mercoledì 27 marzo 2013

Cosa ci dice il salvataggio di Cipro?

analisi da parte di Blackrock


Per quanto riguarda le banche cipriote è stato trovato un accordo durante il weekend tra la Troika eil governo di Cipro. L'accordo sostanzialmente risparmia i depositanti fino a € 100.000 e questo è molto importante perché viene preservato un principio che stato valido fino a oggi nell'eurozona e cioè che i depositanti almeno fino alla parte garantita sono salvi, mentre verrà applicata un significativo haircut  ai depositanti sopra i  € 100.000. In particolare per quanto riguarda i depositanti della prima banca cipriota la banca of Cyprus si parla di un potenziale haircut sui depositi intorno al 40% mentre per la seconda banca cipriota potrà essere significativa superiore al 40%. 
Quale lezione possiamo trarre dal pacchetto di aiuti per Cipro? Sostanzialmente due:
* All'interno dell'euro zona non si fanno salvataggi che non prevedono una compartecipazione almeno parziale di coloro che ricevono gli aiuti
* Secondo elemento altrettanto importante che l'eurozona sembra aver preso una soluzione abbastanza chiara di proteggere dove possibile la solvibilità del governo.
Il pacchetto di Cipro ne è una dimostrazione piuttosto evidente; gli eccessi erano all'interno del sistema bancario e non si è voluto trasferire parte delle sofferenze del sistema bancario sul bilancio del governo perché questo avrebbe reso insostenibile il bilancio del governo stesso e avrebbe portato immediatamente una ristrutturazione del debito del governo stesso.
La conclusione è che oggi all'interno dell'eurozona i debiti dei governi sembrano essere più solidi mentre appaiono più fragili complessivamente le obbligazioni bancarie.

martedì 26 marzo 2013

Conti bancari e Btp. Al via il Grande Fratello del fisco

di: Enrico Marro

Banche, poste e società di gestione dovranno comunicare all'Agenzia delle Entrate tutti i dati sui conti correnti, gli investimenti, l'utilizzo delle carte di credito e perfino delle cassette di sicurezza

ROMA (WSI) - Parte l'Anagrafe dei rapporti finanziari. Banche, Poste e società di gestione e intermediazione del risparmio dovranno comunicare entro il prossimo 31 ottobre all'Agenzia delle Entrate tutti i dati sui conti correnti, le movimentazioni degli stessi, gli investimenti, l'utilizzo delle carte di credito e perfino delle cassette di sicurezza riferiti al 2011. 

Per quelli del 2012 il termine è il 31 marzo 2014 mentre per gli anni 2013 e seguenti le comunicazioni dovranno avvenire entro il 20 aprile dell'anno successivo. 

Con il provvedimento firmato ieri dal direttore dell'Agenzia, Attilio Befera, diventa così operativo il sistema, previsto dal decreto salva Italia, del dicembre 2011, che di fatto annulla ilsegreto bancario consentendo al Fisco di incrociare i dati sui conti correnti con le dichiarazioni dei redditi per scovare più facilmentegli evasori. 

Il provvedimento di ieri disciplina i termini e le modalità di comunicazione delle informazioni che, assicura l'Agenzia, «saranno gestite nel rispetto della normativa sulla privacy». 

I dati viaggeranno su un nuovo canale telematico di trasmissione denominato Sid (Sistema di interscambio flussi dati) al quale dovrà registrarsi ogni singolo operatore finanziario. Un successivo provvedimento, aggiunge l'Agenzia, «individuerà i criteri per l'elaborazione di specifiche liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione» sui quali si concentreranno i controlli. 

Per rendersi conto della portata rivoluzionaria della nuova anagrafe dei rapporti finanziari, basti dire che finora il Fisco aveva accesso solo ai dati identificativi del conto corrente, quindi l'accensione o la cessazione dello stesso e poteva chiedere maggiori informazioni solo dopo l'apertura di un accertamento formale a carico di un contribuente specifico. 

Ora invece conoscerà di ogni singolo rapporto finanziario esistente anche i saldi iniziali e finali dell'anno, gli importi totali delle movimentazioni distinte tra dare e avere, quindi per esempio tutti gli accrediti e i bonifici, ma anche tutti i dati riferiti ai conti deposito titoli e obbligazioni, ai buoni fruttiferi, ai contratti delle gestioni risparmio e patrimoniali, l'importo totale degli acquisti con la carta di credito, le ricariche per quelle prepagate, il numero di accessi alle cassette di sicurezza, gli incrementi di valore o i riscatti relativi alle polizze assicurative, gli acquisti e le vendite di oro. 

Incrociando questi dati con le dichiarazioni dei redditi l'Agenzia delle Entrate dovrà, dice la legge, compilare delle liste di contribuenti che potranno essere sottoposte a controlli quando si verificherà uno scostamento rilevante (Befera ha sempre detto di almeno il 20%), secondo quanto già previsto dal redditometro. Per esempio, se un contribuente dichiara 30 mila euro, ma con la carta di credito fa acquisti nello stesso anno per decine di migliaia di euro senza intaccare i risparmi o senza avere entrate straordinarie e magari sostiene anche una serie di spese elevate (vacanze esclusive, auto di lusso, eccetera) è probabile che possa finire sotto accertamento. 

