NEW YORK Sono degli “idioti”: Warren Buffett non ha mai peli sulla lingua. Figuriamoci quando deve descrivere i politici americani che per ostinazione, ripicca, astio – e qui parla soprattutto dei repubblicani – hanno messo il paese davanti al pericolo di una doppia batosta, la chiusura del governo e il rischio di non rinnovare il tetto sul debito. Un “Uno/Due” dice Buffett, che potrebbe far stramazzare al suolo l’economia più forte del mondo.
Dopo l’incidente a Washington, il tragico inseguimento di una donna folle convinta che Obama la facesse pedinare, si e’ tornati a parlare del tormentone sul bilancio sullo shut down e sulla scadenza del tetto sul debito. E buffett ha dato un barlume di speranza: dietro le mille sceneggiate a cui assistiamo ogni giorno, all’ultimo istante dell’ultimo minuto per il rinnovo del tetto sul debito si troverà una soluzione :”arriveremo fino al punto dell’idiozia estrema – ha detto Buffett in un’intervista con la rete economica CNBC – ma non lo attraverseremo. Se poi dovessimo andare un secondo al di là della scadenza ce la faremo. Se il teatrino dovesse continuare a lungo, vedremo cose incredibili”.
La Pelosi capo della minoranza alla Camera aveva parlato di cataclisma Ma il mercato la pensa come Buffett, il bond a dieci anni rendeva attorno al 2,63% nella giornata di ieri, Buffett insiste, ripete quanto hanno detto banchieri e assicuratori dopo un incontro con Barack Obama mercoledì: rischiamo il disastro. La differenza? Mentre banchieri e assicuratori non hanno voluto discutere “delle componenti politiche”, come ha spiegato il capo di Goldman Sachs Lloyd Blankfein, Buffett è entrato a gamba tesa proprio sulla natura politica di questa crisi e, a parte gli accenni all’idiozia, ha anche aggiunto "quando il governo americano emette delle obbligazioni c’è scritto che rispecchia la piena buona fede e il credito degli Stati Uniti d’America. Punto e basta, non c’è un’aggiunta che avverte ’’a meno che un partito politico sia scontento per via di qualche tematica estranea’’.
Forse anche per queste pressioni le cose si stanno muovendo il presidente della Camera John Boehner ha detto non consentira’ che l’America vada in fallimento. Forse si trovera’ prima una soluzione per il rinnovo del tetto sul debito, in mancanza del quale l’America andrebbe in default letteralmente in fallimento, poi si parlera’ dello shut down, comunque sia il tempo stringe e chissa’ che il tragico momento di panico di ieri, l’inseguiemnto i parlamentari assediati, il parlamento anche lui chiuso, come il governo, non abbia provocato lo shock necessario a sbloccare un impasse che come ha detto Buffet e' inaccettabile.
Anche Hank Paulson, ex segretario al Tesoro ha cercato di rassicurare i mercati mettendo alla berlina i politici ostinati, pervasi dall’ideologia e accecati dalla miopia del loro scontro politico:” questi tipi possono minacciare di prendere in ostaggio la propria madre, ma poi non le faranno mai niente di male…” ha detto Paulson. Sul piano economico ovviamente le descrizioni catastrofiche del possibile doppio colpo sull’economia, prima a quella reale, già in corso e poi a quella finanziarie, continuano. Cominciamo da una notizia molto concreta, la United technologies, una grande multinazionale che lavora molto con il governo americano, ha annunciato ieri di aver sospeso dal lavoro 2000 dipendenti della divisione che produce gli elicotteri Black Hawk e se la chiusura del governo continuerà la settimana prossima, ci saranno altri 2000 sospesi nella divisione Pratt and Whitney e in quella aerospaziale UTC. Quante altre aziende faranno scelte simili? Quanto banche non riceveranno il pagamento del mutuo per la fine del mese?
Barack Obama è intervenuto pubblicamente ieri durante la visita a una grande compagnia di costruzioni:” Basta con la farsa, votiamo ora e smettiamola con questo shutdown” ha detto Obama. Il Presidente aveva riunito la leaderhsip repubblicana e quella democratica mercoledì notte per un vertice alla Casa Bianca, ma l’incontro si è chiuso con un nulla di fatto. Il Presidente chiede che si risolvano insieme la questione del bilancio e quella del tetto sul debito, poi è pronto ad aprire un tavolo negoziale per tagliare alcune spese sociali, ma non Obamacare, la sua storica riforma sanitaria partita il primo di ottobre scorso. Per ora non ci sono movimenti concreti. Continua il muro contro muro. Ci sono apparenti tentativi di aprire ma vengono poi bocciati perché in mala fede. Ma gli oltranzisti repubblicani hanno trovato pane per i loro denti: il capo della maggioranza al Senato Harry Reid, d’accordo con il Presidente, ha deciso di non mollare e anzi di chiamare il bluff repubblicano giocando una partita durissima:” nessuna concessione” ha detto. Vuol dire che siamo ancora in alto mare nel processo negoziale e che “l’idiozia” in queste ore continua a prevalere.
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