venerdì 31 maggio 2013

Intesa: bomba da 100 milioni di dollari in Eurizon

La bomba targata Madoff, il finanziere protagonista di una truffa multimiliardaria e attualmente in carcere, è dettagliata nella relazione sulla gestione del bilancio 2012 della sgr.

UNA BOMBA DA 100 MILIONI DI DOLLARI - C’è una bomba da 100 milioni di dollari targata Bernard Madoff in Eurizon Capital Sgr, società di gestione del gruppo Intesa Sanpaolo che ha asset under management per 181 miliardi di euro (a marz scorso, ndr) con una quota del mercato nazionale del risparmio gestito pari al 15%. La bomba-Madoff, il finanziere protagonista di una truffa multimiliardaria e attualmente in carcere, è dettagliata nella relazione sulla gestione del bilancio 2012 della Sgr, presieduta da Andrea Beltratti e guidata da Mauro Micillo, fra l’altro neovicepresidente di Assogestioni.

PARLA IL BILANCIO 2012 - “A titolo informativo – dice il passaggio in bilancio – si dà notizia che è stato notificato a Eurizon Capital Sgr, in qualità di società di gestione di fondi speculativi, atto di citazione da parte del curatore fallimentare della Bernard L. Madoff Investments Securities LLLCcon cui è stata chiesta ai fondi dalla stessa gestiti la restituzione nello specifico di circa 100 milioni di dollari per accrediti ricevuti a titolo di rimborso di quote di fondi feeder oggetto di investimento da parte dei fondi”. “Tali accrediti – continua la nota del bilancio – sono stati ricevuti in periodo antecedente i due anni dalla data del fallimento. Il contenzioso si trova attualmente nella fase iniziale e sulla base di valutazioni preliminari si ritiene che vi siano validi argomenti di difesa in termini di non assoggettamento a revocatoria degli accrediti ricevuti dai fondi”. Nei fondi di Madoff, in effetti, investirono diversi fondi hedge italiani targati Duemme Sgr, Banca Aletti e Pioneer ma finora non era noto l’investimento della sgr di Intesa che pure ebbe fra i suoi consulenti  la britannica Fin Advisors di Carlo Grosso e Federico Ceretti che distribuirono il fondo “feeder”Kingate di Madoff a diversi clienti istituzionali italiani. 

Hypo Alpe Adria Bank vicina alla chiusura

Il gruppo austriaco era stato salvato dallo Stato e ora deve essere riprivatizzato. Ma in assenza di acquirenti, è possibile che l’istituto italiano venga messo in liquidazione.

POSSIBILE CHIUSURA DELL’ISTITUTO ITALIANO - Hypo Alpe Adria Bankpotrebbe chiudere i battenti in Italia. Come ha spiegato la stessa società a BLUERATING, la holding austriaca Hypo Group Alpe Adria, di cui la rete italiana fa parte, era stato salvato dallo Stato cinque anni fa e ora deve essere riprivatizzato. Ma in assenza di acquirenti - e la stessa società ha confermato che al momento non ci sono trattative in corso - è possibile che l'istituto italiano venga messo in liquidazione, una mossa che lascerebbe senza lavoro circa 370 persone. 

LA LIQUIDAZIONE E’ L’ULTIMA SPIAGGIA - Contattata da BLUERATING, la società ha confermato che è effettivamente “in corso un confronto tra il governo della Repubblica d’Austria e la Commissione Europea sul piano che prevede la riorganizzazione e vendita del gruppo Hypo Alpe Adria”, confronto che vede la dismissione dell'attività bancaria dell’istituto italiano come una delle ipotesi, anche se una "extrema ratio".

UNA PARTITA CHE SI GIOCA TRA VIENNA E BRUXELLES - “Oggi l’istituto è in equilibrio, ma la partita si gioca tra Vienna e Bruxelles”, hanno spiegato da Hypo Alpe Adria Bank. L’auspicio comunque è che “tutte le istituzioni a vario titolo coinvolte possano dare il proprio contributo alla positiva soluzione della questione”. Secondo indiscrezioni riportate oggi da MF, per ora non confermate dalla società, una risposta potrebbe arrivare dall’indiana Srei, che dovrebbe presentare a breve un’offerta per la società. 

