Immagine tratta da Ilsole24Ore di sabato 18 ottobre
Si scrive voluntary disclosure si legge sanatoria fiscale
E' l'operazione di far rientrare i capitali dei contribuenti italiani detenuti all'estero (ma si rivolge anche alle omesse dichiarazioni in Italia), un gettito mancato per l'Erario.
Precisamo, non è uno "scudo fiscale", che somigliava ad un'operazione simile al riciclaggio di Stato, consentendo di pagare una minima percentuale di quanto dovuto, per giunta con il doppio scudo dell'anonimato e dell'assoluta mancanza di sanzioni penali.Quello dell'attuale maggioranza non è uno scudo, ma una sanatoria.
Con la voluntary disclosure niente sanzioni penali (Non punibilità per omessa dichiarazione, non punibilità su omesso versamento dell'IVA e alle ritenute non operate come sostituto d'imposta, depenalizzazione della frode fiscale) e ravvedimento "speciale" su quanto evaso: chi farà rientrare i capitali pagherà quanto deve di tasse e intergrerà con delle lievi sanzioni ridotte (il tutto su più annualità). "Bastone e carota" secondo la definizione data da un parlamentare PD. A dire il vero si vede molta carota e poco bastone. Ma, abituati agli scudi fiscali dei primi anni Duemila, sembra un gran successo.
"Chi riemerge ha forti facilitazioni monetarie e non rischia di essere imputato per vari reati, chi non riemerge rischia non solo i reati tributari ma anche il nuovo reato di autoriciclaggio" ha sostenuto il relatore del provvedimento, il piddino Marco Causi.
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