Per salvarsi dal default l'Irlanda ha dovuto nazionalizzare le principali banche e chiedere l'intervento dell'Unione europea, che ha approntatoun piano di salvataggio da 85 miliardi di euro, finanziato attraverso il fondo salva-Stati Efsf. Oggi, a poco più di un anno dal salvataggio, si iniziano a intravvedere i primi risultati della cura. Risultati migliori delle aspettative. E, sebbene la strada verso l'uscita del risanamento conservi alcune insidie, c'è già chi parla - forse con un eccesso di ottimismo - di "miracolo irlandese". Impressione confermata anche osservando l'andamento dello spread tra titoli irlandesi e Bund tedeschi negli ultimi due anni.
In Irlanda risultati migliori delle attese
I dati appena diffusi da Eurostat sui paesi a rischio parlano chiaro e infondono un certo ottimismo. Nel 2011 la Spagna ha registrato un rapporto deficit-Pil pari all'8,5%, contro il 9,3% del 2010. In Grecia il deficit è sceso dal 10,3 al 9,1%, mentre in Irlanda dal 31,2 al 13,1%, un risultato impressionante, che conferma Dublino al primo posto nella classifica dei Paesi dell'Eurozona con maggior disavanzo nel 2011. L'Irlanda si conferma quindi il Paese messo meglio tra tutti gli Stati assistiti. Ma quali sono i segreti di questo successo inatteso, almeno in tempi così brevi? Ecco alcune delle mosse messe in atto dal governo.
I dati appena diffusi da Eurostat sui paesi a rischio parlano chiaro e infondono un certo ottimismo. Nel 2011 la Spagna ha registrato un rapporto deficit-Pil pari all'8,5%, contro il 9,3% del 2010. In Grecia il deficit è sceso dal 10,3 al 9,1%, mentre in Irlanda dal 31,2 al 13,1%, un risultato impressionante, che conferma Dublino al primo posto nella classifica dei Paesi dell'Eurozona con maggior disavanzo nel 2011. L'Irlanda si conferma quindi il Paese messo meglio tra tutti gli Stati assistiti. Ma quali sono i segreti di questo successo inatteso, almeno in tempi così brevi? Ecco alcune delle mosse messe in atto dal governo.
L'Irlanda ha confermato la sua politica fiscale, mantenendo la corporate tax al 12,5%. Questo ha attirato i grandi nomi del web: Twitter, Google, Intel, CitiGroup, Dell, Facebook, per citare i più noti.La corporate tax attrae le multinazionali del web Accesso al credito garantito
In Irlanda, dopo la crisi, sono rimaste di fatto due sole banche (Bank of Ireland eAllied Irish), avendo le altre determinato, largamente, la bolla immobiliare ed essendo esplose, letteralmente, con la bolla stessa. I due istituti una volta ricapitalizzati hanno ricominciato a garantire credito. E il meccanismo è ripartito. Favorendo ripresa e crescita del Pil.
Creditori ripagati con case e terreni pignorati
L'Irlanda ha poi trovato una soluzione originale al bailout che ha coinvolto le sue banche nel corso della crisi finanziaria che ha portato alla cancellazione di crediti inesigibili per 32 miliardi di euro. Il National Asset Management Agency, l'agenzia creata come bad bank di titoli tossici, ha offerto ai propri creditori appartamenti e appezzamenti di terreno pignorati nel corso dello scoppio della bolla immobiliare, in cambio dell'azzeramento dei propri crediti per un ammontare di 67,5 miliardi di euro.
L'Irlanda ha poi trovato una soluzione originale al bailout che ha coinvolto le sue banche nel corso della crisi finanziaria che ha portato alla cancellazione di crediti inesigibili per 32 miliardi di euro. Il National Asset Management Agency, l'agenzia creata come bad bank di titoli tossici, ha offerto ai propri creditori appartamenti e appezzamenti di terreno pignorati nel corso dello scoppio della bolla immobiliare, in cambio dell'azzeramento dei propri crediti per un ammontare di 67,5 miliardi di euro.
Bene l'export: venduta anche la carne dei purosangue
L'Irlanda è anche tra i paesi dove, sempre secondo Eurostat, nel 2011 sono stati registrati i surplus più grandi. Al primo posto si piazza la Gerrmania (+13,1 miliardi nel mese di gennaio 2012), seguita dall'Olanda (+4,2 miliardi) e, appunto, l'Irlanda (+3,2 miliardi). In particolare, nel primo trimestre del 2011 le esportazioni di Dublino hanno fatto segnare un +3,1%, per poi ripiegare a +1% nel secondo trimestre. Una curiosità: a trainare l'export, anche la vendita della carne equina - molto richiesta sul mercato. La carne dei purosangue finiti nei mattatoi nazionali mentre si inaspriva la crisi degli allevatori. E destinati alle macellerie dell'Unione.
L'Irlanda è anche tra i paesi dove, sempre secondo Eurostat, nel 2011 sono stati registrati i surplus più grandi. Al primo posto si piazza la Gerrmania (+13,1 miliardi nel mese di gennaio 2012), seguita dall'Olanda (+4,2 miliardi) e, appunto, l'Irlanda (+3,2 miliardi). In particolare, nel primo trimestre del 2011 le esportazioni di Dublino hanno fatto segnare un +3,1%, per poi ripiegare a +1% nel secondo trimestre. Una curiosità: a trainare l'export, anche la vendita della carne equina - molto richiesta sul mercato. La carne dei purosangue finiti nei mattatoi nazionali mentre si inaspriva la crisi degli allevatori. E destinati alle macellerie dell'Unione.
I nodi ancora da sciogliere
Certo, il miracolo è lungi dall'essere compiuto. Sempre nel 2011 il rapporto deficit/Pil più alto registrato in Europa è stato quello dell'Irlanda (13,1%), seguita da Grecia (9,1%) e Spagna (8,5%). E l'Irlanda è ancora tra i 14 stati membri che hanno un livello di debito superiore al 60%. Insieme a Grecia e Italia. Ma a differenza di questi ultimi due paesi, visti gli ultimi dati, l'Irlanda sembra in grado di rispettare l'impegno preso con l'Europa in occasione del salvataggio: raggiungere, nel 2012, un deficit pari all'8,6% del Pil.
Certo, il miracolo è lungi dall'essere compiuto. Sempre nel 2011 il rapporto deficit/Pil più alto registrato in Europa è stato quello dell'Irlanda (13,1%), seguita da Grecia (9,1%) e Spagna (8,5%). E l'Irlanda è ancora tra i 14 stati membri che hanno un livello di debito superiore al 60%. Insieme a Grecia e Italia. Ma a differenza di questi ultimi due paesi, visti gli ultimi dati, l'Irlanda sembra in grado di rispettare l'impegno preso con l'Europa in occasione del salvataggio: raggiungere, nel 2012, un deficit pari all'8,6% del Pil.
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