Dopo la maxi sanzione di 13 miliardi di dollari a carico di Jp Morgan per irregolarità nella vendita di pacchetti subprime fra il 2005 e il 2007, altri colossi bancari europei sono alle prese con spese legali di rilievo che impattano sui conti.
È il caso in particolare di Deutsche Bank che ha reso noto che l'utile netto è crollato del 94% nel terzo trimestre, appesantito da un contenzioso legale significativo e da un ribasso dei ricavi della banca d'investimento. Da luglio a settembre, il gruppo ha ottenuto un utile netto di 51 milioni di euro , molto inferiore alle previsioni degli analisti che stimavano un utile netto di 376 milioni di euro.
La banca tedesca è finita nel mirino della magistratura per il suo presunto coinvolgimento nello scandalo della manipolazione dei tassi Libor ed Euribor. Alcuni suoi top manager sono inoltre indagati nell'ambito di una vicenda di evasione fiscale legata al mercato delle emissioni di Co2. Per affrontare i processi, la banca ha accantonato nel terzo trimestre 1,2 miliardi di euro portando a 4,1 miliardi il valore degli accantonamenti complessivi.
Accantonamenti anche per Ubs. L'aumento dei requisiti di capitale richiesto dalle autorità svizzera sul capitale, per far fronte ai procedimenti giudiziari, mette a rischio gli obiettivi di redditività del colosso bancario svizzero nel 2015. Lo afferma l'ad del gruppo Sergio Ermotti in un'intervista a Bloomberg. Ubs ha registrato un utile del terzo trimestre di 577 milioni di franchi in linea con le stime degli analisti grazie a un beneficio fiscale che ha aiutato ad attutire i 566 milioni di franchi di accantonamenti per le cause giudiziarie. Il gruppo, che negli scorsi anni ha sborsato 3 miliardi di franchi in risarcimenti e transazioni (nel 2009 ha pagato 780 milioni di dollari negli Usa su una vicenda di evasione fiscale) si aspetta "elevati oneri" per cause legali nel 2014.
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