giovedì 31 ottobre 2013

Bernanke ci ripensa: «La ripresa è debole la Fed mantiene gli stimoli all’economia»

corriere economia

FRANCOFORTE – La Fed mantiene invariato il sostegno consistente alla ripresa economica, giudicata ieri dal Comitato monetario della banca centrale americana (Fomc) ancora non in linea con le attese. Pertanto l’istituto centrale guidato fino a gennaio ancora da Ben Bernanke ha lasciato invariati i tassi di interesse guida, compresi in una forchetta fra lo 0 e 0,25%, come fa del resto fin dal 2008. E nell’attesa di ulteriori «prove di progresso» della crescita ancora «moderata», mentre la disoccupazione non ha raggiunto il target del 6,5%, continuerà ad acquistare mensilmente 85 miliardi di titoli del Tesoro e dei mutui immobiliari, prima di decidere sul «tapering», la (lenta) diminuzione del flusso degli acquisti.
UN VOTO CONTRARIO - L’esito della due giorni di riunione della Fomc che si è chiusa oggi - con una maggioranza di 9 banchieri favorevoli contro uno contrario, il governatore-donna del Kansas, Esther George - era atteso, ma non del tutto scontato. Secondo i banchieri centrali, la politica di blocco del budget ha ristretto la crescita economica ma, contrariamente al comunicato precedente, la Fed non menziona più l’aumento dei tassi dell’immobiliare che poteva compromettere la ripresa e, anzi, sottolinea che la ripresa nel settore immobiliare «ha rallentato leggermente il ritmo» degli ultimi mesi. «Nell’insieme», quindi, l’attività economica ha un ritmo ancora troppo moderato.

mercoledì 30 ottobre 2013

Saccomanni: "uso dei contanti va ridotto"

Wsi
Soglia massima di pagamento imposta per combattere l'evasione è a 1.000 euro. Anche su questo governo spaccato.
ROMA (WSI) - Anche sui limiti all'utilizzo dei contanti il governo si spacca. L'esecutivo guidato da Enrico Letta intende ridurre la soglia massima di pagamento in contanti, attualmente posta a 1.000 euro. 

Ma la decisione provoca una divisione tra i due principali partiti della coalizione di larghe intese, PD e PdL.

"Questo è un punto su cui l'Italia resta indietro ed è un punto su cui vogliamo intervenire", ha detto il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, durante un'audizione in Parlamento sullalegge di Stabilità.

"Il collega Saccomanni ritiene di intervenire per ridurre l'uso del contante. Noi la pensiamo all'opposto di lui". 

Così in un tweet Angelino Alfano, leader del PdL. Per Alfano "occorre aumentare l'uso del contante e contrastare l'evasione consentendo di conservare scontrini e fatture e scaricare tutte le tasse. In America funziona e funzionerebbe anche qui".

martedì 29 ottobre 2013

Banca d'Italia. Procedure di amministrazione straordinaria


Crollano del 94% gli utili di Deutsche Bank dopo spese legali su accuse di manipolazione dei tassi

da ilsole24ore

Dopo la maxi sanzione di 13 miliardi di dollari a carico di Jp Morgan per irregolarità nella vendita di pacchetti subprime fra il 2005 e il 2007, altri colossi bancari europei sono alle prese con spese legali di rilievo che impattano sui conti.
È il caso in particolare di Deutsche Bank che ha reso noto che l'utile netto è crollato del 94% nel terzo trimestre, appesantito da un contenzioso legale significativo e da un ribasso dei ricavi della banca d'investimento. Da luglio a settembre, il gruppo ha ottenuto un utile netto di 51 milioni di euro , molto inferiore alle previsioni degli analisti che stimavano un utile netto di 376 milioni di euro.
La banca tedesca è finita nel mirino della magistratura per il suo presunto coinvolgimento nello scandalo della manipolazione dei tassi Libor ed Euribor. Alcuni suoi top manager sono inoltre indagati nell'ambito di una vicenda di evasione fiscale legata al mercato delle emissioni di Co2. Per affrontare i processi, la banca ha accantonato nel terzo trimestre 1,2 miliardi di euro portando a 4,1 miliardi il valore degli accantonamenti complessivi.
Accantonamenti anche per Ubs. L'aumento dei requisiti di capitale richiesto dalle autorità svizzera sul capitale, per far fronte ai procedimenti giudiziari, mette a rischio gli obiettivi di redditività del colosso bancario svizzero nel 2015. Lo afferma l'ad del gruppo Sergio Ermotti in un'intervista a Bloomberg. Ubs ha registrato un utile del terzo trimestre di 577 milioni di franchi in linea con le stime degli analisti grazie a un beneficio fiscale che ha aiutato ad attutire i 566 milioni di franchi di accantonamenti per le cause giudiziarie. Il gruppo, che negli scorsi anni ha sborsato 3 miliardi di franchi in risarcimenti e transazioni (nel 2009 ha pagato 780 milioni di dollari negli Usa su una vicenda di evasione fiscale) si aspetta "elevati oneri" per cause legali nel 2014.

