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giovedì 31 gennaio 2013
venerdì 18 gennaio 2013
Ripresa? Ma nelle banche le sofferenze aumentano
WSI
Dai tempi di Lehman Brothers ci hanno raccontato che le banche non possono fallire, in quanto troppo importanti per l'economia. Miliardi sono stati erogati a loro favore da Fed e Bce. Ma è servito? Per gli istituti italiani Bankitalia parla di forte aumento di "crediti deteriorati".
ROMA (WSI) - La storia dei Too big to fail è nota ormai da anni. Almeno da quando esplose la crisi finanziaria con il crack di Lehman Brothers. Banche troppo grandi per poter fallire, banche come linfa dell'economia reale, la cui sopravvivenza è una condizione sine qua non per assicurare la sopravvivenza anche dei fondamentali delle economie.
E' con queste parole, ripetute all'infinito, che prima la Fed poi la la Bce hanno iniettato liquidità al sistema finanziario, elargendo corposi finanziamenti. E' davvero servito a qualcosa? A guardare all'economia reale e alla situazione in cui versano gli istituti, viene naturale essere diffidenti.
L'ultimo rapporto della Banca d'Italia parla infatti chiaro, mettendo in evidenza un forte aumento dei "crediti deteriorati". Non solo: "le condizioni di offerta sono ancora restrittive".
L'andamento del credito, infatti, "risente della debolezza, sia pure in attenuazione, della domanda da parte di imprese e famiglie, legata alla congiuntura economica sfavorevole e al peggioramento del mercato immobiliare, e di condizioni di offerta ancora tese".
"Le condizioni del credito - continua- hanno beneficiato, nel corso dell'anno, della graduale rimozione dei vincoli di liquidità che gravavano sulle banche italiane, anche grazie alle politiche attuate dall'Eurosistema. L'offerta di finanziamenti, (però), è tuttavia ancora frenata dall'elevato rischio percepito dagli intermediari, in relazione agli effetti della recessione sui bilanci delle imprese. I crediti deteriorati sono aumentati in misura significativa".
Dai tempi di Lehman Brothers ci hanno raccontato che le banche non possono fallire, in quanto troppo importanti per l'economia. Miliardi sono stati erogati a loro favore da Fed e Bce. Ma è servito? Per gli istituti italiani Bankitalia parla di forte aumento di "crediti deteriorati".
ROMA (WSI) - La storia dei Too big to fail è nota ormai da anni. Almeno da quando esplose la crisi finanziaria con il crack di Lehman Brothers. Banche troppo grandi per poter fallire, banche come linfa dell'economia reale, la cui sopravvivenza è una condizione sine qua non per assicurare la sopravvivenza anche dei fondamentali delle economie.
E' con queste parole, ripetute all'infinito, che prima la Fed poi la la Bce hanno iniettato liquidità al sistema finanziario, elargendo corposi finanziamenti. E' davvero servito a qualcosa? A guardare all'economia reale e alla situazione in cui versano gli istituti, viene naturale essere diffidenti.
L'ultimo rapporto della Banca d'Italia parla infatti chiaro, mettendo in evidenza un forte aumento dei "crediti deteriorati". Non solo: "le condizioni di offerta sono ancora restrittive".
L'andamento del credito, infatti, "risente della debolezza, sia pure in attenuazione, della domanda da parte di imprese e famiglie, legata alla congiuntura economica sfavorevole e al peggioramento del mercato immobiliare, e di condizioni di offerta ancora tese".
"Le condizioni del credito - continua- hanno beneficiato, nel corso dell'anno, della graduale rimozione dei vincoli di liquidità che gravavano sulle banche italiane, anche grazie alle politiche attuate dall'Eurosistema. L'offerta di finanziamenti, (però), è tuttavia ancora frenata dall'elevato rischio percepito dagli intermediari, in relazione agli effetti della recessione sui bilanci delle imprese. I crediti deteriorati sono aumentati in misura significativa".
giovedì 17 gennaio 2013
BoT, rendimenti a 0,864% interessi ai minimi dal 2010
Rendimenti dei BoT ai minimi dal 2010 dopo l'asta di ieri: 0,864%. Il Tesoro ha collocato 8,5 miliardi di titoli annuali, a fronte di una domanda di 15 miliardi. L'abbondante liquidità presente sui mercati e i cauti segnali di fiducia giunti ieri dalla Bce hanno spinto in direzione di una graduale normalizzazione anche le emissioni di debito pubblico da parte dei Paesi meno forti dell'area euro, comprimendo ulteriormente gli spread: quello italiano rispetto al benchmark tedesco si è assottigliato da 279 a 260 punti. Il rendimento dei BTp decennali è sceso al 4,15%, mentre quelli a tre anni (oggi in asta fino a 3,5 miliardi) erano trattati a 1,87%.
