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Sofferenze ai massimi in aprile (133 miliardi). In calo continuo da oltre un anno i finanziamenti a famiglie e aziende. Sale il numero di aziende ritardarie nei pagamenti.
ROMA (WSI) - Prestiti bancari in calo continuo da oltre un anno: secondo i dati dell'Abi, a maggio i finanziamenti a famiglie e imprese sono scesi di nuovo, per la tredicesima volta consecutiva, a 1.455,5 miliardi (-3,1% come ad aprile).
Il totale degli impieghi è calato per il decimo mese a 1.893,5 miliardi (-2,7%).
ABI: SOFFERENZE AI MASSIMI, AD APRILE A 133 MILIARDI
Le sofferenze delle banche italiane non sono mai state così alte. Ad aprile, secondo il rapporto Abi, le sofferenze lorde hanno superato i 133 miliardi, 2,3 in più rispetto a marzo (+22,3% annuo). Le nette hanno toccato i 66,4 miliardi, +2,2 mld su marzo e +32,9% su aprile 2012. L'Abi evidenzia la ancora "elevata rischiosità" dei prestiti.
ABI: PIU' IMPRESE RITARDATARIE SU PAGAMENTI, SONO OLTRE META'
Imprese italiane sempre più ritardatarie nei pagamenti dei loro debiti. Secondo quanto riferisce il Rapporto Abi riportando i dati dell'osservatorio Cerved sui protesti e i pagamenti delle imprese, oltre la metà delle aziende regola le proprie fatture in ritardo. In particolare, nel primo trimestre del 2013 la percentuale di imprese che regola le fatture con un ritardo fino a due mesi é salita al 45,6% dal 42,6% del primo trimestre del 2012, mentre la quota delle imprese che ritarda di oltre 60 giorni si é collocata al 9,2% dal 9,1%.
Di converso la quota sul totale delle aziende che regola le fatture entro i tempi stabiliti con i fornitori è scesa al 45,2% dal 48,2%. Sempre secondo quanto emerge dall'Osservatorio sui protesti e i pagamenti delle imprese del Cerved Group, per le Pmi si osserva una quota più contenuta rispetto al totale delle imprese dei ritardi oltre i due mesi, salita nel primo trimestre del 2013 al 7,9% (7,6% nel primo trimestre 2012).
La quota di imprese con ritardi inferiori a due mesi è passata dal 51,9% al 55,3%, mentre quella che regola le fatture entro i tempi stabiliti con i fornitori è scesa al 36,9% dal 40,5%. L'aumento dei ritardi con cui le imprese regolano le fatture verso i fornitori riguarda tutta l'economia, ma i dati confermano il perdurare delle difficoltà nell'edilizia. Si rileva, inoltre, come l'aumento dei tempi medi di liquidazione delle fatture delle Pmi è un fenomeno che riguarda tutta la Penisola, anche se i ritardi sono molto maggiori al CentroSud rispetto al Nord del Paese.
Le regioni che mostrano una più elevata quota sul totale di imprese con gravi ritardi nei pagamenti (oltre 2 mesi) sono Calabria (17,6%), Sicilia (16,1%), Campania (14,7%), Molise (13,3%) e Lazio (12,6%). Su lato opposto, troviamo la Valle d'Aosta (1,8%), Trentino Alto Adige (3,3%) e Veneto (4,4%).
Il mutuo, nel frattempo, resta affare difficile per gli italiani ma l'impresa è decisamente più ardua in alcune regioni e più semplice in altre. Mutui.it, in collaborazione con Facile.it, ha analizzato oltre 5.000 fra richieste di finanziamento presentate e mutui erogati nel periodo gennaio-maggio 2013, rilevando un leggero aumento della percentuale di ottenimento del finanziamento (si passa dal 5% al 7%), ma seppur in salita continua a essere molto basso il numero delle domande presentate che si concretizzerà in un mutuo casa.
I più avvantaggiati sono i cittadini delle Marche, della Lombardia e della Liguria: qui siamo al di sopra della media nazionale, con percentuali di approvazione prossime o superiori al 10%. Seguono, sempre con cifre più alte della media nazionale, regioni come Piemonte (8,7%), Lazio e Umbria (entrambe al 7,5%).
Per trovare una regione del Mezzogiorno occorre andare oltre la metà della classifica, e scendere sotto la media italiana: in Campania ottiene il mutuo solo il 5% dei richiedenti, in Basilicata il 4,8%, in Puglia il 4,7%, mentre il fanalino di coda della classifica è rappresentato dalla Calabria, dove nemmeno 4 richieste su cento vengono accordate. (Ansa-TMNews)
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