I PROMOTORI DI HYPO ALPE ADRIA BANK - 
Secondo gli ultimi dati Assoreti (qui la notizia), Hypo Alpe Adria Bank si avvale di una rete di 71 promotori finanziari, ha un patrimonio che a fine marzo si attestava a 625,3 milioni di euro e ad aprile ha registrato una raccolta netta negativa per 12,7 milioni di euro.

venerdì 24 maggio 2013

Mediolanum lancia il mobile payment: “E’ il futuro”



Superata l’era della coda agli sportelli, e già quasi obsoleta quella dei pagamenti via web, ora si apre la nuova era del pagamento via telefonino. Non solo in banca o nei negozi, ma anche per le bollette e per passare piccole somme tra conoscenti. “Un domani non ci sarà più la carta di credito, sarà tutto nei cellulari. E tramite il chip si potrà scegliere con quale carta pagare”. Ennio Doris, presidente di Mediolanum ha sperimentato di persona i nuovi servizi Nfc - Near Field Communication, quelli del pagamento per prossimità, che la banca sta per offrire ai suoi clienti. Massimo Doris, amministratore delegato del gruppo bancario, vede grandi vantaggi da queste nuovi servizi che mandano in soffitta i contanti. “Per pagare non dovrò più utilizzare la carta - ha spiegato - ma semplicemente avvicinando cellulare al pos effettuerò il pagamento.Immaginiamo tutti i micropagamenti che si fanno oggi con la moneta e pensiamo alla velocità di farli col telefonino evitando di aspettare il resto e senza il bisogno di avere spiccioli in tasca”. Si tratta di una grande evoluzione, soprattutto in direzione della clientela più pratica con la tecnologia. “Chi magari è avanti con la età ha qualche diffidenza ma i numeri dicono che l’utilizzo di internet e mobile aumenta in modo costante e inesorabile. Se pensiamo poi alle nuove generazioni, queste pretendono che tutto avvenga attraverso le nuove tecnologie”.



martedì 21 maggio 2013

Abi:«Margini delle banche ai minimi storici»


IL DIRETTORE GENERALE SABATINI: «QUADRO CONDIZIONATO DALLA CRISI DEL DEBITO SOVRANO»


Le banche italiane non sono preoccupate dagli stress test, in quanto hanno una qualità del capitale migliore. Lo ha detto il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, in occasione della presentazione del rapporto semestrale sul settore bancario di fine 2012, aggiungendo che la Banca d'Italia ha svolto una verifica sulla qualità degli asset deteriorati chiedendo altri accantonamenti che sono stati già effettuati. L'importante, ha aggiunto, è pero farli su base omogenea. Il Core Tier 1, ha sottolineato il dg, è sui livelli della media europea. In particolare, il tier 1 capital ratio è passato dal 9,52% del 2011 al 10,565 del 2012 mentre il total capital ratio si è attestato al 13,46% del 2012 rispetto al 12,71% dell'anno precedente.
LA REDDITIVITA' IN CALO - Tuttavia, ha spiegato Sabatini, le banche italiane soffrono di un calo della redditività e di margini ai minimi storici; il quadro è ancora complesso e fortemente condizionato dalla crisi del debito sovrano, ha aggiunto. Sabatini ha poi annunciato che le banche italiane hanno chiuso il 2012 con un utile consolidato in forte calo a 1 miliardo di euro dai cinque dei 2011 e con una redditività dell'attività bancaria allo 0,47% nel 2012 dal +2,38% del 2011. Il risultato netto è stato negativo per 1,8 miliardi al netto di rettifiche e svalutazioni e componenti straordinarie, con un Roe pari al -1%. Le sofferenze bancarie nette hanno segnato il record di 26 miliardi contro i 16,7 miliardi del precedente esercizio.

giovedì 16 maggio 2013

Tra rischio bolla e avvertimenti Pil Giappone balza +3,5%

WSI
Mentre la Francia entra in recessione e l'Italia assiste a una contrazione mai vista nella storia, dall'altra parte del mondo la droga del denaro facile rimette in modo l'economia.