Tra i dati da comunicare ci saranno anche quelli relativi ai conti sui quali sono finiti i capitali illecitamente detenuti all'estero sanati fra il 2001 e il 2010 grazie ai ripetuti scudi fiscali? In teoria no, perché ai contribuenti era appunto stata garantita la protezione dagli accertamenti. Ma la questione, rispondono all'Agenzia, sarà affrontata con un successivo provvedimento.

Cipro, perdite-choc per i correntisti «Fino al 40% dei depositi»


Corriere.it

La Chiesa ortodossa di Cipro perderà oltre 100 milioni di euro. Studenti in piazza per protestare contro il piano

Le perdite per i correntisti con depositi di oltre 100 mila euro potrebbero arrivare a toccare il «40%». Lo ha detto il ministro delle Finanze cipriota, Michael Sarris, in un'intervista alla Bbcprecisando che i controlli sui conti e i movimenti di capitale «si protrarranno per alcune settimane».
LA CHIESA ORTODOSSA - E anche la ricca e potente Chiesa ortodossa di Cipro perderà oltre 100 milioni di euro a causa della pesante ristrutturazione delle due maggiori banche dell'isola - Cyprus Bank e Laiki Bank - imposta dal piano di salvataggio dell'economia nazionale concordato da Nicosia con l'Eurogruppo. Lo ha rivelato, come riferiscono i media locali, lo stesso capo della Chiesa, l'arcivescovo Chrysostomos II. «Il capitale di proprietà della Chiesa, che ammontava ad oltre 100 milioni di euro, è andato perso. Ci saranno ancora molte difficoltà, alcuni perderanno il lavoro, gli affamati si moltiplicheranno e la Chiesa dovrà avere cura della gente», ha aggiunto l'alto prelato.
LE PROPRIETA' - La Chiesa di Cipro, che possiede la maggior quantità di terreni e beni immobiliari sull'isola, aveva ed ha tuttora molti interessi ed azioni in numerose banche e attività industriali e commerciali del Paese, tra cui alberghi e distillerie. Lo scorso settembre, ai primi sentori della crisi, la Chiesa ridusse del 15-25% gli stipendi dei dipendenti, tra cui anche quelli dei vescovi e dei preti, ma lasciò invariati i salari pari a 1.500 euro mensili e quelli inferiori a tale importo.
IL PIANO - Mercoledì scorso, all'indomani del rifiuto del Parlamento cipriota di un piano di salvataggio dell'Ue che prevedeva un pesante prelievo forzoso su tutti i depositi bancari, Chrisostomos si era offerto di contribuire a far uscire il Paese dalla crisi ipotecando i beni della Chiesa in cambio di titoli di Stato.
LE PROTESTE - Nel frattempo centinaia di studenti liceali ciprioti hanno disertato le lezioni e sono scesi in piazza a Nicosia per protestare contro le pesanti misure imposte a Cipro dalle autorità economiche europee nel tentativo di risanare l'economia dell'isola duramente colpita dalla crisi del sistema bancario. Rispondendo ad un appello lanciato su Facebook da varie organizzazioni studentesche, i ragazzi si sono dati convegno in vari luoghi della capitale per poi convergere tutti insieme davanti al palazzo del Parlamento innalzando cartelli con scritte come «Fuori la troika da Cipro» e «Giù le mani dal nostro futuro» e scandendo slogan, anche in inglese, dello stesso tono e contenuto. Dopo una sosta davanti al Parlamento, i giovani si sono mossi dirigendosi in corteo verso il palazzo presidenziale.

lunedì 25 marzo 2013

Moody's: comunque vada Cipro fuori da euro

WSI
Anche dopo l'intesa trovata in extremis dai ministri delle Finanze dell'area euro, l'isola rischia di fare default. Ormai la fiducia nelle banche cipriote e' compromessa. Ubs: servira' secondo bailout

NEW YORK (WSI) - Cipro ha raggiunto finalmente in extremis un accordo per concedere 10 miliardi di aiuti all'isola indebitata. Nicosia ce l'ha fatta, ma la crisi e' ancora aperta, perche' ormai i fatti della settimana scorsa hanno compromesso lafiducia nelle banche cipriote

Nel suo ultimo report, l'analista di Moody's Sarah Carlson dice che la crisi finanziaria in Cipro "avra'conseguenze negative a lungo termine per il debito sovrano". e che "persino nel migliore degli scenari possibili, secondo cui il parlamento di Nicosia passera' e implementera' le misure che i governi dell'area euro e la Troika composta da Ue, Bce e Fmi hanno ritenuto accettabili, il sovrano restera' a rischio default per un periodo prolungato". 

Stesso discorso per il pericolo di uscita dall'aeuro. In realta' il parlamento non sara' chiamato ad approvare le manovre accordate domenica notte, perche' lo avevano gia' fatto venerdi'. Ma questo non intacca l'argomentazione di Carlson.

Il grande problema e' proprio questo: il settore finanziario e' stata una fonte di crescita incredibile a Cipro negli ultimi anni e gli eventi della scorsa settimana avranno un impatto negativo a lungo termine sull'eventualita' che quel trend prosegua. 

Per Carlson, la botta che l'economia dell'isola subira', si tradurra' in un rischio default prolungato per il debito del paese.

Secondo gli analisti della banca Ubs, Cipro potrebbe inoltre dover ricorrere a un secondo piano di aiuti internazionali, perche' i livelli del debito sono ancora probabilmente "troppo alti".

