mercoledì 31 ottobre 2012

Risparmio, se la banca propone un piano di accumulo del capitale

Secondo alcuni, il pac può svolgere oggi il ruolo che qualche anno fa era del libretto di risparmio. Ecco le caratteristiche
C'ERA UNA VOLTA IL LIBRETTO DI RISPARMIO - "Nel nostro territorio, negli anni Settanta e Ottanta, mediamente una famiglia su tre apriva un libretto di risparmio per i nuovi nati, invitando i nonni e i parenti a fare piccoli versamenti negli anni, in occasione di feste e compleanni". Un ricordo che alla vigilia della Giornata del Risparmio arriva da Roberto Scazzosi, presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. Ma questa cultura del risparmio "si è andata progressivamente perdendo nel tempo. E invece, proprio in questi anni di crisi, è necessario imparare la lezione del passato e tornare a puntare sulla cultura del risparmio, che va insegnata con i fatti alle nuove generazioni".

OGGI CI SONO I PIANI DI ACCUMULO - E se nel secolo scorso lo strumento utilizzato era quello del libretto di risparmio, oggi si sono aggiunti altri strumenti. Su tutti, i cosiddetti pac, ovvero i piani d'accumulo del capitale. "Con i pac si fa fronte all'erosione del sostegno garantito fino a oggi dal welfare", spiega il direttore generale della Bcc Luca Barni. "Questo tipo di risparmio è quello che oggi manca, è quello che guarda lontano e non al ritorno immediato. Tutelarsi con strumenti di lungo periodo, in grado di supplire al venir meno di presidi di garanzia che erano dati dallo Stato, oltre che
per far fronte alle urgenze che si presentano nella vita, è ormai una necessità".

LE CARATTERISTICHE DEI PAC - Il pac è un programma di investimento con importi costanti e a scadenze regolari in un organismo di investimento collettivo del risparmio per un periodo di durata predeterminata. Per esempio, si possono predisporre 60 investimenti di 200 euro l'uno con cadenza mensile. Di solito è prevista la possibilità di sospensione o di interruzione del piano. Due gli obiettivi del pac: l'accantonamento progressivo del risparmio e la riduzione del rischio tramite tanti piccoli investimenti distribuiti nel tempo. Attenzione, però: alcuni esperti dubitano che questa tecnica sia davvero così capace di migliorare il rapporto tra rischio e rendimento. Informarsi bene prima di scegliere.

venerdì 26 ottobre 2012

giovedì 25 ottobre 2012

Banche/ Mediobanca: In ultimi 6 anni sofferenze balzate del 162%

Dal 2006 affluiti 483 mld a imprese-famiglie ma in 2011 solo 4,2

Milano, 25 ott. (TMNews) - Negli ultimi sei anni, tra la fine del 2005 e la fine del 2011, le sofferenze bancarie sono balzate del 162%, pari a un incremento medio annuo del 17,4%. E' quanto emerge dall'annuale rapporto dell'Ufficio Studi di Mediobanca sulle principali società italiane. Complessivamente, nello stesso periodo, i crediti dubbi sono cresciuti del 141%. In crescita del 31,7% i crediti alla clientela (imprese e famiglie) da 1.523 a 2.006 miliardi di euro, ma con un evidente rallentamento negli ultimi anni. In sei anni sono affluiti all'economia 483 miliardi di euro netti (saldo tra nuove erogazioni e rimborsi), ossia, in media, 80,5 miliardi l'anno. Ma nel 2011 sono arrivati appena 4,2 miliardi, pari al 5,2% del totale degli ultimi sei anni. La classifica delle banche italiane (redatta il base al totale attivo tangibile) nel 2011 non segnala variazioni di rilievo nelle prime 20 posizioni. Le uniche due modifiche riguardano la crescita di una posizione (dalla 11esima alla decima) di Dexia Crediop che scalza la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza in arretramento di una posizione dalla decima alla undicesima e la ventesima posizione dove si inserisce Banca Mediolanum, che proviene dalla 22esima e scalza Banca Sella Holding che slitta in 21esima piazza. Unicredit conserva la prima posizione per totale attivo tangibile (911 miliardi di euro).

