da: WSI
ew York - Stare alla larga dai bond. Nella prima bozza della sua lettera annuale agli azionisti, Warren Buffet, presidente di Berkshire Hathaway, non ha dubbi sul fatto che, in una fase economica come quella attuale, caratterizzata dal mix interessi bassi e inflazione, il peggiore investimento da fare sia quello obbligazionario.
"I bond sono tra gli asset più pericolosi", ha scritto Buffett, secondo le prime anticipazioni riportate dalla rivista Fortune. "Nel secolo scorso, questi strumenti hanno distrutto il potere d'acquisto di molti investitori, anche se titolari hanno continuato a ricevere puntualmete il pagamento degli interessi."
L’oracolo di Omaha sembra dunque pienamente d’accordo con Laurence D. Fink, amministratore delegato diBlackRock, secondo cui gli investitori dovrebbero avere il100% del loro portafoglio in azioni perché i prezzi sono ancora convenienti e le prospettive di rendimento dell'equity sono più alte di quelle delle obbligazioni, anche in vista di un mantenimento dei tassi a zero da parte della Fed.
"In presenza di alti tassi di interesse, gli investitori sono protetti dal rischio di inflazione. E’ in pratica quanto è successo nei primi anni Ottanta", ha scritto Buffett. Un discorso che non vale oggi.
Riguardo gli "asset non produttivi", oro in primis, gli investitori non sono interessati nella risorsa in quanto tale, per quello che riesce a produrre, quanto sulla speranza che altri in futuro lo desidereranno a un valore maggiore. Sebbene il rialzo del prezzo possa portare anche i più scettici ad andare tori, "tutte le bolle che sono state gonfiate a sufficienza alla fine scoppiano".
Se tutto l’oro del mondo fosse fuso in un unico grande cubo, avrebbe un lato di circa 68 piedi e, ai prezzi attuali ($1.750 l’oncia), varrebbe $9,6 trilioni. Con tutti questi soldi "potremo comprare tutte le terre coltivate degli Stati Uniti (400 milioni di acri con una produzione annua di circa $200 miliardi) e in più 16 volte Exxon Mobils (la società al mondo con i profitti più alti, oltre $40 miliardi l’anno)". In aggiunta, rimarrebbero in tasca.
La differenza è che tra cent’anni questi due avrebbero prodotto qualcosa di concreto, mentre "le 170.000 tonnellate d’oro saranno rimaste uguali e ancora incapaci di produrre qualcosa".
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