Bruxelles - L'Unione Europea si sta rendendo conto che la spirale del debito ellenico sta andando fuori controllo, con o senza il secondo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro. Tanto che una bozza preparata in Germania prevede un default della Grecia e una sua uscita dall'area euro.
Il ministero tedesco delle Finanze sta cercando di convincere Atene a dichiarare la bancarotta e accettare la svalutazione della maggior pare del debito che deve alle banche, un evento che verrebbe di fatto classificato dai mercati come un default.
Una delle vie percorribili per scongiurare il peggio e' incentrata nella creazione di un conto bancario bloccato, ossia con deposito di garanzia. Secondo quanto riferito dai funzionari tedeschi, tutti sarebbero d'accordo sulla proposta di creare un conto corrente fiduciario sul quale versare parte degli aiuti.
La bomba della disoccupazione e' gia' esplosa in Grecia. Dopo una calma ingannevole, l'incremento della perdita di posti di lavoro l'estate scorsa ha definitivamente disilluso persino chi e' sempre stato convinto che la contrazione monetaria e fiscale avrebbe potuto portare a qualche risultato positivo e scongiurare la rovina di Atene.
Un ritorno alla dracma potrebbe mettere un freno all'aumento della disoccupazione, secondo ilTelegraph. Solo in novembre 126 mila greci hanno perso il posto di lavoro: una cifra esorbitante se si pensa che il paese ellenico conta 11 milioni di abitanti. E' come se 3 milioni e mezzo di americani venissero licenziati in un mese solo. Il tasso di disoccupazione e' balzato dal 18,2% al 20,9%.
Se questi numeri non hanno ancora portato al disastro civile e' solo perche' i greci ricevono sussidi di disoccupazioni per una media di trenta settimane, con un tetto di 454 euro al mese, secondo quanto riferito al quotidiano britannico dal professor Manos Matsaganis dell'Universita' di Atene. Ma quando i cuscinetti saranno terminati, il popolo dei senza lavoro si trovera' a dover sostentare con i propri mezzi.
Aspettare gli annunci reali prima di parlare di "risultati" è l'invito alla prudenza del premier greco Lucas Papademos, che a sorpresa é giunto a Bruxelles per tenere una serie di incontri in vista della riunione decisiva dell'Eurogruppo di oggi.
In un messaggio postato su Twitter, Papademos invita "tutti quelli che coprono i colloqui tra la Grecia e le varie parti Ue ad aspettare gli annunci reali di lunedì (oggi) prima di dare conto di risultati".
Il problema resta quello della sostenibilita' del debito greco e quello della sua capacita' di implementare le riforme, dopo le elezioni anticipate di aprile.
Poliziotto antisommossa calcia uno studente davanti al parlamento di Atene nel corso di una manifestazione contro le misure di austerita'.
Le misure di austerita' richieste sono cosi' pesanti e hanno fatto scattare proteste tali che Wolfgang Schäuble, il ministro dell'Economia in Germania, non crede che il governo, chiunque venga eletto, sara' in grado di implementarle.
STAMPA: PER GERMANIA RIFORME NON BASTANO - Il ministero tedesco dell'Economia avrebbe giudicato "non sufficienti" le riforme varate in Grecia. Lo afferma, secondo quanto riferisce l'agenzia Bloomberg, il Welt am Sonntag, citando un documento interno del ministero. "L'implementazione da parte della Grecia rimane insufficiente", dice il documento. Lo stesso giornale afferma che i ministri delle Finanze Ue vorrebbero ridurre al di sotto del 4% i tassi per i prestiti ad Atene.
75% POPOLAZIONE FAVOREVOLE A UE MALGRADO MISURE - I greci sono favorevoli all'Unione europea nonostante il piano di austerità imposto dai creditori, Ue e Fmi. Stando a un sondaggio realizzato dall'istituto Marc e pubblicato dal quotidiano Ethnos, il 75,9% si dice infatti in favore della "prospettiva europea" del loro Paese e non si augurano una uscita dall'euro.
Solo il 19,6% delle persone intervistate si è pronunciato per il ritorno alla dracma, moneta nazionale del Paese prima dell'adesione alla zona euro nel 2002. In particolare una su due spera che la Grecia "alla fine resti nella zona euro nel caso in cui riesca il programma di pulizia dell'economia" dettato dall'Ue e dal Fmi, mentre il 39% pensa il contrario.
Il 66,5%, inoltre, si augura che il programma riesca, mentre il 60% prevede che "se il programma non fosse stato votato domenica scorsa dal Parlamento, la Grecia avrebbe rischiato di fallire". Un voto che per il 48% dei greci è stato, quindi, "giusto". Quanto ai responsabili della situazione attuale, per quattro greci su cinque sono "i governi greci", mentre il 9,3% punta il dito contro "i mercati e gli speculatori" e il 6% se la prende con "gli europei e il Fmi".
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