A Madrid crolla Bankia (-44%), le azioni puntano al ribasso verso 1 centesimo

da "ilsole24Ore"

Le azioni della banca spagnola Bankia affondano in borsa del 41% a 0,148 euro, dopo che l'istituto venerdì scorso le ha valutate 0,01 euro, nell'ambito della ristrutturazione imposta da Bruxelles. Bankia si appresta a ricevere un'iniezione di capitali dall'Europa di 10,7 miliardi di euro. Il titolo è crollato del 46% in apertura di contrattazioni e ha toccato una perdita massima del 52%.
Le azioni si avvicinano avvicinandosi alla quota di 0,01 euro stabilita dal fondo di ristrutturazione Frob che ha tagliato l'attuale valore nominale di 2 euro. Una decisione che diluirà ulteriormente i 400.000 azionisti del gruppo nella prossima conversione dei bond sottoscritti dal Frob con i fondi europei cui seguirà un aumento di capitale per complessivi 15 miliardi di euro. I titolari di obbligazioni del gruppo subiranno invece perdite del 36-38 per cento.
L'agenzia Standard and Poor's ha tagliato il rating di Bankia di un gradino a BB- con prospettive negative dopo che il fondo statale di ristrutturazione bancaria (Frob), ha tagliato il valore nominale delle azioni nell'ambito del piano di ristrutturazione del gruppo diluendo così ancor più gli attuali azionisti . È quanto si legge in una nota.
L'istituto - che ha chiuso il 2012 con una perdita record di 19,2 miliardi di euro - ha ricevuto nella primavera del 2012 un maxi-salvataggio europeo.

venerdì 22 marzo 2013

Mediolanum: utile record nel 2012, +422%

http://www.firstonline.info

L'utile netto del gruppo bancario ha raggiunto la quota record di 351 milioni di euro, in crescita del 422% su base annua, nonostante le svalutazioni - Per la capogruppo, raccolta netta positiva per 2,258 miliardi - L'Ivass ha dato il via libera all'acquisizione di Mediolanum Assicurazioni.

Va in archivio il 2012 del gruppo Mediolanum che si chiude con un utile netto record di 351 milioni di euro, in crescita del 422% rispetto al 2011, nonostante una svalutazione pari a 63 milioni della partecipazione in Mediobanca e un'altra da 20 milioni per l'avviamento della controllata spagnola Banco Mediolanum per 20 milioni. L'utile netto prodotto sul mercato domestico è stato di 348,6 milioni, in aumento del 365% su base annua. Il totale delle masse amministrate è aumentato del 12% fino a quota 51,6 miliardi.

Il dividendo proposto dal Cda, considerando l'acconto di 0,10 euro già distribuito, sarà di 0,18 euro complessivi.

Guardando nel dettaglio alla capogruppo Banca Mediolanum, la raccolta netta è stata positiva per 2,258 miliardi. Nella nota diffusa dall'istituto si rende noto, inoltre, che l'Ivass ha concesso il via libera all'acquisizione dell'intero capitale sociale di Mediolanum Assicurazioni, che avrà efficacia dal 31 marzo 2013. Il corrispettivo, fissato 35,9 milioni, sarà oggetto di conguaglio sulla base dell'aggiornamento della situazione al 31 marzo 2013.

Pimco: "Via da Italia e Spagna. E' troppo rischioso"

WSI
Per il fondo obbligazionario è troppo grande il rischio sistemico derivante dalla crisi di Cipro. Meglio ridurre l'esposizione ai Btp e ai Bonos. Tornerà a investire su Roma, ma in un altro contesto.

ROMA (WSI) - E' il più grande fondo obbligazionario al mondo, Pimco. Oggi sta valutando di disfarsi delle sue posizione costruite negli ultimi mesi sui titoli di stato italiani e spagnoli. Ago della bilancia la situazione di Cipro.Andrew Balls, responsabile gestioni del portafoglio europeo di Pimco, nel suo ultimo rapporto, ha scritto che la situazione bancaria dell'isola è sotto controllo e che non scatenerà un effetto domino nell'Eurozona. 

Eppure al di là della calma apparente, in Borsa si suda freddo. Le banche cipriote sono a un passo dal tracollo. Da Francoforte è, infatti, arrivato l'ordine tassativo di tenerle chiuse fino a martedì prossimo nella speranza che venga trovata una quadra. 

La Banca centrale europea non ha ancora staccato la spina, ma ha minacciato di non accettare i titoli di Stato ciprioti come garanzia per un supporto di liquidità. Quanto basta per far scrivere una nuova pagina nella strategia di portafoglio di Pimco. 

Balls in una successiva intervista con il Wall Street Journalè tornato sui suoi passi: ha denunciato che è grande il pericolo che la situazione attuale si configuri come un nuovo rischio sistemico per la zona euro, se la Bce non lo contiene. Da qui a passare in azione il passo è stato breve: Pimco ha deciso di tagliare gli investimenti in Paesi come la Spagna e l'Italia per portarsi avanti. 

Pimco aveva cominciato ad accumulare debito spagnolo e italiano l'estate scorsa quando la Banca centrale si disse pronta a tutto pur di salvare l'euro. Da allora il fondo è arrivato a detenere una posizione compresa fra neutrale e overweight su Madrid e Roma. 