Banche in crisi! E il risparmiatore? - Mercati che fare pt. 118

Moody's: le banche italiane più a rischio

WSI
Al via gli stress test della Bce. L'agenzia: "aumentano le probabilità di fallimento o intervento pubblico".


ROMA (WSI) - Wall Street Italia lo aveva anticipato qualche giorno fa, nell'articolo Banche italiane tremano, Draghi parla di "fallimento", riferendosi alla dichiarazione proferita dal numero uno della Bce, nel presentare gli stress test che saranno condotti sulle banche europee. 

La Bce lancerà infatti a novembre l' asset quality review, la revisione della qualità degli asset per monitorare la solidità delle banche; l'esame durerà 12 mesi dell' Eurotower durerà 12 mesi. 

Draghi stato chiaro, affermando che alcunebanche avranno bisogno di fallire. "Se devono fallire, dovranno fallire. Non c'è alcun dubbio su questo", ha detto. E Goldman Sachs ha illustrato il suo outlook su come gli stress test andranno a finire: non c'è dubbio, le vittime ci saranno. 

Ora l'agenzia di rating Moody's lancia l'allarme proprio sulle banche italiane. In Italia saranno sotto esame i 15 principali istituti di credito. Si tratta di Banca Carige, Mps, Creval, Bper, Bpm, Popolare Sondrio, Popolare Vicenza, Banco Popolare, Credem, Iccrea, Intesa SanPaolo, Mediobanca, Unicredit, Ubi Banca, Veneto Banca.

Nelle previsioni del "Credit outlook" di Moody's, si parla di "impatto negativo" per le banche italiane che presentano indici deboli di capitale deboli.

"Il documento segnala per la prima volta quali sono gli istituti più a rischio, citando Banca Carige (rating B2 sotto revisione per downgrade), Bpm (B1 negative, E+/b2 stable) e Credito Valtellinese (Ba3 negative, E+/b1 stable) per il basso livello di capitale; Mps (B3, negativo) e Banco Popolare (Ba3, negativo) per la debolezza della qualità degli asset. E precisa che Banca Carige, Banca Popolare e Mps prevedono di raccogliere capitali sul mercato e attraverso la cessione di attività".

Per gli analisti, le banche che presentano indici di capitale vicini o sotto la soglia dell'8% del Common Equity Tier fissato dalla Bce, incontreranno difficoltà nell'ovviare alle carenze di liquidità attingendo a risorse private. Di conseguenza "aumentano le probabilità di fallimento o intervento pubblico" per salvare gli istituti, con "perdite per i detentori dei bond junior", dal momento che allo stato attuale delle cose "non esiste alcuna evidenza di una misura per bloccare eventuali deficit di capitale".

