Ora si teme la fila agli sportelli in tutta Europa, come è avvenuto in Grecia. Intanto la Bce pensa al piano B...
Atto primo: fuga dai depositi. In una delle puntate dove, a fare da sfondo, è la tragedia greca con la paura, da parte dei mercati dell’addio di Atene, le banche europee temono una fuga dei depositi, che in parte sta già avvenendo. A lanciare l’allarme, per primo, è stato il Wall Stret Journal. Il timore, insomma, è che se la Grecia dovesse davvero lasciare la moneta unica, le file agli sportelli bancari dei clienti per ritirare i loro depositi (come accaduto in Grecia) possa ripetersi anche in altri paesi della periferia dell’area euro.
Così, per fare fronte a questo rischio, pare che alcuni all’interno dell’Ue stiano considerando l’introduzione di un piano pan-europeo di garanzie sui depositi, che si andrebbe a sommare a quelli nazionali già esistenti. “Ancora non è chiaro”, si legge nelle pagine del Wall Street Journal, “quanto sia stato sviluppato il piano per offrire garanzie ai depositi. Secondo alcuni analisti, gli istituti bancari di Paesi come Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna potrebbero perdere rapidamente fra i 90 e i 340 miliardi di euro di depositi se la Grecia uscirà dall’area euro.
La Spagna, tra tutti, sarebbe il paese più colpito con una cifra compresa fra i 38 e i 130 miliardi di euro. E le conseguenze di una fuga di questo tenore potrebbero essere disastrose per le banche, alcune delle quali potrebbero trovarsi a corto di fondi e fallire, mentre le più solide si troverebbero a dover ridurre fortemente il credito e liberarsi degli asset per mantenere i fondi. La Banca Centrale Europea potrebbe evitare questa catastrofe con nuovi prestiti a basso costo. Spunta, insomma, un piano di garanzie della Bce.
Quanto all’Italia, le garanzie offerte ai clienti oggi sui loro conti in banca ammontano a 103mila euro, in Gran Bretagna a 105,2mila, in Usa a 195,7mila, in Portogallo a 25mila, in Norvegia a 263,1mila euro mentre in Irlanda non c’è limite.
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