"Finora - Balls ha sottolineato - non avevamo fatto grandi cambiamenti, cercando di essere flessibili. Ma adesso è alto il livello di incertezza dovuto alla nuova crisi di Cipro. Ha senso quindi ridurre il rischio in portafoglio per aumentare la flessibilità e migliorare le posizioni quando si presenterà di nuovo l'opportunità".

lunedì 18 marzo 2013

L'Europa mostra la sua vera faccia a Cipro: banche chiuse, prelievo forzato sui conti

WSI
Prove tecniche di default nell'isola: lo Stato in bancarotta impone (succede sempre di venerdi' notte) un'imposta addizionale del 9,9% su tutti i depositi superiori a 100.000 euro e del 6,75% su tutti gli altri. L'annuncio dell'Eurogruppo, la Spectre che con Ue e Fmi ha varato un salvataggio di emergenza da 10 miliardi. Coinvolti molti capitali italiani e russi. Banche chiuse fino a mercoledi. Merkel voleva misure piu' severe.

NICOSIA (WSI) - Non succedeva dai tempi del default dell'Argentina e crea un pericoloso precedente nela crisi del debito europea. Il governo di Cipro, nel timore che le banche dell'isola possano perdere altri miliardi a causa del panico innescato dalla decisione dell'eurozona ditassare i depositi, ha deciso che martedi' prossimo gli istituti di credito resteranno chiusi per "ferie". Lunedi' le banche saranno chiuse per una festa religiosa. Ma quando gli istituti riapriranno i battenti, e succedera', i clienti riceveranno una brutta sorpresa. Sono infatti destinati a ritrovarsi con meno soldi in conto di quelli che avevano prima della misura straordinaria.

Si tratta a tutti gli effetti di una confisca della proprieta' privata ai danni dei cittadini ciprioti. Avvenuta peraltro senza ne' un dibattito ne' un accordo parlamentare. Insomma, uno stupro economico in piena regola. Un conto in banca non va confuso con un investimento in bond o titoli azionari. E' la proprieta' a cui ha diritto ognuno di noi. La misura viola il principio secondo cui i risparmi dei cittadini sono sacrosanti.

Il parlamento di Cipro ha convocato per oggi una riunione straordinaria in cui eprimera' un voto sul piano di prelievo forzoso dai conti bancari nel quadro del piano di salvataggio Ue, una decisione che ha scosso l'eurozona provocando come previsto stamattina il crollo degli indici azionari e turbolenze sull'euro. Per paura di una corsa agli sportelli, e' stato ridotto il limite massimo dei prelievi a poche centinaia di euro e sono state bloccate le transazioni elettroniche.

"E' stata la scelta meno penalizzante - ha detto il presidente di Nicosia, Nicos Anastasiades, riconoscendo tuttavia che si tratta di un vero e proprio "ricatto della Ue". "E' la prima volta che un ricatto del genere viene finanziato prendendo denaro dai risparmi dei cittadini". E pensare che poteva andare ancora peggio. Dalle ultime indiscrezioni pare che la Cancelliera tedesca Angela Merkel volesse misure ancora piu' severe nell'isola. 

"L'accordo - spiegano gli analisti di RBS - e' senza precedenti e mette in evidenza i limiti in fatto di solidarieta' e il prezzo che qualcuno prima o poi deve pagare. E' anche il rischio piu' alto che abbiano mai preso i leader dell'area della moneta unica". 

Come hanno reagito i cittadini ciprioti? Naturalmente correndo agli sportelli dei bancomat per ritirare il maggior numero di soldi in contanti possibile. In una serie di interviste condotte dall'emittente Euronews a Cipro, i cittadini si sono sfogati esprimendo tutta la loro rabbia, anche nei confronti delle banche. "Non posso piu' fidarmi di loro, martedi' andro' in banca e ritirero' tutti i miei soldi", ha detto una donna di origini britanniche che vive nell'isola. 

La Banca Centrale di Cipro ha dato disposizione a tutte le banche e agli istituti di credito dell'isola di bloccare i trasferimenti di denaro e i pagamenti dei loro clienti. Lo hanno riferito venerdi' sera i media ciprioti. In particolare, il sito web '24H' rivela che la Banca Centrale, con una lettera inviata ieri alle banche, ha chiesto loro di bloccare ''qualsiasi forma'' di pagamento sui conti presenti nelle loro succursali, compresi anche i trasferimenti da conto a conto sulla stessa banca.

Il governo cipriota ha rinviato una sessione d'urgenza del Parlamento, che doveva iniziare il processo di rafica di un controverso piano di salvataggio europeo. Lo ha riferito la tv pubblica, precisando che il dibattito inizierà domani. Anche il presidente Nicos Anastasiades ha rinviato a domani un discorso in Parlamento e un messaggio alla nazione, previsto inizialmente per oggi, per difendere il piano di aiuti che ha definito "doloroso" e che prevede che tutti i depositi bancari siano tassati in cambio di un prestito da 10 miliardi di euro

Nemmeno Irlanda, Grecia e Spagna si erano trovate in situazioni tanto disperate. Anche se l'isola di Cipro conta solo 1,1 milioni di abitanti ed e' piu' vicina a Beirut che a Parigi, rischia di mettere in pericolo la sussistenza dell'intera Eurozona. Rischia in effetti di scatenare un effetto domino e suscitare paura tra i correntisti d'Europa.

La Bce dovra' restare in allerta, monitorando l'attivita' nei paesi piu' indebitati per accertarsi che il caso di Cipro non crei un precedente, gettando il panico anche nel resto del Mediterraneo, dando il la a una corsa agli sportelli di proporzioni molto piu' vaste. 