domenica 27 ottobre 2013

Rientro capitali dall’estero: il piano

dal corriere della sera


PATRIMONI ALL’ESTERO

Sanzioni dimezzate e depenalizzazione
per chi riporta i capitali in Italia

Il provvedimento potrebbe entrare nella legge di Stabilità

ROMA — Viaggia su due binari l’offensiva del governo per far rientrare i capitali italiani esportati in Svizzera. Il primo, quello minimo da cui sarebbe possibile ricavare somme non esorbitanti, è una nuova normativa, che potrebbe entrare nella legge di Stabilità, e che ne favorirebbe lo spontaneo rimpatrio. L’altro è un accordo con gli elvetici per lo scambio di informazioni che aprirebbe all’Italia prospettive economiche rosee qualora arrivasse fino alla comunicazione dei nominativi dei connazionali che hanno trasferito denaro in Svizzera.
La prima via è spianata. Nel discorso al Parlamento per la fiducia il premier Enrico Letta ha parlato di «un piano articolato sul tema della legalità dei capitali all’estero». Di che si tratta? Si comincia con la imminente messa a punto di una nuova procedura di regolarizzazione volontaria delle attività economiche e finanziarie illecitamente detenute all’estero. In base a una circolare dell’Agenzia delle Entrate, che presto sarà integrata e resa applicabile, chi detiene fondi all’estero in maniera illegale potrà autodenunciarsi e pagare le imposte e gli interessi relativi a tutte le annualità che non si siano prescritte, ottenendo uno sconto sulle sanzioni fino alla metà del minimo. Tali vantaggi saranno godibili solo se il contribuente non avrà ancora subito verifiche o ricevuto questionari.
Secondo il governo, non si tratterebbe di un condono, perché il contribuente pagherebbe il dovuto rispetto alle varie annualità, senza forfettizzazioni; né è uno «scudo» perché l’evasore perderebbe l’anonimato. Tuttavia perché l’istituto sia appetibile, servirebbe un intervento sulle conseguenze penali dell’autodenuncia, che oggi possono arrivare fino alla detenzione.
Sul punto si è attivata la commissione presieduta dall’ex magistrato Francesco Greco, che sta lavorando a un altro tassello del piano: il nuovo reato di autoriciclaggio. La proposta Greco, che potrebbe tramutarsi in legge, è che venga esclusa la sanzione penale per chi si autodenuncia prima di essere scoperto. Qualora invece l’autodenuncia avvenga già in corso di accertamento, si applicherebbe la sanzione penale ma con «un’attenuante a effetto speciale».
Il meccanismo descritto è in grado di far affluire ingenti capitali in Italia? Neanche il governo ne è convinto, poiché sa che l’unico modo per ricavare somme importanti è un accordo con la Svizzera. Ma quale?
La Svizzera ha già stretto intese con Austria eInghilterra. La prima prevede una doppia tassazione: una una tantum sul patrimonio (tra il 21 e il 41%) e una tassa annuale sui redditi finanziari percepiti nelle banche svizzere da parte di cittadini austriaci e da qualsiasi società avente come beneficiario una persona fisica austriaca, con un’aliquota del 26% circa. L’Austria ha ottenuto di incassare subito 200 milioni di euro, anticipati dalle banche svizzere. Il resto sarà incassato dalle banche confederate che le gireranno all’Austria.
Ma quello che conta è che la Svizzera conserverà il segreto bancario, avendo pattuito di dover rispondere a soltanto 300 richieste annuali di verifica austriache. Gli evasori non saranno perseguiti penalmente nel Paese d’origine.
È questo il tipo di accordo che sta ricercando l’Italia? No, a sentire le dichiarazioni del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, rilasciate a luglio: «L’obiettivo è che loro ci forniscano l’elenco dei connazionali con capitali in Svizzera, noi provvederemo a tassarli. Tutto ciò per quanto riguarda il futuro. Per quanto riguarda il pregresso, invece, pensiamo di negoziare un saldo da determinare».
Dunque la condizione primaria sembra essere quella della fine dell’anonimato bancario. E questo perché continuare a garantirlo spingerebbe nuovi capitali italiani a trasferirsi. Su questo punto però, a sentire fonti del Tesoro, l’accordo è tutt’altro che vicino.
Se l’Italia riuscisse nell’intento di garantirsi la totale trasparenza, tenuto conto che secondo le stime più recenti i capitali in Svizzera si aggirano sui 120-180 miliardi, con un’aliquota del 25% sul capitale e un imposta al 25% sugli interessi prodotti, lo Stato italiano totalizzerebbe poco meno di 40 miliardi. Ma la Svizzera ha già lasciato capire che l’aliquota italiana dovrà essere più bassa di quella di altri Paesi, essendo intervenuti negli anni scorsi alcuni condoni che hanno già fatto rientrare capitali in Italia. L’incasso scenderebbe a 10-15 miliardi. E resterebbe il rischio che nel frattempo le banche svizzere spostino i capitali in filiali nei «paradisi fiscali».
Certo, a favore dell’Italia gioca la decisione della Svizzera di aderire alle norme Ocse sullo scambio anche automatico di dati e il venir meno del «segreto bancario» dal prossimo primo novembre, una decisione che però prevede un lungo procedimento di ratifica e che ha anche dei limiti importanti. Bisogna sapere infatti che da novembre a essere comunicate dall’Agenzia antiriciclaggio svizzera saranno solo le informazioni, ma non i documenti, per sospetto riciclaggio nell’ambito di reati di diritto comune (corruzione, droga, truffa) ma non per i reati fiscali. Per quelli bisognerà aspettare il 2015.

venerdì 25 ottobre 2013

La discesa di Monte Paschi

wsi
La banca più vecchia al mondo ha perso il 93% di valore in Borsa dopo l'acquisto di Antonveneta per 9 miliardi.