venerdì 19 ottobre 2012

BTP Italia da record: offerta extra Usa maggiore di sempre

I €18 miliardi di titoli collocati rappresentano la somma piu' consistente mai offerta fuori dai confini degli Stati Uniti. In un solo colpo l'Italia e' a posto per il resto dell'anno. Bisogna vedere pero' chi ha comprato a parte i soliti noti: le banche nazionali.

New York - Ad esclusione degli Stati Uniti, la somma di titoli pubblici italiani offerta negli ultimi tre giorni, pari a 18 miliardi di euro, e' stata la piu' alta di sempre.

A riferirlo e' il Financial Times. Dai 5 miliardi del primo giorno, la cifra collocata e' salita a 10 e poi 18 miliardi.

Secondo i calcoli del Wall Street Journal, poi, la cifra record dovrebbe essere sufficiente a ricoprire i costi di rifinanziamento del Tesoro per la parte restante dell'anno.

Prima di esultare - e tirare un sospiro di sollievo anche nell'ottica di lungo termine - bisognerebbe pero' verificare chi e' che ha comprato e stabilire se sono stati sempre i soliti noti, ovvero i piccoli risparmiatori e le banche nazionali autoreferenziali, a fare man bassa di Btp.

In Italia molti degli acquirenti sono investitori senza esperienza e business a conduzione familiare. Gli economisti da tempo avvertono che sono costoro a detenere le ricchezze inutilizzate di un paese che da dieci anni non cresce.

Gli investitori retail hanno un patrimonio netto superiore agli €8 mila miliardi, pari a oltre quattro volte quello del debito sovrano nazionale, stando ai numeri di Bankitalia. 

Insomma, attrarre i grandi investitori internazionali resta ancora un'impresa. Maria Cannata, dirigente del Tesoro e guardiano del debito pubblico, ha ricordato che anche un numero corposo di investitori istituzionali ha partecipato all'asta di BTP Italia, ma i dettagli non saranno disponibili prima di venerdi' pomeriggio. 

Anche l'emissione di titoli spagnoli ha avuto un buon riscontro, in particolare se si guarda al calo dei rendimenti e all'ammontare di debito a 3, 4 e 10 anni collocato, sopra la forchetta di prezzo prevista di 4,5 miliardi di euro. A favorire l'appeal dei titoli pubblici iberici hanno contribuito sicuramente le aspettative per un piano di salvataggio. 

prestiti a tassi vantaggiosi concessi dalla Bce alle banche di Italia e Spagna sono aumentati nettamente nel 2012. Cosi' come la quantita' di BTP nella pancia delle banche italiane.

Ma va fatta un'importante distinzione: in confronto alla situazione debitoria spagnola, quella italiana sembra equilibrata. Anche perche' Roma puo' contare su rendimenti piu' favorevoli sul mercato secondario. Lo spread tra BTP decennali e Bund omologhi e' sceso sotto i 310 punti ieri, mentre il differenziale tra i tassi spagnoli a 10 anni e quelli sul benchmark tedesco rimane in area 365 punti base.
L'andamento dello spread tra i rendimenti sul decennale Btp italiano e il corrispettivo tedesco Bund.

I bond presenti nella pancia delle banche iberiche sono incrementati in maniera esponenziale negli ultimi mesi (vedi grafico a fianco) che hanno visto un aggravarsi della crisi del debito del paese che sta temporeggiando prima di accettare un pacchetto di aiuti esterni.

