da: wallstreetitalia.com
Milano - Dopo i continui stop and go successivi ai dubbi sulla risoluzione della crisi greca, le borse europee possono festeggiare nel post summit Ue.
Consistenti i rialzi di tutte le piazze finanziarie del continente. Alle 14 circa Ftse Mib avanza del 4,51%, Londra guadagna il 2,5%, Parigi il 4,8%, Francoforte il 4,38%, Madrid +4,5%. Il raggiungimento dell'intesa dopo una maratona di ore di trattative e discussioni fa bene anche all'euro, salito sopra $1,40 sul biglietto verde.
A livello settoriale i bancari sono i piu' gettonati. Deutsche Bank fa +15%, Societe Generale oltre +15%, Credit Agricole: +22,5%, BNP Paribas: +19%, Intesa +7,8%, Unicredit +7,83%, Monte dei Paschi +4,73%.
In Italia si smorza la tensione sul mercato dei titoli di stato, come dimostra lo spread Italia-Germania, che scende a 358 punti base; in calo anche i rendimenti dei BTP a dieci anni, al 5,766%.
A tal proposito a Bruxelles si è parlato anche del caso Italia. I leader Ue hanno dichiarato di "apprezzare il piano di crescita avanzato dall’Italia, attraverso riforme strutturali e di consolidamento delle finanze". Ma la lettera di intenti non e' sufficiente ad accontentare gli analisti e le autorita' europee. Per questo, l'esecutivo ha due mesi di tempo per rendere operative le promesse contenute nella lettera.
Un paio di misure in particolare lascia aperti punti interrogativi. L'innalzamento dell’eta’ pensionabile a 67 anni entro il 2026 era una misura gia’ presente nella manovra antecedente, la finanziaria bis. L’abolizione delle province e’ invece gia’ stata bocciata a luglio con un voto decisivo del Pdl e la famosa e criticata scelta di astenersi del PD. Berlusconi, in pratica, cerca di vendere un provvedimento sul quale il suo stesso partito e maggioranza erano contrari pochi mesi fa.
Sui licenziamenti e la flessibilita' del lavoro, invece, il ragionamento e' il seguente: facilitare la recissione dei contratti a tempo indeterminato "per motivi economici", salvaguardando invece la tutela assoluta contro quelli discriminatori, con l'obiettivo di aumentare le assunzioni. In tempi di crisi, tuttavia, e’ un ingranaggio che rischia di incepparsi o forse non partire proprio. Le aziende che negli ultimi tempi hanno apportato tagli al personale, lo hanno fatto per ridurre i costi, non per ringiovanire l’organico.
Come se non bastasse, nonostante l'accordo tra Lega e Pdl sulle pensioni, sussistono divisioni all'interno della maggioranza. Il ministro dell'Economia non ha nemmeno letto la versione finale della lettera, bensi’ solo la bozza scritta la sera prima.
Intanto oggi il Tesoro ha collocato €750 milioni di euro di BTPei,, ovvero di bond indicizzati all'inflazione, con scadenza a settembre del 2021. L'emissione ha messo in evidenza un rialzo dei rendimenti rispetto all'asta precedente, a fronte di una domanda che si è mostrata comunque molto solida.
Tornando al clima di euforia presente in Europa, questo si spiega per l'appunto con le decisioni prese durante l'incontro dei capi di governo che si sono riuniti a Bruxelles: i leader hanno deciso, tra le altre cose: la svalutazione, pari al 50%, dei titoli di debito greci detenuti dalle banche, che permetteranno alla Grecia di ridurre il rapporto debito/Pil dal 160% attuale al 120% nel 2020; l'erogazione di nuovi aiuti al paese ellenico entro il 2012; l'ampliamento del Fondo salva-stati fino a €1 trilione; e la ricapitalizzazione delle banche. Forti buy anche sulle altre borse: Londra +2,18%, Francoforte +3,82%, Parigi +4,15% e Madrid +3,06%.
Sul Ftse Mib brillano banche e finanziari: Unicredit +7%, Intesa SanPaolo +6,9%, Mediolanum +7,64%, Azimut Holding +5,77%, MPS +4,22%, Banco Popolare +4,28%. Molto bene anche le quotazioni del colosso assicurativo Generali +5,80%. In rialzo i titoli del Lingotto: Fiat +3,69%, Fiat Industrial +4,74%, Exor +5,06%; e Eni sale del 2,6% dopo la pubblicazione dei suoi risultati di bilancio.
Sul fronte valutario, l'euro accoglie con entusiasmo la notizia sull'accordo raggiunto in Europa e supera quota $1,40, puntando su nuove resistenze. Al momento il rapporto di cambio è in crescita dello 0,81%, a $1,4006. La moneta unica rimane piatta nei confronti del franco svizzero a CHF 1,2258, mentre avanza contro lo yen dello 0,20%, a JPY 106,14.
Riguardo alle commodities, anche i futures sul petrolio reagiscono positivamente alle notizie europee e alla pubblicazione del Pil americano volando più del 3%, a $92,95 al barile, mentre le quotazioni dell'oro sono in calo dello 0,29%, a $1.718,50.
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