SIENA (WSI) - Una storia di devastazione, non provocata dalla peste, come avvenne nel 15esimo secolo, bensì dagli errori di finanzieri internazionali e politici italiani.

Le cause legali e i piani di salvataggio del governo ci ricordano quali danni ha recato alla BancaMonte dei Paschi di Siena la decisione di acquistare la rivale Antonveneta per 9 miliardidi euro all'apice della crisi finanziaria scoppiata in seguito al crac del businesse dei mutui subprimecartolarizzati che hanno fatto il giro del mondo. 

Si è scoperto che la banca ha usato derivati per nascondere le perdite subite dalla divisione di trading. Questo ha innescato una serie di eventi a catena senza fine, che hanno affossato il valore di mercato del titolo MPS, il quale ha perso il 93% da allora.

Il giornalista Niki O'Callaghan su Bloombergparla di Mps come della "banca nata dalla ceneri provocate dalla peste che fatica a sopravvivere". Il grafico dell'andamento delle azioni dell'istituto di credito, il terzo più grande in Italia, basta per farsi un'idea di come le decisioni scellerate di management e politici abbiano rovinato la banca più prestigiosa e antica al mondo. 

Tutto iniziò sei anni fa, a novembre, quando la banca lanciò l'assalto alla società di credito con sede a Padova, la Banca Antonveneta. È quanto emerge dal reseconto di una decina di testimoni nelle oltre 29 mila pagine di deposizioni, email e documenti legali presentati in tribunale.

Nel 2007, quando MPS era la quinta banca maggiore del nostro paese, Giuseppe Mussariottenne l'autorizzazione del CdA a cercare partner per una eventuale fusione e riuscire così a tenere il passo delle due big Unicredit e Intesa Sanpaolo che continuavano ad espandersi.

Antonveneta era detenuta dall'olandese ABN Amro Holding NV, che all'epoca stava per essere venduta a sua volta a un gruppo di banche europee, tra cui figuravano Royal Bank of Scotland e la spagnola Santander. Il ruolo che ebbe quest'ultima nella vicenda fu chiave. 
Andrea Orcel, il banchiere a capo del gruppo Merrill quando ha aiutato Mps a reperire i finanziamenti necessari ad acquistare Antonveneta.

I personaggi di questa storia sono molti e delle nazionalità più disparate. Uno di questi è il banchiere Emilio Botin, il quale secondo Bloomberg "ha le attività bancarie nel sangue", essendo il patriarca di una famiglia che ha aiutato a gestire Santander per 118 anni. Botin è stato assunto dall'istituto nel 1958 ed è diventato Ceo nel 1967. Con una serie di acquisti sparsi tra Brasile, Usa e Regno Unito ha trasformato l'istituto in uno dei 20 maggiori gruppi finanziari quotati in Borsa. 

Un altro protagonista della storia è Andrea Orcel, un ex banchiere di Merrill Lynch. Era lui il rappresentante di Santander quando hanno stretto l'accordo da $100 miliardi per ABN Amro, l'operazione più importante nel settore bancario di sempre. E c'era sempre lui a capo del gruppo Merrill quando questo ha aiutato Monte Paschi a reperire i finanziamenti necessari ad acquistare Antonveneta. 

I tempi sono cambiati da allora: adesso il Monte dei Paschi, che sta cercando di ricevere un secondo piano di aiuti altrimenti si vedrà costretta a ricorrere a un programma di nazionalizzazione, fa fatica a sopravvivere. 
La banca più vecchia (e un tempo sicura) al mondo ha perso il 93% di valore in Borsa dopo l'acquisto di Antonveneta per 9 miliardi.

Un altro particolare della vicenda da non sottovalutare è il fatto che le banche d'affari ci hanno guadagnato. Come? Offrendo ai dirigenti vicini alle autorità politiche consigli di fusioni e investimenti che hanno contribuito al crollo dei titoli sui mercati. 

A quel punto hanno venduto strumenti finanziari complessi, come contratti derivati, che hanno consentito a MPS di nascondere, persino ingigantire in alcui casi, le perdite di quella che un tempo era la banca più sicura al mondo.

mercoledì 23 ottobre 2013

Draghi: "non distruggete ancora le banche". 15 le banche italiane all'attenzione della Bce.

