I principali gruppi bancari europei hanno chiuso i primi 6 mesi del 2012 con un utile netto aggregato di 26,1 miliardi di euro, -30,2% rispetto al primo semestre del 2011 e pari al 10,4% dei ricavi totali. Il margine di intermediazione è diminuito del 6% a 250,2 miliardi di euro per la caduta del margine d'interesse (-3,4%) e soprattutto delle commissioni nette (-14,6%). È quanto emerge dallo studio di R&S Mediobanca sulle 20 principali banche europee per totale attivo, compresi i due maggiori gruppi italiani (UniCredit (EUREX: C2RI.EX - notizie) e Intesa Sanpaolo (Dusseldorf: 575913.DU - notizie) ).
Il crollo si è appesantito nei primi 9 mesi, con l'utile netto in calo del 37,8% a 23,99 miliardi (considerando i dati di solo 18 banche), mentre il margine di intermediazione è diminuito dell'1,7% e le rettifiche su crediti sono scese del 4,5%.
Questo nonostante il 2011 fosse appesantito da svalutazione di titoli governativi greci per 9,1 miliardi e di avviamenti per 8,7 miliardi (essenzialmente da parte di Unicredit, tanto che senza considerare l'istituto milanese l'utile netto complessivo per le rimanenti società risulterebbe addirittura dimezzato). Sui risultati del 2012, spiega lo studio R&S, ha inciso ancora l'applicazione della «fair value option», con un apporto negativo per 20 miliardi. Solo sei istituti sui 18 considerati hanno registrato al 30 settembre un marginale miglioramento dell'utile netto. Inoltre, le maggiori banche europee detenevano, a fine giugno, circa 276 miliardi di euro in titoli di stato emessi dai 5 paesi cosiddetti Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna), ovvero 49 miliardi in meno rispetto ai 325 miliardi di fine giugno 2011. Per l'aggregato, le più vistose diminuzioni hanno riguardato i titoli di stato italiani (-22,5 mld) e greci (-19,7 mld).
Questo nonostante il 2011 fosse appesantito da svalutazione di titoli governativi greci per 9,1 miliardi e di avviamenti per 8,7 miliardi (essenzialmente da parte di Unicredit, tanto che senza considerare l'istituto milanese l'utile netto complessivo per le rimanenti società risulterebbe addirittura dimezzato). Sui risultati del 2012, spiega lo studio R&S, ha inciso ancora l'applicazione della «fair value option», con un apporto negativo per 20 miliardi. Solo sei istituti sui 18 considerati hanno registrato al 30 settembre un marginale miglioramento dell'utile netto. Inoltre, le maggiori banche europee detenevano, a fine giugno, circa 276 miliardi di euro in titoli di stato emessi dai 5 paesi cosiddetti Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna), ovvero 49 miliardi in meno rispetto ai 325 miliardi di fine giugno 2011. Per l'aggregato, le più vistose diminuzioni hanno riguardato i titoli di stato italiani (-22,5 mld) e greci (-19,7 mld).
COMUNICATO STAMPA
RispondiEliminaGRUPPO MEDIOLANUM
Risultati Primi Nove Mesi 2012
UTILE NETTO: Euro 291,5 milioni, +380%
MASSE AMMINISTRATE: Euro 50,8 miliardi, +13%
RACCOLTA NETTA: Euro 1.673 milioni
ACCONTO DIVIDENDO: Euro 0,10 per azione
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