Le norme di Basilea III stanno tagliando le gambe a qualche dealer e lasciano spazio di manovra quasi unicamente agli istituti 'domestici', che sono ben conenti di caricare le loro casseforti di debito collaterale BCE (la quale a sua volta ha concesso prestiti a tassi vantaggiosi alle banche in difficolta'), in un processo perverso che ha le fattezze di un circolo vizioso.

giovedì 11 ottobre 2012

Previdenza complementare: come sfruttare al meglio le deduzioni


Arriva fine anno e l'imposizione fiscale in Italia è arrivata alla cifra record del 55%. Vedi articolo: (Imposizione fiscale record al 55%)

Da una parte lo stato ci chiede sempre di più ma dall'altra ci da alcuni strumenti che ci permettono di avere grossi vantaggi fiscali.
Il principale è la cosiddetta Previdenza Complementare che ci permette di avere un risparmio fiscale fino a 2.220 euro.

Allego qui sotto la Tabella di riferimento
Deducibilità Fiscale dei Fondi Pensione

Ogni anno è possibile portare in deduzione dal proprio reddito imponibile i contributi versati a favore della Previdenza Complementare fino ad un massimo, per anno, di 5.164,57 Euro.

Reddito annuo lordo
Aliquota marginale
IRPEF 2008*
Versamento ai Fondi Pensione
Risparmio fiscale
€ 15.000,00
23%
€ 5.164,57
€ 1.187,85
€ 28.000,00
27%
€ 5.164,57
€ 1.394,43
€ 55.000,00
38%
€ 5.164,57
€ 1.962,53
€ 75.000,00
41%
€ 5.164,57
€ 2.117,47
€ 85.000,00
43%
€ 5.164,57
€ 2.220,76
  * scaglioni IRPEF validi al 2008

Non dimentichiamoci però delle polizze assicurative che permettono di avere un rimborso Irpef del 19% della cifra versata fino ad un max di € 1291,14 all'anno) (http://www.fiscoetasse.com/domande-e-risposte/331-assicurazioni-sulla-vita-e-infortuni-attenzione-all-anno-della-stipula.html)

Per cogliere questa opportunità o per farla cogliere alle persone a te care ti invito a contattarmi.

mercoledì 10 ottobre 2012

Banche, se l'online taglia i posti di lavoro

Resta un 35/40% della clientela abituata allo sportello, in tendenziale riduzione per motivi anagrafici.


È all’ordine del giorno l’abbondanza del numero di sportelli in Italia (37mila).Troppi e distribuiti in modo non ottimale. Alcuni in location ormai eccessive rispetto al numero degli operatori, con immagine un po’ desolante per il cliente ancora abituato a frequentarli. Meglio le soluzioni minimal ma ben strutturate. Altrettanto in bassa sintonia sono i troppo frequenti lavori di ristrutturazione che peggiorano il disagio dei clienti. 

Nel segmento dei promotori e degli agenti, il costo di affitto degli uffici induce a ridurre gli spazi, se non a eliminarli, privilegiando l’attività a domicilio del cliente. I consulenti per tradizione cercano luoghi e momenti favorevoli alle esigenze del cliente. La fisicità degli intermediari finanziari è quindi in crisi di identità, in netto contrasto con l’enfasi del passato. Si distingue al riguardo il solo private banking, ancorato non tanto al lusso quanto alla privacy delle condizioni di relazione. Inoltre, le banche razionalizzano le loro sedi, spesso incongrue rispetto alle diverse compliance, pur non riuscendo sempre a realizzare buoni prezzi dalle cessioni del preesistente per finanziare il costo delle nuove, conformi a requisiti e regole. 

È evidente anche il miglioramento di efficienza delle relazioni online, friendly adesso per molti utenti, con investimenti ormai stabilizzati e non più oggetto di rivoluzioni quanto di ancora forse eccessivi continui aggiustamenti. Resta un 35/40% della clientela abituata allo sportello, in tendenziale riduzione per motivi anagrafici. 