Ai leader Ue: basta idiozie. Rischio "fuga capitali"; 15 banche italiane all'attenzione della Bce: test da novembre.

wsi

NEW YORK (WSI) - I contenuti e toni della lettera, ottenuta in esclusiva da El Pais, sono devastanti. Il presidente della Bce Mario Draghi ha avverito le autorità europee di non far esplodere un'altra bomba con le loro idiozie, che ormai sono diventate la prassi.

Le parole usate non lasciano spazio a dubbi: le svalutazioni punitive (sebbene rappresentino una tentazione alla quale è difficile resistere) e un assalto al debito delle società finanziarie potrebbero portare a una "fuga degli investitori dal mercato bancario europeo". 

La questione nevralgica riguarda la conversione forzata del debito, che le autorità chiamano "ricapitalizzazioni precauzionali".

L'ex membro del board della banca Lorenzo Bini-Smaghi ha avvisato che gli attacchi condotti nei confronti dei creditori nel settore bancario sono un pericoloso replay della tristemente famosa "passeggiata sulla spiaggia" a Deauville di Merkel e Sarkozy

È allora che il presidente francese e la cancelliera tedesca strinsero l'accordo che costrinse gli obbligazionisti di debito greco a subire delle perdite (in violazione delle promesse fatte fino al quel momento, secondo cui un evento del genere non si sarebbe mai verificato). 

Tale decisione ha finito per abbattere la fiducia nei mercati del debito dell'area euro, con conseguenze che presto sono diventate ovvie da prevedere.

Draghi sostiene che se i leader dell'Ue non mettono in atto piani di cuscinetto per coprire i casi dove la liquidità e i finanziamenti dagli investimenti del settore privato potrebbero venire a mancare, gli stress test a inizio dell'anno prossimo degenererebbero in un fiasco totale o anche peggio. 

la struttura così risultante, con le sue crepe, finirebbe molto probabilmente per "distruggere la fiducia negli istituti dell'area euro".

Sono 15 le banche italiane i cui attivi sono posti all'attenzione della Bce. La banca centrale europea ha annunciato l'imminente avvio di un approfondita procedura di analisi delle maggiori banche in Europa, una procedura che era stata decisa in vista del ruolo di autorità di vigilanza centralizzata che dovrà assumere. 

L'analisi inizierà a novembre e si protrarrà per 12 mesi, verrà operata in collaborazione con le autorità di vigilanza nazionali e con terze parti indipendenti, ha spiegato l'istituzione di Francoforte con un comunicato.

La Bce ha pubblicato la lista delle banche che verranno sottoposte ad accertamenti mediante questa procedura. Le italiane presenti sono 15: 
Banca Carige; 
Monte dei Paschi di Siena
Intesa Sanpaolo;
UniCredit;
Unione Di Banche Italiane (UBI);
Banca Popolare Di Milano (BPM);
Banca Popolare di Sondrio;
Banca Piccolo Credito Valtellinese; 
Banca Popolare Dell'Emilia Romagna;   
Banca Popolare di Vicenza; Banco Popolare; 
Credito Emiliano; 
Iccrea Holding;  
Mediobanca;
Veneto Banca.

Piazza Affari: in 10 anni la peggiore al mondo

Piazza Affari dal dicembre 2002 ha perso il 5,6%, contro una crescita del 129% della Germania.
wsi
MILANO (WSI) - La buona notizia, per Piazza Affari, è che il benchmark italiano FTSE MIB ha messo a segno un balzo +20% e del 25,7% negli ultimi tre mesi, a fronte di un rialzo del DAX di appena il 6,3% della borsa di Francoforte. 

Andando nello specifico, il Ftse Mib ha registrato una performance a 1 anno +22,13%; a 6 mesi +22,91% e nell'ultimo mese, stando ai dati diBorsa italiana, è salito +7,80%. Negli ultimi due anni, poi, ha segnato una crescita +20,20%. 

La notizia meno positiva, o decisamente negativa è che a parte il caso di Atene, la Borsa di Milano è stata la peggiore al mondo e l'unica che ha riportato un trend negativo. E' quanto si apprende da un rapporto dell'ufficio studi di Mediobanca. La performance, a partire dal dicembre del 2002, è stata -5,6%, a fronte di un +129% della Germania. 

