lunedì 23 gennaio 2012

Sondaggio: i gestori danno fiducia all'Europa



di: Sara Silano (Morningstar)


I gestori, interpellati da Morningstar nel consueto sondaggio mensile sulle previsioni per i prossimi sei mesi,sono meno pessimisti sulle sorti dell’Europa. 

Giudicano la situazione ancora critica, ma hanno più fiducia sulla capacità delle autorità politiche e monetarie di trovare una soluzione alla crisi. E’ convinzione diffusa che la propensione al rischio aumenterà nei prossimi sei mesi, con conseguente riduzione della liquidità nei portafogli a vantaggio di altre asset class.

Europa, meno pessimismo 
Il Vecchio continente rimane l’anello debole dei mercati finanziari globali. L’evoluzione della crisi resta avvolta nell’incertezza. La crisi del debito sovrano e le difficoltà delle banche potrebbero richiedere nuovi interventi da parte degli organismi nazionali e internazionali. 

Resta l’incognita sulla crescita economica, che presenterà valori negativi in alcuni paesi. Tuttavia, i gestori sono più fiduciosi rispetto al passato sulla capacità dei leader politici di trovare una soluzione. Non appena le Borse se ne accorgeranno, le quotazioni risaliranno. Per il 45% dei fund manager, la svolta potrebbe avvenire già nei prossimi sei mesi, mentre per il 40% il mercati continueranno ad oscillare attorno agli attuali livelli. I pessimisti passano dal 28% di dicembre al 15%.

Italia, cambio di marcia 
Come a dicembre, il giudizio dei gestori su Piazza affari è più ottimista rispetto al resto dell’area Euro. Il 60% degli intervistati prevede un apprezzamento del listino milanese nei prossimi sei mesi, contro il 10% che si attende una discesa. 

Nel 2011, il mercato italiano ha fatto peggio di quello continentale a causa del rallentamento economico, dell’acuirsi della crisi del debito sovrano e delle pressioni sul settore bancario. Oggi, i titoli sono tra i più economici del Vecchio continente, ma per fare tornare gli investitori servono ulteriori rassicurazioni sul fronte del pesante fardello pubblico. 

Wall Street riconquista i manager 
Rispetto a dicembre, è aumentato l’ottimismo sulla Borsa americana, che salirà per il 65% dei gestori (erano il 44% a dicembre). Wall Street potrebbe essere tra i maggiori beneficiari del ritorno dell’appetito per il rischio da parte degli investitori, almeno fino a quando l’Europa non volterà definitivamente pagina. Gli Stati Uniti sono meglio posizionati sia dal punto di vista della congiuntura sia dei profitti aziendali. Tra i settori favoriti, c’è quello tecnologico. Permangono, però, le incognite sul fronte del debito pubblico.

Lo yen zavorra Tokyo 
La divisa nipponica continua ad essere troppo forte rispetto alle valute internazionali e penalizza le aziende locali e la Borsa. Per questa ragione, il 40% dei gestori non prevede grandi variazioni del listino rispetto agli attuali livelli. Il 45%, invece, si attende un apprezzamento, dal momento che le valutazioni sono considerate molto attraenti. 

Asia più forte 
L’area del Pacifico si conferma in cima alle preferenze dei gestori. Il 75% stima un aumento delle quotazioni azionarie nei prossimi sei mesi (erano il 67% a dicembre). Come altre aree emergenti, quelle asiatiche hanno mostrato maggior solidità dei paesi sviluppati. Le turbolenze che li coinvolgono sono cicliche più che strutturali, per cui destinate ad essere superate.

Titoli di stato al palo 
Le obbligazioni governative delle principali economie, come Stati Uniti, Germania e Regno Unito, sono intorno (o sotto) il 2%, un livello troppo basso per giudicarle attraenti. Per i gestori le possibilità di apprezzamento sono limitate, in un contesto di tassi di interesse fermi, crescita economica modesta e banche centrali impegnate ad acquistare titoli di stato. 

In Europa, l’attenuarsi delle tensioni, dovrebbe portare a una riduzione dello spread tra il Bund tedesco e il BTp italiano. Dalla seconda parte dell’anno, dunque, potrebbe esserci una minor corsa alla qualità (flight to quality) e un ritorno sui titoli periferici. In ogni caso, molti gestori preferiscono non prendere rischi su questa asset class, optando per le obbligazioni societarie e high yield.

Euro debole 
Le previsioni sul cambio euro-dollaro non sono variate significativamente rispetto a dicembre. Il 55% dei gestori prevede un indebolimento della divisa comunitaria, mentre solo il 5% stima un apprezzamento. Gran parte dei gestori indica un range di oscillazione compreso tra 1,25 e 1,35. Una forte diminuzione dell’avversione al rischio potrebbe però riportare flussi di investimento sulla moneta unica.

Nessun commento:

Posta un commento