Questa lenta mutazione consente una gestione ancora leggera del problema conseguente, e cioè l’esubero di personale rispetto al bisogno. Un problema di quantità, gestibile con soluzioni negoziali continue ma ancora morbide, però anche di qualità, per il quale c’è la disponibilità di molti alla riconversione e alla formazione, seppure con un processo lento di progettazione ed esecuzione. Osservo bancari consci del problema, anche in età un tempo foriere di demotivazione. Approfittiamo di questa opportunità. 
 Giuseppe Santorsola | 09 ottobre 2012 14:55

Caos MPS: nell'assemblea le lacrime dei piccoli azionisti

Posti in piedi, urla, il presidente Alessandro Profumo invita alla calma. Commozione per il racconto del socio Francesco Sfregola che nel Monte dei Paschi, ha detto, ha "investito 37 mila euro, perdendone 20 mila". Si chiede la testa dei dirigenti. Clima da rivolta. Ispezione Consob prosegue.

Roma - "L'ispezione della Consob non e' ancora conclusa, l'ispezione di Bankitalia si e' conclusa, il CdA ha elaborato la risposta alle contestazioni, penso che sia opportuno aspettare la fine dell'iter per fare qualsiasi considerazione pubblica". Lo ha detto l'amministratore delegato di Banca Mps Fabrizio Viola, nelle risposte date ai soci nel corso dell'assemblea straordinaria.

Dal canto suo il presidente della Banca MPS Alessandro Profumo ha detto, rispondendo alla domanda di un socio in assemblea. "Laddove il limite del 4%" al diritto di voto dei soci privati di Mps, risultasse "ostativo all'aumento di capitale dovremmo tornare in assemblea per chiederne la modifica". 

Questo, ha ribadito, ''perche' le autorita' di vigilanza ritengono l'aumento di capitale assolutamente necessario per garantire la stabilita' nel tempo''. Profumo ha pero' precisato che ''non siamo in grado di dire oggi se il limite del 4% dovra' essere tolto''.

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Roma - Tifo, posti in piedi e anche lacrime all'assemblea straordinaria di Banca Mps in corso a Siena. L'assemblea e' molto affollata (con persone anche in piedi) e con una platea molto 'calda' che ha sottolineato con applausi e urla gli interventi. 

Presenti anche rappresentanti dei sindacati, con al collo cartelli con scritte come 'Trattativa, no disdetta contratto aziendale', 'Trattare non esternalizzare' e 'Signora Dalla Riva trattare con il sindacato non e' reato', riferito alla responsabile delle risorse umane. 

Sul primo punto all'ordine del giorno (il via libera all'aumento di capitale) molti piccoli azionisti o associazioni sono intervenuti. Tra gli altri, l'associazione dei dipendenti Adamp ha espresso ''contrarieta''' e ''grande preoccupazione'' sull'aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione che rappresenta ''un danno economico e morale per i dipendenti soci''. 

Contraria anche l'associazione 'Azione Mps'. Un momento di commozione ha colto, nel suo intervento, il socio Francesco Sfregola che nel Monte dei Paschi, ha detto, ha ''investito 37 mila euro, perdendone 20 mila''. 

Il socio Romolo Semplici, tra l'altro, ha chiesto le dimissioni dei vertici della Fondazione Mps, che detiene poco meno del 35% del capitale sociale della banca. Analoga richiesta e' venuta da Francesco Giusti della Lega Nord. 

Molti soci, tra cui uno 'storico' come Pierpaolo Fiorenzani, hanno chiesto il rinvio della decisione. Nel corso dell'assemblea applausi e tifo quasi da stadio hanno sottolineato gli interventi contrari alle proposte del CdA mentre gli interventi di apprezzamento (che sono stati 4-5) sono stati accolti da urla, tanto da costringere il presidente Alessandro Profumo a richiamare a un comportamento piu' corretto.