L'indagine sull'andamento dei listini azionari mondiali di Ricerche & Studi di Mediobanca - dati aggiornati dal dicembre del 2002 al 16 ottobre scorso - mette in evidenza che gli indici migliori sono stati quelli del cosiddetto 'nuovissimo mondo'.

Palma d'oro a Jakarta +957% e con un ricco rendimento medio annuo del 24%. La Borsa indonesiana è seguita da Città del Messico (+558%), Mumbai (+511%) e San Paolo (+396%). Molto bene anche i rendimenti della Borsa sudafricana, cresciuta del 378%, russa (+317%) e coreana, con Seul + 224%. 

La migliore borsa 'occidentale' è stata Copenhagen (+190%), seguita da Wall Street, con il Nasdaq di New York (+187%). 

Tra le altre europee spicca Francoforte (+129%) mentre Londra +85%. Madrid nonostante l'esplosione della 'bolla immobiliare' ha fatto +59%, Parigi +55% mentre Milano è l'unica con segno meno, accusando un calo del 5,6% nel periodo e un rendimento annuo negativo dello 0,5%, causa soprattutto la performance negativa dei titoli bancari. 

Sul piano della capitalizzazione Piazza Affari incide per lo 0,9% sul valore di mercato a livello globale, ed è scesa al 23esimo posto, superata dai mercati emergenti come quello di Jakarta e anche di Kuala Lumpur (Malesia). 

L'investimento in Borsa, almeno scegliendo solo il listino di Milano, non conviene rispetto ai titoli di Stato e non ripaga il rischio: secondo uno studio Mediobanca che ha preso come arco temporale gli ultimi 18 anni, solo in otto casi Piazza Affari ha fatto meglio dei Bot. 

Nel lunghissimo periodo le azioni non battono nemmeno l'inflazione: dal 1928 a oggi la Borsa ha un rendimento nominale del 6,4% annuo ma in termini reali, con un'inflazione media dell'8,8%, diventa negativo del 2,4%.

Italia, schiaffo crisi: non fa più parte del G8

Nona tra i grandi, entro 5 anni fuori dalla top ten. Brasile settimo, presto ci scavalcheranno India e Canada.
wsi
ROMA (WSI) - Grande smacco per l'Italia, che non fa più parte dei paesi del G8 E' quanto scrive un articolo di Repubblica, sottolineando che "quando nel 2014 l'Italia farà un altro turno di presidenza dell'Unione europea, continuerà a partecipare al G8 con una piccola differenza: per dimensioni dell'economia, non sarà più fra i primi otto".

Lontani i tempi in cui, ricorda il quotidiano il un articolo firmato da Federico Fubini, in cui, nel 1975, l'allora premier Aldo Moro fu testimone dell'ingresso del paese nel club dei grandi perchè "vantava la sesta economia della Terra e occupava la presidenza della Comunità europea".

I tempi sono cambiati, il Pil è in fase di contrazione, e quel lustro l'Italia lo ha perso da tempo. Di fatto, precisa l'articolo, "dopo la Cina nel 2000 e il Brasile nel 2010, quest'anno la Russia sta compiendo ufficialmente il sorpasso. L'Italia scivola al nono posto per Prodotto interno lordo (Pil), partecipe del G8 per lignaggio politico ma fuori per dimensioni del fatturato, peso economico e capacità di proiettarlo nel mondo". 

"I dati del Fondo monetario mostrano che dal 1980 la Cina è cresciuta di 29 volte, l'India di 9, gli Stati Uniti di 5,8. L'Italia in questo è in linea con Francia, Germania o Gran Bretagna: negli ultimi 40 anni la sua economia si è moltiplicata circa per quattro". 

E non finisce qui: "fra non oltre cinque anni l'Italia sarà fuori anche dai primi dieci, scavalcata da Canada e India e relegata all'undicesimo posto; quello per il quale oggi competono Spagna e Corea del Sud".