Se ci fosse anche la ben che minima sensazione da parte dei correntisti europei, che Cipro e' l'esempio di quello che aspetta anche a loro, e che i loro risparmi potrebbero essere ridotti del 10% senza preavviso, allora c'e' da aspettarsi un prelievo di fondi in massa

Se mai si dovesse materializzare sul serio una nuova grave crisi in Europa, gli storici saprebbero collocarvi un chiaro punto di partenza: coinciderebbe con venerdi' scorso, quando sono stati erogati aiuti di emergenza a Cipro. Dieci miliardi di euro concessi in cambio di misure impopolari e inique.

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Rabbia e incredulita' sono palpabili oggi sull'isola mediterranea dopo che ciprioti e stranieri qui residenti si sono svegliati stamani con la brutta notizia che lo Stato si prendera' una consistente fetta dei loro risparmi per salvare il Paese dalla bancarotta. Una misura annunciata nella notte, alla fine dell'Eurogruppo, che ha raggiunto l'accordo per un piano di salvataggio che prevede un tetto massimo di aiuti di 10 miliardi, di cui 1 dal Fondo Monetario Internazionale.

Dalle prime ore del giorno, lunghe file di cittadini, a piedi e in auto, si sono infatti create davanti alle succursali delle banche dotate di uno sportello automatico per effettuare prelievi di contante. E durante la lunga attesa la gente sfogava la propria rabbia contro il precedente presidente della Repubblica, il comunista Demetris Christofias, accusato di aver temporeggiato e non aver preso tempestive misure contro la crisi imminente. Ma anche la propria frustrazione per l'operato del nuovo capo dello Stato, Nikos Anastasiades (centro-destra), cui rimproverano di non aver mantenuto la promessa, piu' volte ripetuta in campagna elettorale, "che i risparmi in banca non sarebbero mai stati toccati".

Anche le banche cooperative, che in genere il sabato mattina sono aperte, oggi hanno dovuto sprangare gli sportelli in fretta e furia a causa della ressa di clienti arrabbiati e preoccupati che - imprecando contro quello che in molti hanno definito "una catastrofe" e "un furto bello e buono", volevano prelevare tutto il loro denaro e chiudere i conti. Il presidente cipriota ha spiegato che il prelievo sui depositi e' stata una decisione "dolorosa" da prendere ma si e' resa necessaria per ottenere gli aiuti finanziari internazionali ed "evitare la bancarotta".

"Avremmo potuto optare per uno scenario catastrofico con una bancarotta disordinata oppure per uno scenario doloroso con una gestione ordinata della crisi", ha sottolineato Anastasiades. Con un approccio nuovo e radicalmente diverso da quello adottato per i precedenti salvataggi di Grecia, Spagna, Irlanda e Portogallo, i ministri delle Finanze dell'eurozona e il Fondo monetario internazionale hanno dunque raggiunto la scorsa notte un accordo per un piano d'aiuti a Cipro.

Ma, in cambio (e per ridurre la loro partecipazione al prestito), i creditori hanno chiesto che i depositi nelle banche dell'isola siano sottoposti ad una pesante tassa straordinaria e ad una ritenuta alla fonte sugli interessi. Quindi e' questa la prima volta che i correntisti bancari di un Paese vengono colpiti direttamente dalle misure di un piano di aiuti europeo. Il prelievo consistera' in un'imposta unica del 9,9% su tutti i depositi superiori a 100.000 euro e del 6,75% per quelli inferiori, e dovra' essere approvato dal Parlamento che si riunira' in sessione straordinaria domani.

Le banche effettueranno i prelievi martedi' mattina, dopo la festivita' religiosa e bancaria del cosiddetto 'Lunedi' pulito', l'equivalente ortodosso del Mercoledi' delle Ceneri, ma hanno gia' ricevuto disposizioni di 'congelare' l'ammontare dell'imposta qualora l'intestatario del conto volesse trasferire il denaro all'estero. Agli istituti e' stato inoltre imposto di bloccare durante questo fine settimana la possibilita' di effettuare trasferimenti di denaro via internet. Dal prelievo sui depositi bancari sono attesi introiti per circa 5,8 miliardi di euro. Secondo quanto riferito nei giorni scorsi da molti media europei, circa la meta' dei depositi nelle banche dell'isola sarebbero intestati a cittadini russi non residenti.

Un'informazione non corrispondente a verita' che pero' ha senz'altro contribuito ad aumentare nei Paesi creditori il timore che un aiuto economico a Cipro sarebbe poi finito in un sistema bancario pieno di soldi russi dall'origine non proprio trasparente. Secondo fonti attendibili, dei circa 69 miliardi di euro presenti nel sistema bancario cipriota, solo un 37% (ovvero 25,5 miliardi) sarebbe detenuto da non residenti, russi ma anche di altre nazionalita'. La somma concordata la scorsa notte a Bruxelles per il piano di aiuti a Cipro e' nettamente inferiore ai 17,5 miliardi di euro chiesti inizialmente da Nicosia.

Il presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, ha spiegato che "la situazione di Cipro e' unica" in ragione del suo "settore bancario ipertrofico" ed e' per questo che "dal momento che si tratta di un contributo alla stabilita' finanziaria di Cipro, abbiamo ritenuto giustificato chiedere un contributo a tutti i titolari di depositi bancari. Non stiamo penalizzando Cipro - ha concluso Dijsselbloem - ma stiamo affrontando i suoi problemi".

