lunedì 22 aprile 2013

Per Schaeuble il prelievo forzoso di Cipro è un ottimo modello per l'Europa

Edoardo Capuano - Posted on 21 aprile 2013

Cipro dovrebbe essere “un modello” per futuri salvataggi nell'eurozona e sarebbe necessario che i correntisti contribuiscano quando c'è da salvare una banca.
Lo ha detto il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, in un'intervista al settimanale Wirtschaftswoche anticipata oggi e ripresa da Bloomberg.
“La strada del risanamento fiscale e delle riforme, anche se complicata, difficile e faticosa” è l'unica strada da seguire: “né in queste riunioni né in Europa ho sentito altre ricette” afferma il ministro dell'economia, Vittorio Grilli, sottolineando che con un debito al 130% l'Italia “non ha molti margini di manovra. Il tipo di approccio è un approccio obbligato. I nostri margini sono quelli che ci lascia il mercato”.
La situazione italiana “non è stata oggetto delle discussioni ufficiali” afferma Grilli a Washington per le riunioni del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) e il G20. “Magari per i corridoi ti chiedono qualcosa. Non penso che ci sia grande preoccupazione. Siamo noi italiani che dobbiamo essere preoccupati di essere efficaci in questo tipo di negoziati - mette in evidenza Grilli - perché ormai le politiche economiche sono su una scacchiera globale. Penso che se non riusciamo a essere presenti ed efficaci, ad aver una strategia precisa e un largo supporto per questa strategia, avremo sempre noi i problemi di debolezza”.
La strada obbligata per l'Italia - afferma Grilli - è quella del risanamento fiscale e delle riforme, che è “complicata, difficile, faticosa, che non dà risultati immediati e che richiede pazienza”. Il problema, a livello globale, “è che facciamo tutti insieme la stessa cosa, e questo indebolisce la domanda aggregata”: “È chiaro che anche per noi se ci fosse più domanda globale tutto sarebbe più facile”.
“Il mercato dei titoli di stato è un mercato delicatissimo, su cui non vogliamo perdere alcuna chance. Anche gli altri capiranno che il mercato dei titoli di stato è un mercato diverso dagli altri” ha detto il ministro dell'Economia, rispondendo a chi gli chiedeva se l'Italia fosse pronta a far saltare l'accordo in ambito europeo sulla Tobin Tax qualora non fossero esclusi i titoli di stato.
“Siamo stati fra i primi insieme alla Francia a introdurre la Financial Transaction Tax. L'abbiamo introdotta con molta prudenza sapendo che il mercato dei titoli di stato è un mercato delicatissimo su cui non vogliamo perdere alcuna chance” afferma Grilli. “Il dibattito è appena iniziato. Noi rimaniamo sulla nostra posizione, è l'impostazione giusta. Anche gli altri capiranno che il mercato dei titoli di stato è un mercato diverso dagli altri”.
GRILLI, AGENDA MONTI GIUSTA, NON ALTERNATIVE - “L'agenda Monti è quella giusta e il prossimo governo da lì dovrà partire. Alternative radicali a questa strategia non le vedo". Lo ha detto il ministro dell'economia, Vittorio Grilli. La prudenza fiscale e le riforme strutturali già messe in opera sono la base per il futuro. “Per quanto difficile, per quanto provochi sacrifici importanti” - afferma Grilli - “radicali a questa strategia non ne vedo".
VISCO, NON SI TORNA A CRESCERE CON SPESA ALLEGRA - “Non è spendendo allegramente che si torna a crescere. Si cresce se si eliminano vincoli di bilancio”. Lo afferma il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, sottolineando che il “debito italiano non può che scendere, di certo non salire. La variabile fondamentale è il disavanzo, che è virtuoso”, anche se non è quello imposto dalla lettera della Bce. E questo dovrebbe spingere a una lettura “meno talebana” dell'austerity. “La crisi è grave ma non è stata causata dalla correzione di bilancio. La stella polare è conti in ordine e vincoli di bilancio. Non si ricresce tornando a spendere allegramente, ma si cresce se si eliminano i vincoli alla crescita, che non sono legati solo al bilancio pubblico nominale. È importante il recupero della fiducia: mancano gli investimenti delle imprese che sono legati alle prospettive di ripresa. Se viene meno la fiducia per motivi diversi dall'economia globale o dall'azione di finanza pubblica c'è un problema di sequenza. Senza investimenti non c'è ripresa, gli investimenti non ci sono se le prospettive sono insufficienti. Le prospettive sono insufficienti se le incertezze politiche non vengono eliminate”.
Fonte: ansa.it

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