martedì 15 ottobre 2013

L'idea balzana del Fmi: per abbattere debito ipotesi prelievo forzoso sui conti di 15 Paesi dell'Eurozona

da  Ilsole24ore
Ma che idee vengono al Fondo monetario internazionale? Nell'ultimo Fiscal monitor (datato 13 ottobre) in un apparentemente innocuo box, a pagina 49, si parla di come mettere una pezza alla crisi del debito che affligge, in particolare, la zona euro. Si apprende, leggendo il paper, che «il netto deterioramento delle finanze pubbliche in molti Paesi ha riacceso l'interesse verso un "prelievo di capitale" - una tassa una tantum sulla ricchezza privata, come misura eccezionale per ripristinare la sostenibilità del debito».
L'Fmi cita alcuni illustri sostenitori di una patrimoniale a ciel (non troppo) sereno, fra cui «Pigou, Ricardo, Schumpeter, e - prima che cambiasse idea - Keynes».
« Le condizioni per il successo sono forti, ma vanno pesate contro i rischi di misure alternative, che comprendono il ripudio del pubblico debito» o una riduzione del debito attraverso misure inflazionistiche. In questi due casi il peso ricadrebbe anche sui non residenti, detentori delle obbligazioni governative.
Il Fmi ricorda i precedenti storici di una maxi-patrimoniale per rimettere i conti pubblici in sesto, in particolare i casi di «Germania e Giappone dopo la seconda Guerra mondiale». Ricordando allo stesso tempo i rischi che un'operazione del genere può causare, «dalla fuga di capitali all'inflazione».
Ma quale sarebbe l'imposizione fiscale necessaria secondo l'Fmi per riportare i debiti pubblici ai livelli pre-crisi? «Richiederebbe, per un campione di 15 Paesi della zona euro, un taglio della ricchezza netta positiva delle famiglie di circa il 10 per cento».
L'istituzione guidata da Christine Lagarde, in parole spicciole, evoca, tra le ipotesi possibili per rimettere in ordine i conti dei 15 Paesi dell'Eurozona, uno scenario alla Cipro. Omette però di ricordare - come peraltro ammesso anche dalla Banca centrale europea - che la crisi è stata causata in primo luogo da una bolla del debito privato.
Lo stesso Fmi, nei giorni scorsi, ha ricordato che entro i prossimi due anni le banche europee dovranno fare i conti con perdite nascoste che, nel caso degli istituti di Italia e Spagna, potrebbero toccare i 230 miliardi di euro.

Tassa sulle rendite finanziarie salirà al 22%

L'aliquota sulle rendite finanziarie potrebbe passare dal 20% al 22%. In rialzo l'imposta di bollo. Governo smentisce.

ROMA (WSI) - "Letta contro Piazza Affari". Così titola oggi il quotidiano finanziario Mf, riferendosi ai rumor circolati nelle ultime ore sulla legge di stabilità, secondo cui l'aliquota applicata sullerendite finanziarie passerà dall'attuale 20% al 22%. 

Nella bozza è previsto anche anche l'incremento dell'imposta di bollo sulle comunicazioni relative aiprodotti finanziari, che salirebbe dall'1,5 per mille all'1,65 per mille a partire dal prossimo anno.

Il quotidiano mette in evidenza che le misure sarebbero introdotte proprio in un momento in cui la Borsa italiana sta finalmente ripartendo e la ulteriore tassazione sul capital gain avrebbe conseguenze pesanti sulla comunità dei piccoli investitori. "Letta vuole mungere il toro", scrive Mf. 

Si tratta ancora solo di indiscrezioni e per il momento il governo smentisce. Presto ne sapremo di piu': il Consiglio dei Ministri si riunisce oggi alle 17. Una volta ultimato il testo, la finanziaria dovra' essere approvata dal Parlamento e quindi presentata alle autorita' europee.

giovedì 10 ottobre 2013

Banca Mediolanum: Operazione a premi "Presenta un amico e vinci MedBike!"

Nuova operazione a premi: "Presenta un amico e vinci MedBike!"
Dal 15/10 al 15/12 i primi intestatari di c/c che presenteranno un amico che aprirà un c/c Freedom One o Freedom Più in veste di primo intestatario e, nei 3 mesi successivi, diventerà PrimaBanca, potranno vincere MedBike!