Allarme Fmi su banche europee: vendano asset per $4.500 miliardi

Il Fondo Monetario Internazionale avverte: a meno che non si dia vita a un sistema di supervisione unico per gli istituti finanziari, 58 istituti europei, da Unicredit a Deutschbankdovranno smobilizzare le proprie attività.

Roma - Nuove sfide per le banche europee, soprattutto nel caso in cui le autorità non dovessero riuscire a creare un sistema di supervisione unico per il sistema finanziario, o adottare altre misure per arginare la crisi finanziaria. Il Fondo Monetario Internazionale lancia l'allarme da Tokyo e afferma che gli istituti potrebbero aver bisogno di smobilizzare asset per un valore fino a $4.500 miliardi per tutto il 2013, dunque per i prossimi 14 mesi. 

L'avvertimento riguarda fino a 58 banche dell'Unione europea che vanno da Unicredit a Deutschbank. Tali misure potrebbero, sempre secondo il Fmi, tagliare la crescita del 2013, il prossimo anno, per la Grecia, Cipro, l'Italia, il Portogallo e la Spagna, insomma per i paesi periferici dell'Eurozona.

"L'intensificazione della crisi si è manifestata in flussi di capitali in uscita dalla periferia ai paesi core, a un ritmo che tipicamente è associato alle crisi valutarie - si legge nel Global Financial Stability Report, diffuso oggi - Ripristinare la fiducia tra gli investitori privati è fondamentale per la stabilizzazione dell'Eurozona". 

I media Usa scrivono: "l'elemento più di rilievo del rapporto è l'ammissione che il Fondo stava solo scherzando quando sei mesi fa, nell'aprile di quest'anno, disse che l'outlook peggiore avrebbe visto le banche europee attuare misure di deleveranging al ritmo di $3.800 miliardi fino alla fine del 2013", o nei prossimi 14 mesi: ora questo numero è superiore +18%, e corrisponde alla cifra gigantesca di $4.500 miliardi (il 12% degli asset bancari). Questo è quanto debito le banche europee dovranno continuare a smobilizzare nel caso in cui l'Europa adotterà 'politiche deboli', continuando dunque a posticipare le riforme fiscali, dunque le misure di austerity. Anche lo scenario di base non è molto meglio, in quanto il deleveraging sarebbe sempre alto, pari a $2.800 miliardi".

martedì 2 ottobre 2012

Mediolanum fa una doppietta di bond

Lo annuncia una nota dello stesso gruppo finanziario, precisando che si tratta di due prestiti a tasso fisso da 25 milioni di euro ciascuno...

DOPPIA EMISSIONE - Sbarcano sul mercato due bond targati Mediolanum. Lo ha annunciato la stessa società in una nota, precisando che l'emissione dei due bond non convertibili da 50 milioni di euro in totale (25 milioni di euro non nominali ciascuno) sono due prestiti a tasso fisso, con durata di un anno e due anni.

LA CEDOLA - Quello con scadenza 14 novembre 2013 offre una cedola, con cadenza semestrale, del 3,75% lordo annuo e quello che scade l'anno successivo del 4% lordo. L'importo minimo di sottoscrizione è di 100mila euro per entrambe le emissioni.

Intesa: usura legalizzata. Monti mette una pezza



di Beppe Scienza
Il risparmiatore, oltre a pagare gli interessi quando il conto corrente andava in rosso, si vedeva scaricate una serie di spese per lucrare in maniera invereconda

Roma - 'A moltissimi risparmiatori italiani sono arrivate delle comunicazioni delle banche, in particolare da Intesa San Paolo, la banca che ha sistemato Passera e la Fornero come due pedine nel Governo Monti, perché questo?" 

Perche' il governo Monti in effetti aveva cercato di mettere a posto qualche stortura più grossa delle altre. Quale era questa stortura? 

Il risparmiatore, oltre a pagare gli interessi quando il conto corrente andava in rosso, si vedeva scaricate una serie di spese per lucrare in maniera invereconda, cifre proporzionalmente ingiustificate.'