ROMA (WSI) - Il nome della ricetta è ormai noto a tutto il mondo: è l'Abenomics, l'insieme delle misure di politica monetaria e fiscale espansive che sono state lanciate dal premier Shinzo Abeche, da quando si è insediato nell'autunno scorso alla guida del governo giapponese, ha lanciato una dura battaglia contro la deflazione e la stagnazione che hanno caratterizzato l'economia del paese da decenni. 

Maxi iniezioni di liquidità da parte della Bank of Japan hanno portato a una svalutazione massiccia dello yen. Ma i giapponesi, nonostante gli avvertimenti sul rischio bolla arrivati da più parti, sono andati avanti. Oggi, la pubblicazione dell'esito delle loro riforme.

Nel corso del primo trimestre il pil è cresciuto +0,9% su base trimestrale e +3,5% su base annua, contro previsioni degli analisti che erano più caute, pari rispettivamente a +0,7% e +2,8%. 

Il tasso di crescita è il più elevato in più di un anno, grazie alla ripresa delle spese per consumi - i consumi privato incidono sul pil giapponese per il 60% - e le esportazioni. 

L'Abenomics ha portato la borsa di Tokyo, il Nikkei 225 Stock Average a balzare +45% quest'anno, più del doppio dello S&P 500.

venerdì 10 maggio 2013

Asta BoT annuali da record: tassi (0,703%) ai minimi dall'avvento dell'euro. Borsa, brilla Milano


Il Tesoro fa il pieno e assegna tutti i 10 miliardi di euro di Bot con tassi in calo sulla scadenza a un anno. Il rendimento del Bot 12 mesi (collocati 7 miliardi) è sceso allo 0,703% dallo 0,922% di aprile, il minimi dall'introduzione dell'euro. La domanda ha raggiunto 8,13 miliardi. Venduti anche tutti 3 miliardi di euro di Bot flessibili a 219 giorni al tasso dello 0,393%.
Battuto il minimo storico del 2009
In pratica, è stato battuto il precedente minimo storico dello 0,741% risalente al settembre del 2009. L'asta, dicono gli operatori, arriva in un contesto di mercato favorevole dopo il taglio dei tassi deciso dalla Bce e dopo che il presidente della Bce, Mario Draghi, ha annunciato la possibilità di intervenire nuovamente sui tassi europei. Il segmento a breve termine, aggiungono, si è appiattito negli ultimi giorni ed é probabile che continuerà su questa tendenza nei prossimi mesi a causa della politica monetaria espansiva e dell'abbondante liquidità presente sui mercati euro. I BoT continuano ad essere considerati uno strumento di investimento appetibile dalle banche e dagli investitori istituzionali, alla ricerca di rendimenti più succosi rispetto a quelli garantiti dai titoli di Stati di Paesi percepiti come più affidabili, Germania in testa.

giovedì 9 maggio 2013

Bce taglia stime Pil 2013 a -0,4%. Rischi sulla ripresa

wsi
L'Eurotower ribadisce di essere pronta a nuovi taglio dei tassi nel caso in cui le condizioni rendessero necessaria la manovra. Disoccupazione continua a peggiorare.

FRANCOFORTE (WSI) - La Banca centrale europea continua a segnalare di esser pronta a nuovi tagli dei tassi di interesse se la situazione lo dovesse richiedere. 

"Il Consiglio direttivo seguirà con molta attenzione tutte le nuove informazioni sugli andamenti economici e monetari e valuterà l`eventuale impatto sulle prospettive per la stabilità dei prezzi", afferma l'istituzione nel suo ultimo bollettino mensile.