martedì 8 ottobre 2013

Tormentone Bilancio: Warren Buffett I politici sono degli idioti

dal blog di Mario Platero www.macapla.com

NEW YORK Sono degli “idioti”: Warren Buffett non ha mai peli sulla lingua. Figuriamoci quando deve descrivere i politici americani che per ostinazione, ripicca, astio – e qui parla soprattutto dei repubblicani – hanno messo il paese davanti al pericolo di una doppia batosta, la chiusura del governo e il rischio di non rinnovare il tetto sul debito. Un “Uno/Due” dice Buffett, che potrebbe far stramazzare al suolo l’economia più forte del mondo.
Dopo l’incidente a Washington, il tragico inseguimento di una donna folle convinta che Obama la facesse pedinare, si e’ tornati a parlare del tormentone sul bilancio sullo shut down e sulla scadenza del tetto sul debito. E buffett ha dato un barlume di speranza: dietro le mille sceneggiate a cui assistiamo ogni giorno, all’ultimo istante dell’ultimo minuto per il rinnovo del tetto sul debito si troverà una soluzione :”arriveremo fino al punto dell’idiozia estrema – ha detto Buffett in un’intervista con la rete economica CNBC – ma non lo attraverseremo. Se poi dovessimo andare un secondo al di là della scadenza ce la faremo. Se il teatrino dovesse continuare a lungo, vedremo cose incredibili”.
La Pelosi capo della minoranza alla Camera aveva parlato di cataclisma Ma il mercato la pensa come Buffett, il bond a dieci anni rendeva attorno al 2,63% nella giornata di ieri, Buffett insiste, ripete quanto hanno detto banchieri e assicuratori dopo un incontro con Barack Obama mercoledì: rischiamo il disastro. La differenza? Mentre banchieri e assicuratori non hanno voluto discutere “delle componenti politiche”, come ha spiegato il capo di Goldman Sachs Lloyd Blankfein, Buffett è entrato a gamba tesa proprio sulla natura politica di questa crisi e, a parte gli accenni all’idiozia, ha anche aggiunto "quando il governo americano emette delle obbligazioni c’è scritto che rispecchia la piena buona fede e il credito degli Stati Uniti d’America. Punto e basta, non c’è un’aggiunta che avverte ’’a meno che un partito politico sia scontento per via di qualche tematica estranea’’.
Forse anche per queste pressioni le cose si stanno muovendo il presidente della Camera John Boehner ha detto non consentira’ che l’America vada in fallimento. Forse si trovera’ prima una soluzione per il rinnovo del tetto sul debito, in mancanza del quale l’America andrebbe in default letteralmente in fallimento, poi si parlera’ dello shut down, comunque sia il tempo stringe e chissa’ che il tragico momento di panico di ieri, l’inseguiemnto i parlamentari assediati, il parlamento anche lui chiuso, come il governo, non abbia provocato lo shock necessario a sbloccare un impasse che come ha detto Buffet e' inaccettabile.
Anche Hank Paulson, ex segretario al Tesoro ha cercato di rassicurare i mercati mettendo alla berlina i politici ostinati, pervasi dall’ideologia e accecati dalla miopia del loro scontro politico:” questi tipi possono minacciare di prendere in ostaggio la propria madre, ma poi non le faranno mai niente di male…” ha detto Paulson. Sul piano economico ovviamente le descrizioni catastrofiche del possibile doppio colpo sull’economia, prima a quella reale, già in corso e poi a quella finanziarie, continuano. Cominciamo da una notizia molto concreta, la United technologies, una grande multinazionale che lavora molto con il governo americano, ha annunciato ieri di aver sospeso dal lavoro 2000 dipendenti della divisione che produce gli elicotteri Black Hawk e se la chiusura del governo continuerà la settimana prossima, ci saranno altri 2000 sospesi nella divisione Pratt and Whitney e in quella aerospaziale UTC. Quante altre aziende faranno scelte simili? Quanto banche non riceveranno il pagamento del mutuo per la fine del mese?
Barack Obama è intervenuto pubblicamente ieri durante la visita a una grande compagnia di costruzioni:” Basta con la farsa, votiamo ora e smettiamola con questo shutdown” ha detto Obama. Il Presidente aveva riunito la leaderhsip repubblicana e quella democratica mercoledì notte per un vertice alla Casa Bianca, ma l’incontro si è chiuso con un nulla di fatto. Il Presidente chiede che si risolvano insieme la questione del bilancio e quella del tetto sul debito, poi è pronto ad aprire un tavolo negoziale per tagliare alcune spese sociali, ma non Obamacare, la sua storica riforma sanitaria partita il primo di ottobre scorso. Per ora non ci sono movimenti concreti. Continua il muro contro muro. Ci sono apparenti tentativi di aprire ma vengono poi bocciati perché in mala fede. Ma gli oltranzisti repubblicani hanno trovato pane per i loro denti: il capo della maggioranza al Senato Harry Reid, d’accordo con il Presidente, ha deciso di non mollare e anzi di chiamare il bluff repubblicano giocando una partita durissima:” nessuna concessione” ha detto. Vuol dire che siamo ancora in alto mare nel processo negoziale e che “l’idiozia” in queste ore continua a prevalere.