfezionando in queste ore un'offerta per Ansaldo Energia. "Sono notizie positive", commenta a Reuters un trader, ricordando che la vendita di Ansaldo Energia rientra nel disegno strategico voluto dal gruppo.

BTP - Il differenziale tra Bpt e Bund a dieci anni sale +1,95% a 485,44 punti base. Il rendimento sul decennale italiano +1,05% al 6,06%. Tasso a 10 anni Spagna +1,37% al 7,10%. Acquisti sui Bund, tasso -2,96% all'1,18%. 

VALUTARIO - L'euro -0,42% a $1,2228. Dollaro/yen -0,03% a JPY 78,54, euro/yen -0,47% a JPY 96,03.

MATERIE PRIME - I futures sul petrolio in calo -1,27% a $91,48 al barile, quotazioni oro -0,06% a $1.579,40. 

mercoledì 18 luglio 2012

Merkel: "Non sono sicura che il progetto euro funzionera'"

WSI
A queste condizioni il progetto dell'euro non e' ancora pronto: dovra' offrire la certezza che tutto possa funzionare alla fine, secondo la Cancelliera tedesca. "Ma abbiamo capito che se il resto d'Europa va male. la Germania non puo' fare bene".


New York - Angela Merkel si e' detta ottimista sulla risoluzione della crisi del debito europeo malgrado le persistenti difficolta'. Detto questo per la Cancelliera tedesca "va anche precisato, naturalmente, che il progetto non e' ancora stato costituito in un modo tale da offrire la certezza che tutto vada bene alla fine". A queste condizioni, insomma, non e' certo che funzionera'.

"Dobbiamo continuare a lavorarci sopra", ha spiegato Merkel in una intervista pubblicata sul sito del suo partito, l'Unione dei Cristiani Democratici (CDU in nell'acronimo tedesco), aggiungendo che "sono tuttavia a ogni modo ottimista sul fatto che ce la faremo".

Merkel ha poi ricordato che la Germania riuscira' a uscire piu' forte da questa crisi, la piu' grave dai tempi della Grande Depressione di fine Anni 30. Allo stesso tempo la leader della che il paese non e' un'isola felice e che la maggiore economia d'Europa non puo' andare bene se gli altri paesi della regione sono oppressi dalla recessione. 

"Adesso capiamo che possiamo fare bene solo se anche i vicini d'Europa vanno bene".

Zingales: spread sotto 200 o l'Italia non ce la fa


Parola del docente della Chicago Booth School of Business (nella foto). "Già quota 450 è impossibile da sostenere nel lungo periodo": se "la situazione peggiora difficile evitare il default"
Roma - "Se la situazione peggiora l'Italia non ce la fa''. E' quanto rileva l'economista Luigi Zingales, docente alla Chicago Booth School of Business, intervistato dal Gr3 Rai.

"Gia' 450 punti di spread sono per il governo impossibili da sostenere nel lungo periodo, difficili nel breve: o lo spread rientra in termini relativamente veloci entro i 200 punti, o e' veramente difficile che l'Italia riesca a evitare un default". 

Quanto alle prospettive del Paese, aggiunge Zingales, "purtroppo la Banca d'Italia ha ragione, il credit crunch si sta riflettendo sull'economia, e un Pil in calo del 2,5 per cento nel 2012 c'e' tutto, finche' non si risolve l'incertezza e' difficile vedere segnali di ripresa".

Moody’s declassa le assicurazioni: colpite Generali, Allianz e Unipol


Dopo il downgrade di 10 istituti di credito e 23 enti locali italiani, anche le tre compagnie assicurative finisco nel mirino dell'agenzia Usa. Decisione legate al declassamento dell'Italia dello scorso 13 giugno.
Roma - Dopo la maxi-sforbiciata di lunedì, Moody's ha tagliato il rating anche di tre importanti compagnie di assicurazioni italiane, sempre sulla scia del downgrade dell'Italia deciso la settimana scorsa. 