La disoccupazione nell'area euro continua a peggiorare, avverte la banca centrale europea. "I mercati del lavoro dell`area dell`euro sono rimasti deboli, con il persistere di marcate differenze fra paesi. I dati più recenti delle indagini congiunturali prefigurano un`ulteriore perdita di posti di lavoro e una disoccupazione crescente nel prossimo futuro".

Tuttavia, nel suo ultimo bollettino mensile inserisce anche uno spiraglio di possibile miglioramento della dinamica: "il minore incremento del numero di disoccupati rispetto agli andamenti di fine 2011 e inizio 2012 sembra suggerire un`attenuazione del ritmo di crescita della disoccupazione", si legge.

Ad ogni modo "gli indicatori delle indagini prefigurano un`ulteriore perdita di posti di lavoro nel primo trimestre del 2013 e all`inizio del secondo trimestre - rileva l'istituzione - sia nell`industria sia nei servizi.

Nell'Eurozona l'attivita' economica dovrebbe stabilizzarsi e ''recuperare gradualmente nella seconda parte dell'anno''. Lo scrive la Bce nel Bollettino di maggio. I rischi sulle prospettive economiche, sottolinea la Bce. sono pero' legati ''a una domanda domestica e globale piu' debole del previsto e la lenta o insufficiente implementazione delle riforme strutturali''. ''Questi fattori hanno le potenzialita' per ridurre la fiducia e dunque ritardare la ripresa'', si legge nel Bollettino. (AGENZIE)

giovedì 2 maggio 2013

Azioni contro bond? Scommettere su entrambi

In un'ottica di diversificazione di portafoglio, è questo il consiglio che arriva dal mondo degli strategist. Altro che grande rotazione di cui si parlava da mesi (e che non si è ancora verificata).

NEW YORK (WSI) - E' dall'inizio dell'anno che si parla, in gergo finanziario, di grande rotazione, ovvero di quell'imminente trend che porterebbe gli investitori a uscire dal mercato obbligazionario per puntare sull'azionario. Certo, non c'è dubbio che l'azionario abbia inanellato corposi guadagni, tanto che a questo punto la strategia Sell in May potrebbe anche fare quest'anno un'eccezione (o forse no).

Sta di fatto che i prezzi dei bond non sono andati affatto male. Gli analisti ora ritengono che la migliore strategia potrebbe essere quella di puntare sia sui bond che sulle azioni, come dice chiaramente un articolo di Cnbc, corredato da video.

"Non è interessante ricordare che gli investitori parlavano dell'opzione di disertare il mercato obbligazionario a causa di una possibile fine delle manovre di quantitative easing da parte della Fed, e il mercato è invece, lo si creda o no, caratterizzato da tassi bassi, dunque da prezzi alti", dice Yu-Dee Chang, chief advisor presso ACE Investment Strategists

I numeri parlano chiaro: lo scorso mercoledì i tassi sui Treasuries a 10 anni hanno testato il minimo in quattro mesi; in Eurozona, i tassi a stessa scadenza viaggiano ai valori più bassi dallo scorso luglio, mentre quelli dei titoli di stato giapponesi si trovano ai minimi in un mese.

D'altronde, il quadro economico porta gli investitori che preferiscono la sicurezza al premio sul rischio a puntare ancora sui bond.

Gli ultimi dati economici comunicati negli Stati Uniti e in Cina si sono confermati peggiori delle stime, le speculazioni sono per un imminente taglio dei tassi di rifinanziamento che potrebbe arrivare oggi stesso con la riunione della Bce e la Fed non ha più fretta di ritirare le proprie manovre di politica monetaria espansiva.

"Quando ci si guarda indietro, in tempi di incertezza, quali quelli che stiamo vivendo in questo momento, il modo di operare è scegliere la diversificazione. Proprio ora, possedere qualcosa di significativo significa possedere sia azioni che bond - ha detto Chang -, mentre non è il caso di diversificare nell'oro, che rimane a mio avviso troppo volatile".