New York - Ad esclusione degli Stati Uniti, la somma di titoli pubblici italiani offerta negli ultimi tre giorni, pari a 18 miliardi di euro, e' stata la piu' alta di sempre.
A riferirlo e' il Financial Times. Dai 5 miliardi del primo giorno, la cifra collocata e' salita a 10 e poi 18 miliardi.
Secondo i calcoli del Wall Street Journal, poi, la cifra record dovrebbe essere sufficiente a ricoprire i costi di rifinanziamento del Tesoro per la parte restante dell'anno.
Prima di esultare - e tirare un sospiro di sollievo anche nell'ottica di lungo termine - bisognerebbe pero' verificare chi e' che ha comprato e stabilire se sono stati sempre i soliti noti, ovvero i piccoli risparmiatori e le banche nazionali autoreferenziali, a fare man bassa di Btp.
In Italia molti degli acquirenti sono investitori senza esperienza e business a conduzione familiare. Gli economisti da tempo avvertono che sono costoro a detenere le ricchezze inutilizzate di un paese che da dieci anni non cresce.
Gli investitori retail hanno un patrimonio netto superiore agli €8 mila miliardi, pari a oltre quattro volte quello del debito sovrano nazionale, stando ai numeri di Bankitalia.
Insomma, attrarre i grandi investitori internazionali resta ancora un'impresa. Maria Cannata, dirigente del Tesoro e guardiano del debito pubblico, ha ricordato che anche un numero corposo di investitori istituzionali ha partecipato all'asta di BTP Italia, ma i dettagli non saranno disponibili prima di venerdi' pomeriggio.
Anche l'emissione di titoli spagnoli ha avuto un buon riscontro, in particolare se si guarda al calo dei rendimenti e all'ammontare di debito a 3, 4 e 10 anni collocato, sopra la forchetta di prezzo prevista di 4,5 miliardi di euro. A favorire l'appeal dei titoli pubblici iberici hanno contribuito sicuramente le aspettative per un piano di salvataggio.
I prestiti a tassi vantaggiosi concessi dalla Bce alle banche di Italia e Spagna sono aumentati nettamente nel 2012. Cosi' come la quantita' di BTP nella pancia delle banche italiane.
Ma va fatta un'importante distinzione: in confronto alla situazione debitoria spagnola, quella italiana sembra equilibrata. Anche perche' Roma puo' contare su rendimenti piu' favorevoli sul mercato secondario. Lo spread tra BTP decennali e Bund omologhi e' sceso sotto i 310 punti ieri, mentre il differenziale tra i tassi spagnoli a 10 anni e quelli sul benchmark tedesco rimane in area 365 punti base.
L'andamento dello spread tra i rendimenti sul decennale Btp italiano e il corrispettivo tedesco Bund.
I bond presenti nella pancia delle banche iberiche sono incrementati in maniera esponenziale negli ultimi mesi (vedi grafico a fianco) che hanno visto un aggravarsi della crisi del debito del paese che sta temporeggiando prima di accettare un pacchetto di aiuti esterni.
Le norme di Basilea III stanno tagliando le gambe a qualche dealer e lasciano spazio di manovra quasi unicamente agli istituti 'domestici', che sono ben conenti di caricare le loro casseforti di debito collaterale BCE (la quale a sua volta ha concesso prestiti a tassi vantaggiosi alle banche in difficolta'), in un processo perverso che ha le fattezze di un circolo vizioso.
Nessun commento:
Posta un commento