Unipol Assicurazioni passa così a Baa2 da A3, il rating di Assicurazioni Generali scende da A1 a Baa1 con outlook negativo, mentre Allianz passa da A1 a A3, prospettive negative. 

Ne ha dato notizia l'agenzia di rating ieri in tarda serata, all'indomani di una raffica di downgrade per banche, società e enti amministrativi italiani.

martedì 17 luglio 2012

HSBC accusata di riciclaggio: finanziati gruppi terroristi

da:WSI
La discipilina rilassata del gruppo inglese ha consentito a cartelli di droga messicani di riciclare miliardi. Fatti affari con societa' legate ad attivita' terroristiche. Le autorita' Usa sapevano dei diffetti dei sistemi di controllo ma non hanno mosso un dito.
New York - HSBC e' accusata di aver fatto affari con societa' legate a spaccio e attivita' terroristiche, approfittando di una disciplina troppo rilassata all'interno dell'istituto.

Il report compilato dalla commissione di indagine del Senato americano non lascia spazio a dubbi: i dirigenti dell'istituto hanno sottovalutato le denunce avanzate dai dipendenti, lasciando che i problemi persistessero per anni.

Quanto alle autorita' di controllo Usa, sapevano che la banca aveva un sistema di controllo debole, ma non e' intervenuta.

Alcune filiali dell'istituto britannico sono anche riuscite a scansare i divieti imposti dal governo contro qualsiasi operazione condotta con Iran e altri paesi 'nemici'.

La divisione Usa ha offerto soldi e altri servizi finanziari a una serie di banche saudite e del Bangladesh che si ritiene abbiano finanziato al-Qaeda e altri gruppi che fanno parte della lista Usa delle organizzazioni terroristiche. 

lunedì 16 luglio 2012

Mediolanum: Risultati eccezionali

Mediolanum chiude il trimestre con un utile da record
Il gruppo di Ennio Doris ha concluso il periodo che va da gennaio a marzo con un risultato netto consolidato in crescita del 160% su anno a...


Utile netto trimestrale da record per Mediolanum. Il gruppo di Ennio Doris ha concluso il periodo che va da gennaio a marzo con un risultato netto consolidato in crescita del 160% su anno a 178,6 milioni, mentre l’utile netto del mercato domestico è stato pari a 173,2 milioni di euro +153% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. 

A comunicarlo è stata la stessa società, che oggi ha riunito il cda per l’approvazione dei conti, da cui emerge tra l’altro che anche il totale delle masse gestite e amministrate ha registrato un massimo storico, attestandosi su 49,17 miliardi di euro, in crescita del 6% rispetto al saldo al 31 marzo 2011 e del 6% anche rispetto al saldo di inizio anno. 

Per quanto riguarda la sola Banca Mediolanum invece, il periodo si è chiuso con una raccolta netta di 916 milioni di euro: al 31 marzo la società contava un parco promotori finanziari di 4.466 unità e circa 1.050.300 clienti con un totale di conti correnti e di deposito pari a circa 651.500 unità (+15% su anno). Banca Esperia invece le masse amministrate sono saliti del 7% rispetto al 31 marzo 2011, attestandosi a 13,5 miliardi (6,78 miliardi quota Mediolanum), mentre l’utile Netto si è attestato a 2,7 milioni +74% rispetto al periodo corrispondente del 2011. 

"I dati del trimestre sono migliori delle nostre aspettative", hanno commentato gli analisti di Intermonte, osservandio che "nel giro di tre mesi la società di Ennio Doris ha generato più delle metà degli utili che noi ci aspettiamo sull’intero anno".  Dall’altra parte però, hanno aggiunto gli esperti, "il contributo degli investimenti, che nel primo trimestre è stato positivo, con il peggioramento dei mercati in aprile e maggio, potrebbe diventare negativo". 


Assoreti: Mediolanum domina nei cinque mesi, ultima B. Network

La società guidata da Ennio Doris ha registrato afflussi per 1,5 miliardi di euro tra gennaio e maggio, seguita da...