"La soluzione che abbiamo scelto e' dolorosa ma e' l'unica che ci consentira' di proseguire la nostra vita senza sconvolgimenti", ha detto da parte sua Anastasiades al suo rientro a Nicosia sottolineando il rischio di "crollo" dell'intero sistema bancario dell'isola.

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Accordo Ue, 10 miliardi per salvare Cipro. In arrivo un prelievo forzoso sui depositi

Previsto l'aumento della tassazione dal 10 al 12,5% e una serie di privatizzazioni. Per la prima volta nella storia dell'Unione Europea i fondi destinati a un salvataggio vengono prelevati dai conti corrente. Che a Cipro sono dei cittadini, ma anche e soprattutto di società russe.

di RAFFAELE RICCIARDI

MILANO - Gli italiani che nella notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992 avevano un deposito su un conto corrente bancario sanno bene di che cosa si tratta. In quei giorni - o meglio in quelle ore - il governo guidato da Giuliano Amato mise mano ai c/c degli italiani con il noto "prelievo forzoso" del sei per mille sulle cifre depositate, ideato per sventare l'attacco alla lira.

Ora - fatte le debite proporzioni e ricordate le profonde differenze - la storia si sta per ripetere, ma in quella piccola isola del Mediterraneo che è Cipro. Nella notte, infatti, il nuovo governo di Cipro guidato dal presidente Nikos Anestesiades ha ottenuto, al termine di una lunga riunione notturna dell'Eurogruppo, l'ok a un piano di aiuti "fino a 10 miliardi". Serviranno a sostenere il sistema bancario dell'isola messo a dura prova, negli ultimi tre anni, dalla crisi greca e dalla ristrutturazione del debito di Atene, verso il quale le banche cipriote erano molto esposte.

Un punto cruciale del programma di assistenza verrà proprio dai depositi bancari; è infatti prevista una tassa straordinaria che sarà del 6,75% per le giacenze inferiori a 100mila euro e del 9,9% per quelle superiori. Complessivamente, il contributo dei correntisti di Nicosia e dintorni raggiungerà i 5,8 miliardi di euro. La stima è stata fatta dal neo presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che ha definito "ipertrofico" il settore creditizio di Cipro.

Corsa ai depositi. In effetti il risveglio stamani dei ciprioti - quando le radio hanno annunciato l'accordo raggiunto in nottata - è stato brusco. Secondo quanto riportano le agenzie, dalle prime ore del giorno, lunghe file di cittadini, a piedi e in auto, si sono recate davanti alle succursali delle banche che dispongono di uno sportello automatico per effettuare prelievi di contante. La prima reazione della gente è stata di incredulità poi di rabbia, sia per le tante promesse "che i risparmi non sarebbero mai stati toccati" fatte sia dal vecchio sia dal nuovo governo, ma anche perché questa è la prima volta che i correntisti bancari di un Paese vengono colpiti direttamente dalle misure di un piano di aiuti europeo. Il calendario gioca però un brutto scherzo alla popolazione: nella giornata di lunedì, infatti, ai ciprioti non sarà possibile accedere ai conti corrente perchè è un giorno di festività nazionale e il ministro delle Finanze, Michalis Sarris, ha garantito che il governo impedirà una corsa ai ritiri "elettronici".

Alle entrate provenienti da queste imposte, per contribuire alla ristrutturazione del sistema bancario, si aggiungeranno quelle provenienti dal piano di privatizzazioni da 1,4 miliardi e da un aumento della tassa sulle società dal 10 al 12,5%. "Non penalizziamo Cipro - ha assicurato Dijsselbloem in una conferenza stampa a Bruxelles - Siamo al fianco del governo cipriota, questo pacchetto permetterà una ristrutturazione del settore bancario e renderà sostenibile il debito". "La soluzione presentata - ha fatto eco la direttrice dell'Fmi, Christine Lagarde - è durevole, sostenibile e nell'interesse dell'economia cipriota". Il Fondo, secondo fonti diplomatiche, potrebbe contribuire al pacchetto con circa un miliardo di euro.

La decisione di intervenire sui depositi ha escluso un salvataggio completo da 17 miliardi, che avrebbe portato il rapporto tra debito e Pil per Cipro al 145%. Invece l'Eurogruppo ha espresso l'auspicio che il percorso di risanamento che verrà avviato con questo prestito - il quarto per la zona euro dopo quelli di Irlanda, Portogallo e Grecia (ma anche le banche spagnole hanno ricevuto per ora 40 miliardi) - porterà il debito al 100% del Pil entro il 2020. Cipro ha anche dato il benestare a un percorso di audit interno (sia attraverso il sistema Moneyval che con esperti indipendenti) per affrontare il tema del riciclaggio di denaro. Se è vero, infatti, che la misura colpisce duramente la popolazione cipriota, per le autorità dovrebbe anche andare a ricadere sull'estero.

Un sistema bancario basato sull'estero. La fotografia scattata al sistema bancario cipriota dal Fondo monetario internazionale nel 2011 è significativa. Allora gli asset delle banche dell'isola erano 152 miliardi di euro, ben l'835% del prodotto interno lordo. Sul fronte dei depositi, su un totale di quasi 94 miliardi censiti nel sistema quasi 34 miliardi provenivano dall'estero e oltre 17 erano stati raccolti in Grecia. Proprio i rapporti con l'estero e l'esposizione alla Grecia (pari nel 2011 al 160% del prodotto interno lordo) hanno da una parte attirato le critiche alla finanza cipriota e dall'altra l'hanno messa in crisi.

