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Merito della linea dura scelta dal premier, con la decisione di bloccare il patto sulla crescita finché non è stato ottenuto anche lo scudo anti-spread. I Paesi virtuosi potranno chiedere di utilizzare i fondi salva-Stati per acquistare titoli di Stato e contenere i tassi di interesse, e non dovranno sottostare a controlli aggiuntivi da parte della troika. Euro in rialzo +1%. Il premier: la trattativa "è stata dura", ma "il risultato è buono".
Roma - L'Italia incassa dal vertice europeo lo scudo anti-spread: i Paesi virtuosi potranno chiedere di utilizzare i fondi salva-Stati per acquistare titoli di Stato e contenere i tassi di interesse, e non dovranno sottostare a controlli aggiuntivi da parte della troika. E l'Italia, almeno per il momento, non intende ricorrere a questo strumento.
L’euro registra l’avanzata intraday più forte da inizio 2012, arrivando sino a +1,5% contro il dollaro, tornando dunque prossimo alla soglia di $1,26. Alle 7.40 italiane +1,17% a $1,2584.
Mario Monti esprime tutta la sua soddisfazione per le misure deliberate dal Consiglio Europeo "dopo una lunga discussione" anche con "momenti duri". Ma se "il processo è stato duro", è anche vero che "il risultato è stato buono". E' stato introdotto un meccanismo di stabilizzazione dei mercati - spiega Monti al termine della notte di trattative - per quegli Stati membri che rispettano le raccomandazioni specifiche al loro Paese, il Patto di stabilità e altri criteri, come l'Italia in questo momento rispetta.
E la novità importante è che Paesi che volessero usufruire di questi interventi dovrebbero naturalmente chiederli ma se osservano tutte le condizioni non dovranno sottoporsi ad uno specifico programma: dovranno firmare un memorandum of under standing ma non avranno la troika, e dovranno continuare ad adempiere alle condizioni alle quali già adempiono". Monti ha spiegato che "la Bce interviene come agente: vuol dire che per assicurare una efficiente gestione l'Efsf e l'Esm agiranno nel mercato come titolari di queste operazioni di acquisto e vendita di titoli, attraverso la Bce come agente che ha una familiarità con le condizioni di mercato e una capacità operativa che il Fondo salva-Stati non ha".
La trattativa "è stata dura", ma "il risultato è buono". Mario Monti lascia il Consiglio Europeo decisamente soddisfatto per le decisioni prese. Merito della linea dura scelta dal premier, con la decisione di bloccare il patto sulla crescita finché non è stato ottenuto anche lo scudo anti-spread.
"C'è stato un momento molto difficile ieri - ha spiegato Monti - perchè pur riconoscendoci pienamente e con soddisfazione nel patto per la crescita l'Italia ha impedito la sua approvazione seduta stante perché per noi era prioritario anche affrontare le misure a breve termine per la stabilità". Una mossa "molto utile" perché alla fine "misure soddisfacenti per la stabilizzazione sono state deliberate: la diretta ricapitalizzazione delle banche da parte dei Fondi senza passare attraverso il bilancio pubblico", e il meccanismo anti-spread a condizioni soddisfacenti per l'Italia.
Dunque ora Monti può dire che "abbiamo raggiunto l'accordo sul patto per la crescita, sulle prime linee di lavoro sul futuro dell'unione economica e monetaria, e sulle misure a breve per la stabilizzazione della zona euro. Il tutto è molto positivo per la zona euro e per l'Europa". Ma è molta anche la "soddisfazione" dell'Italia per "il ruolo molto importante riconosciuto agli investimenti pubblici, la forte valorizzazione del mercato unico, e si accenna ad una 'pista' per gli eurobond".
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Dopo ore di negoziati, accolta la richiesta avanzata con forza da Italia e Spagna. Dal summit Ue in corso a Bruxelles, accordo per frenare il rialzo del costo del prestito per Italia e Spagna. Il fondo di salvataggio verrà utilizzato per stabilizzare il mercato dei bond ed evitare costi di finanziamento eccessivamente onerosi per i paesi dell’Eurozona.
I paesi che beneficeranno di questo aiuto dovranno semplicemente siglare un memorandum d’intesa, nella quale vengano specificati gli impegni che verranno presi e le scadenze per il raggiungimento degli obiettivi, dunque senza il controllo della Troika o altri organi, come invece è il caso di Grecia, Irlanda e Portogallo.
"Il percorso è stato lungo e duro, ma i risultati sono molto buoni", ha detto il Primo ministro italiano Monti, soddisfatto degli accordi raggiunti ad ora, ricordando che allo stato attuale l’Italia non ha bisogno di alcun aiuto.
Raggiunto l’accordo anche per l’utilizzo del fondo permanente di salvataggio per la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà (dunque senza andare ad incrementare il deficit dei paesi membri), oltre alla creazione di un organo unico di supervisione delle banche europee entro fine anno, un passo verso una unione bancaria.
Il Presidente Ue Herman Van Rompuy ha definito tale accordo come un "grosso traguardo". Le banche potranno essere ricapitalizzate direttamente.
Nella prima parte del meeting Italia e Spagna si erano opposte all’introduzione del pacchetto pro-crescita da €120 miliardi, nel tentativo di rompere la barriera tedesca di opposizione a misure di aiuto per rilassare la pressione nel mercato dei bond.
Il meeting ha evidenziato proprio questa divergenza di opinione tra i paesi nordici e quelli più al centro della crisi, con i primi che puntano su riforme strutturali di lungo periodo, mentre i secondi che chiedono risposte urgenti per placare le tensioni nei mercati che portano in forte rialzo il costo di finanziamento.
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