Non solo regina di maggio, Mediolanum domina la classifica della raccolta netta delle reti anche per i primi cinquie mesi del 2012. Secondo i datiAssoreti, la società guidata da Ennio Doris ha registrato afflussi per 1,5 miliardi di euro tra gennaio e maggio, complice soprattutto la forza della raccolta amministrata, pari a 1,2 miliardi nel periodo in esame.

In seconda posizione, nonostante la frenata del mese scorso, si attesta inveceFinecobank, con quasi 955 milioni di euro, seguita da Banca Generali con 904 milioni (567 nel gestito e 337 nell’amministrato) e da Banca Fideuram che, considerando anche Sanpaolo Invest,ha raccolto in cinque mesi 568 milioni di euro. All’ultimo posto della graduatoria troviamo inveceBanca Network Investimenti, che lo scorso 15 giugno ha ceduto la proipria rete di of aConsultinvest Investimenti sim, con deflussi tra gennaio e maggio per quasi 420 milioni di euro. Penultima Credem con -71 milioni, preceduta da Ubi Banca Private Investment (-50 milioni) eMps (-26 milioni).



  • La raccolta netta totale è stata di 255 milioni
  • Sul fronte gestito buona la raccolta dei fondi (275 milioni)
  • Sul fronte amministrato la raccolta è stata di 247 milioni
  • In controtendenza rispetto al mercato l'erogato dei mutui che è pari a 77 milioni
LA NEWS
Il miglior risultato mensile degli ultimi due anni sul fronte fondi comuni. E' questo uno dei dati più interessanti di Banca Mediolanum che emerge in merito al mese di giugno.
Il flusso di raccolta netta totale è stato di 255 milioni di cui 275 milioni provenienti proprio dal segmento gestito, ossia fondi e gestioni, che controbilancia le uscite dal segmento assicurativo, il cui dato ancora preliminare è di - 24 milioni. Da inizio anno la raccolta nei fondi raggiunge il livello di 869 milioni, mentre nel ramo assicurativo il dato è di -311 milioni. 
Sul fronte amministrato la banca guidata da Ennio Doris ha visto un flusso pari a 247 milioni, che unito ai flussi dei mesi precedenti porta il dato da inizio anno a raggiungere quota 1,519 miliardi. Pesano però su tale segmento le riserve delle polizze associate al conto Freedon che raggiungono i 280 milioni. 
Sul fronte degli impieghi, da evidenziare il volume di erogazione mutui, che rispetto alla media di mercato, è in positivo con 77 milioni nel mese di riferimento e di 398 milioni nel totale del semestre. Rispetto al primo semestre del 2011 il dato è in crescita del 127%. 

Debito: nuovo record a maggio

WSI
A maggio il debito pubblico italiano si e' attestato a 1.966,303 miliardi di euro, in aumento rispetto al record storico toccato ad aprile (1.949,242 miliardi). In 5 mesi entrate tributarie +1,1%.
Roma - Nuovo record per il debito italiano. Secondo il Supplemento Finanza pubblica di bankitalia, il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 17,1 miliardi rispetto al mese precedente, raggiungendo un nuovo massimo storico pari a 1.966,3 miliardi di euro. 

L'aumento è attribuibile principalmente all'aumento delle
disponibilita' liquide detenute dal Tesoro (di 8,3 miliardi, a 35,8), al fabbisogno (6,2 miliardi), a scarti di emissione (2,3 miliardi) dovuti all'emissione di titoli sotto la pari, alle variazioni del cambio (0,2 miliardi).

Nel mese di maggio invece - sempre secondo il Bollettino - le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono aumentate di 1,4 miliardi (4,6%) rispetto allo stesso mese del 2011. 

Nei primi cinque mesi le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono aumentate dell'1,1% (1,6 miliardi) rispetto al corrispondente periodo del 2011, trainate dalla crescita dei proventi delle accise sulle risorse energetiche.