L'anomalia del sistema bancario cipriota è stata proprio la smisurata presenza di filiali e succursali di banche estere (in prevalenza da Grecia e Russia), che nel 2011 avevano asset nell'isola rispettivamente per 8 e 35 miliardi (il 42 e il 195% del Pil cipriota) pur senza avere interazioni sostanziali con l'economia reale. Lo stesso Fmi diceva chiaramente che erano "attratte a Cipro quasi esclusivamente per motivi fiscali e il loro rapporto con il tessuto economico è limitato". In questo filone si inserisce il rapporto privilegiato con la Russia, additato dai regolatori di Bruxelles come uno dei nodi da sciogliere per arrivare al trasferimento di fondi.

Dalla Russia con i miliardi. L'amore della Russia per Cipro è iniziato negli anni '90, quando molti furono attratti dal tax rate sulle imprese al 4%. Da quando l'isola è entrata nell'euro, nel 2008, le compagnie russe hanno raddoppiato la loro presenza nel settore dei servizi finanziari dell'isola, arrivando a contare per il 40% circa del prodotto totale dell'economia cipriota. Per il Global Financial Integrity, organizzazione specializzata in report che tracciano appunto il rischio riciclaggio, nel 2011 Cipro ha attratto qualcosa come 120 miliardi di dollari di investimenti dalla Russia, mentre il flusso di capitali inverso ha sfiorato i 130 miliardi. L'anno prima hanno lasciato il Mediterraneo per il Cremlino e dintorni la bellezza di quasi 180 miliardi di dollari, mentre il percorso inverso è stato fatto da 154 miliardi. I depositi di matrice russa, infine, nelle banche cipriote dovrebbero aggirarsi intorno a 25 miliardi di euro. Lo stesso Cremlino, in contatto con le autorità europee, starebbe ora pensando di alleggerire la pressione nei confronti di Nicosia allungando e rendendo meno onerose alcune linee di credito (recentemente da Mosca sono partiti 2,5 miliardi di prestiti, anche in nome dei buoni rapporti tra i due Paesi).

Ecco perché a lungo il governo di Cipro ha cercato di evitare il ritocco della tassazione al rialzo - che ha dato origine all'afflusso di capitali - e di fare pulizia nel sistema finanziario. Decisione ormai improrogabile, che rischia di far scappare le società russe. Per loro la strada da fare potrebbe però essere poca: potrebbero pensare a Malta, che ha un tax rate intorno al 5%, e un clima simile.

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martedì 5 marzo 2013

In Germania nasce partito dell'euro a due velocita'

WSI - Libero Quotidiano
Un euro del Nord e un euro del Sud. "Alternativa per la Germania" riunisce economisti e imprenditori di spicco, primo fra tutti l'ex capo della Confindustria teutonica, Hans-Olaf Helkel(foto), oltre a politici centristi come l'ex Cdu Alexander Gauland.

ROMA (WSI) - "2013, fuga dall'euro". Non è un film di fantascienza, o almeno non lo stanno girando soltanto nell'Europa del Sud, tra Lisbona e Atene passando per Roma. 

La novità è che un partito anti-moneta unica ora è nato anche nella ricca, eurocentrica Berlino: si chiama "Alternativa per la Germania" ed è un po' ilFare per fermare il declino (sì, suona paradossale) teutonico. Riunisce economisti e imprenditori di spicco, primo fra tutti l'ex capo di Confindustria Hans-Olaf Helkel, oltre a politici centristi come l'ex Cdu Alexander Gauland

La loro idea è chiara: l'euro è già morto, si tratta di capire quando si celebrerà il funerale. Colpa, naturalmente, di Grecia, Spagna, Portogallo e pure Italia, oltre che della Francia che sta premendo per misure molto più blande sul rigore e sul deficit. "Bisogna salvarsi fin che si può", è il messaggio degli anti-euro tedeschi, preoccupati anche dalla possibile "invasione" di bulgari e romeni.

Gli anti-euro in Europa - Tema, questo, assai caro anche agli inglesi dell'Uk Independence Party diNigel Farage, gli euroscettici d'Albione. Tendenza, quella contro l'euro e in generale l'Unione europea, diffusa naturalmente in tutti i paesi a rischio: in Grecia la sinistra radicale di Syriza sta facendo opposizione selvaggia al governo di Samaras, rigorista per non far uscire Atene dalla moneta unica. 

In Portogallo si scende in piazza contro l'austerity accettata dal governo di centrodestra di Pedro Passos Coelho, e lo si fa al grido "Que se lixe a Troika" (letteralmente, "che la Troika si fotta"...). 

E in Francia, come detto, è lo presidente socialista François Hollande a sottrarsi all'obbligo di ridurre il deficit al 3% del Pil. Posizione forte, superata solo da quella anti-euro spinta del Front National di Marine Le Pen.

lunedì 4 marzo 2013

Banca Mediolanum - Promo Dossier Titoli


Per il secondo anno consecutivo saremo costretti a pagare l'imposta di bollo sulle attività finanziarie in maniere proporzionale al totale degli investimenti posseduti, con un minimo di 34,20 Euro e senza più tetto massimo.

