AL VIA LA PUBBLICAZIONE - Sono approdati su tre quotidiani nazionali - Corriere della Sera, Repubblica e Stampa - e sui rispettivi siti web gli annunci di cui il giudice della prima sezione civile del tribunale di Torino ha ordinato lo scorso 15 giugno la pubblicazione. I destinatari sono i consumatori interessati alla class action che Altroconsumo sta portando avanti contro Intesa Sanpaolo.
I MOTIVI DELLA CLASS ACTION - L’azione collettiva risarcitoria, ricorda l’associazione dei consumatori in una nota, ha per oggetto le spese di commissione di scoperto di conto applicate dall’istituto dopo il 15 agosto 2009, che secondo Altroconsumo vanno restituite ai correntisti. Gli interessati possono farsi avanti entro il 21 gennaio 2013 con un atto di adesione redatto secondo il modulo disponibile sul sito web del tribunale torinese, presso l’ufficio relazioni con il pubblico oppure alla cancelleria dello stesso tribunale. Al documento bisognerà allegare la copia degli estratti del conto corrente ricevuti dopo il 15 agosto 2009 e fino alla data di adesione.
LA PRIMA VOLTA DELL'ITALIA - “Vogliamo dimostrare che i soggetti bancari devono sottostare alle regole di trasparenza e correttezza, irrinunciabili per tutti gli attori sul mercato”, ha dichiarato Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo. “Se trasgrediscono devono risarcire”. Si tratta, ricorda ancora Altroconsumo, della prima class action italiana che abbia superato la fase di ammissibilità. L'ok, con ordinanza emessa dalla corte d'appello, risale al 23 settembre 2011. Stanti così le cose, potrebbe rivelarsi un vero e proprio laboratorio per la class action in Italia. Sempre secondo numeri forniti in passato da Altroconsumo, sarebbero 60mila i clienti di Intesa Sanpaolo interessati all’azione collettiva. La banca, dal canto suo, non commenta.
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