Deutsche Bank ha aiutato MPS a nascondere perdite
da WSI
Vergogna senza fine: il colosso bancario tedesco ha aiutato la banca senese per 1,5 miliardi di euro dopo una perdita contratta su un derivato. Monte dei Paschi, è bene ricordarlo, è stata appena salvata dallo stato con i soldi pagati da noi. Svelato il Progetto Santorini
NEW YORK (WSI) - Lo scandalo porta la doppia firma della banca senese MPS e del colosso tedesco Deutsche Bank e rivela i segreti dellasporca finanza. A fare la rivelazione è il sitoBloomberg, attraverso una ricerca che ha avuto per oggetto più di 70 pagine di documenti.
Progetto Santorini: questo il nome dell'accordo tra i due istituti finanziari, stilato durante l'apice della crisi finanziaria, prima dunque dei miliardi di euro che lo stato italiano ha erogato alla banca con i soldi dei contribuenti, per salvarla dal crack.
Di fatto, secondo le indiscrezioni di Bloomberg, la banca numero uno in Germania avrebbe erogato a Monte dei Paschi di Siena un prestito del valore di 1,5 miliardi di euro circa, nel dicembre del 2008; l'accordo ha permesso a MPS di mitigare una perdita di 367 milioni derivante da un vecchio contratto sui derivati stipulato con Deutsche Bank.
I termini dell'intesa hanno portato MPS a fare scommesse in perdita sul valore dei bond governativi, stando a quanto reso noto da sei specialist sui derivati che hanno esaminato i documenti.
Una portavoce della banca senese ha risposto con un "no comment" alla domanda relativa al prestito ricevuto da Deutsche Bank. Kathryn Hanes, portavoce della banca tedesca a Londra, ha invece scritto in una email che "la transazione è stata soggetta ai nostri rigorosi processi di approvazione interni e ha anche ricevuto l'approvazione del cliente oggetto di consulenza in modo indipendente".
Monte dei Paschi non ha mai comunicato gli effetti della transazione avvenuta nel 2008 nei suoi bilanci annuali.
Vergogna senza fine: il colosso bancario tedesco ha aiutato la banca senese per 1,5 miliardi di euro dopo una perdita contratta su un derivato. Monte dei Paschi, è bene ricordarlo, è stata appena salvata dallo stato con i soldi pagati da noi. Svelato il Progetto Santorini
NEW YORK (WSI) - Lo scandalo porta la doppia firma della banca senese MPS e del colosso tedesco Deutsche Bank e rivela i segreti dellasporca finanza. A fare la rivelazione è il sitoBloomberg, attraverso una ricerca che ha avuto per oggetto più di 70 pagine di documenti.
Progetto Santorini: questo il nome dell'accordo tra i due istituti finanziari, stilato durante l'apice della crisi finanziaria, prima dunque dei miliardi di euro che lo stato italiano ha erogato alla banca con i soldi dei contribuenti, per salvarla dal crack.
Di fatto, secondo le indiscrezioni di Bloomberg, la banca numero uno in Germania avrebbe erogato a Monte dei Paschi di Siena un prestito del valore di 1,5 miliardi di euro circa, nel dicembre del 2008; l'accordo ha permesso a MPS di mitigare una perdita di 367 milioni derivante da un vecchio contratto sui derivati stipulato con Deutsche Bank.
I termini dell'intesa hanno portato MPS a fare scommesse in perdita sul valore dei bond governativi, stando a quanto reso noto da sei specialist sui derivati che hanno esaminato i documenti.
Una portavoce della banca senese ha risposto con un "no comment" alla domanda relativa al prestito ricevuto da Deutsche Bank. Kathryn Hanes, portavoce della banca tedesca a Londra, ha invece scritto in una email che "la transazione è stata soggetta ai nostri rigorosi processi di approvazione interni e ha anche ricevuto l'approvazione del cliente oggetto di consulenza in modo indipendente".
Monte dei Paschi non ha mai comunicato gli effetti della transazione avvenuta nel 2008 nei suoi bilanci annuali.
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