L'anno scorso l'imposta era dello 0,10% con un massimo di 1.200 euro. Da quest'anno invece l'imposta sarà dello 0,15% senza più tetto massimo.

Banca Mediolanum lancia una promozione sul trasferimento dei Dossier Titoli valida sia per i già clienti che per i non clienti. Chi dovesse trasferire almeno 60.000 Euro, dal 01/03/2013 al 30/06/2013 riceverà un bonus dello 0,10% del valore trasferito, fino ad un massimo di 1.200 euro per abbattere l'imposta stessa.


Debutta in Italia la Tobin Tax su transazioni finanziarie

AGI) - Roma, 1 mar. - Debutta oggi la Tobin tax 'italiana', la tassa sulle transazioni finanziarie che colpisce chi compra titoli anche dall'estero di gruppi quotati con sede in Italia e capitalizzazione superiore a 500 milioni di euro.
  L'aliquota dell'imposta e' pari allo 0,12% del valore della transazione di giornata (scendera' allo 0,10% il prossimo anno) ma se l'operazione avviene fuori dai mercati regolamentati la tassa sale allo 0,22% (allo 0,20% nel 2014). Dal 1 luglio sono tassate anche le operazioni in derivati con un'imposta scaglionata sul valore delle transazioni. La tassa non e' deducibile ai fini delle imposte sui redditi, incluse le imposte sostitutive, ne' ai fini Irap. Sono previste sanzioni in caso di ritardato, insufficiente o omesso versamento. Sono escluse dall'imposta le operazioni a seguito di successione o donazione; le operazioni su obbligazioni o titoli di debito; le emissioni su azioni e derivati; le operazioni di riacquisto dei titoli da parte dell'emittente; l'acquisto delle proprieta' di azioni di nuova emissione e le operazioni di finanziamento tramite titoli. Sono invece esenti le operazioni che hanno come controparte la Ue e le istituzioni europee, la Bce e la banca europea per gli investimenti, le banche centrali degli stati membri Ue, gli enti e gli organismi internazionali costituiti in base ad accordi internazionali resi esecutivi in Italia. Sono inoltre esenti, tra gli altri, i trasferimenti di proprieta' e le operazioni aventi a oggetto azioni o quote di organismi di investimento collettivo del risparmio. (AGI) .

Sud Europa al bivio. "Fuori dall'Euro o svalutazioni di almeno il 30%"

WSI
Secondo l'economista Hans-Werner Sinn Grecia, Spagna e Portogallo si trovano davanti a queste due opzioni: altrimenti sarà il collasso. E la crisi durerà almeno altri dieci anni. Atene declassata apaese emergente

Roma (WSI) - Grecia, Portogallo, Spagna condannate alla stessa agonia, se non decideranno di dire addio all'euro. Mentre oggi gli esponenti dei partiti ellenici Nuova Democrazia e Pasok dovranno rispondere alle domande del procuratore Grigoris Peponis, che sta indagando sugli intrecci dei finanziamenti fra il mondo delle banche e quello politico, sono ricominciati i colloqui fra il governo e la troika per assegnare le due tranche del prestito accordato ad Atene per uscire dalla crisi. 

Ma questo non cambia di una virgola il quadro. Come denunciato dalla giornalista greca Alex Pilitaki al quotidiano britannico The Guardian il Paese è ormai in crisi umanitaria. Una fotografia che si ritrova in Spagna, dove oggi è stato toccato un nuovo record della disoccupazione. 

senza lavoro registrati negli uffici pubblici di collocamento, a febbraio, hanno superato lasoglia dei 5 milioni, con una crescita di quasi 60mila unità rispetto a gennaio, secondo quanto comunicato dal ministero del lavoro di Madrid. 

SULL'ARGOMENTO LEGGI ANCHE IL FOCUS GROUP DI WALL STREET ITALIA ECONOMISTI: SVALUTARE EURO DEL 30% PER ISOLARE FRAU MERKEL

Secondo l'economista Hans-Werner Sinn che presiede il think tank tedesco IFO ed è difensore delle politiche di austerity, la Spagna ha di fronte ha sé almeno dieci anni di crisi. 

In un'intervista rilasciata al quotidiano EL Pais Sinn ha detto che per superare la crisi del debito l'Europa dovrebbe permettere al Sud Europa di svalutare la moneta o uscire dall'euro. Per la Spagna l'economista ha calcolato che sarebbe sufficiente una svalutazione del 30% per recuperare competitività. Ma anche la Grecia e il Portogallo dovrebbero seguire la stessa strada. 

All'indomani della manifestazione che ha invaso le piazze delle principali città portoghesi per protestare contro la politica di austerità e chiedere le dimissioni del governo del premier Pedro Passos Coelho, Lisbona dovrà tornare a rinegoziare l'accordo del pacchetto di salvataggio

Anche qui l'economia si sta avvitando su se stessa. La Troika sta realizzando la settima valutazione del programma di assistenza finanziaria da 78 miliardi di euro. Da quando il premier è entrato in carica un anno e mezzo fa, la disoccupazione è aumentata dall'11 al 17,6 %, il Pil è sceso del 3,2% nel 2012 e un quarto dei 10,6 milioni di portoghesi vive in condizioni di povertà.

Nel frattempo Atene e' stata riclassificata come "paese in via di sviluppo" da uno dei principali gestori di fondi di Usa, Russel Investments.