lunedì 30 settembre 2013

A mezzanotte governo degli Stati Uniti senza fondi

wsi
Crisi di bilancio. L'amministrazione non sarà più in grado di finanziare le agenzie federali. Prima volta in 17 anni. Republiccani ciechi.

NEW YORK (WSI) - Tra poche ore, allo scoccare della mezzanotte, il governo americano potrebbe trovarsi nell'impossibilità di operare, per mancanza di fondi. Questo, dopo il mancato accordo tra Repubblicani e Democratici del Congresso sulla legge di bilancio: ieri i primi hanno approvato una norma sul rinvio della riforma sanitaria voluta da Obama. Di fatto, la fronda più estrema dei pasdaran Repubblicani intende fare ostruzione fino all'ultimo. 

L'ultima volta in cui l'esecutivo di Washington si trovò nell'impossibilità di finanziare le agenzie federali risale a 17 anni fa sotto Bill Clinton: lo 'shutdown' dell'amministrazione durò allora 20 giorni, fino al 6 gennaio del 1996.

In una situazione di "shutdown", le operazioni essenziali continuerebbero; dunque, il Tesoro riuscirebbe a emettere debito; tuttavia, la comunicazione di dati che di norma vengono resi noti dal dipartimento del Commercio Usa e dal Bureau of Labor Statistics sarebbero sospesi. 

Ma non è finita qui, perchè se anche si riuscisse a trovare un accordo entro la mezzanotte, la disputa non sarebbe conclusa; i membri del Congresso dovrebbero infatti trovare un altro accordo fiscale per innalzare il tetto sul debito, che al momento ammonta a $16.700 miliardi, e che scadrà il prossimo 17 ottobre. Se non si trovassero i finanziamenti, il governo non sarebbe più capace di operare e, anche, di onorare i debiti e il risultato sarebbe una "possibile crisi del debito sovrano Usa". 

Il Presidente Barack Obama è stato molto chiaro a riguardo: il tetto del debito va aumentato: non farlo significherebbe destabilizzare l'economia non solo americana ma mondiale. 

L'inquilino della Casa Bianca ha aggiunto di non voler trattare, ne' sacrificare la sua riforma sanitaria: "Alzare il tetto - taglia corto - non e' una concessione a me ma e' consentire al Tesoro di pagare i conti" ed "é una responsabilità del Congresso". 

Obama ricorda poi che il dollaro e' la valuta mondiale di riserva e che dunque "non si scherza" suldefault sul debito.

Niente rinvio del governo: da domani aumenta l'Iva, 350 euro in più a famiglia

La crisi politica impedisce lo slittamento. Secondo i calcoli del Codacons da 209 euro su base annua per una famiglia di tre persone a 349 euro per un nucleo composto da cinque elementi

NIENTE RINVIO PER IVA - Quando sembrava ormai certo uno slittamento a gennaio dell’aumento dell’Iva dal 21% al 22%, ecco che una crisi politica e uno strappo nella maggioranza di coalizione tra Pd e Pdl vanifica tutto. Una cosa è certa quindi: da ottobre l’Iva aumenterà e potrà produrre ricadute economiche pesanti.

IL PESO DELL’AUMENTO - Secondo i calcoli del Codacons l'incremento dell'aliquota, infatti, peserà sulle tasche degli italiani dai 209 euro su base annua per una famiglia di tre persone ai 349 euro per un nucleo composto da cinque elementi. “Ma l'aumento dell'Iva produrrà un disastroso effetto domino, con un incremento dell'inflazione, una pesante diminuzione dei consumi e un rincaro generalizzato dei listini al dettaglio, specie nel settore alimentare e dei prodotti trasportati su gomma”, ci tiene a sottolineare il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.

martedì 24 settembre 2013

Svolta di Roubini: "è l'ora di comprare azioni"

wsi

Il rialzo dei tassi di interesse avrà un impatto negativo per i prezzi di Bond e commodities. Economia Usa in ripresa.

NEW YORK (WSI) - Non capita spesso di sentire previsioni ottimiste uscire dalla bocca del "Dottor Doom". Il professore di economia della New York University Nouriel Roubini sostiene che sia giunto il buon momento di comprare titoli azionari. 

In un intervento alla conferenza Inside Commodities, tenuta presso Index Universe, l'economista ha citato due fattori a sostegno della sua tesi: la fine delle politiche monetarie in Usa e il rafforzamento della ripresa economica. Entrambe costituiscono notizie negative per materie prime e prezzi dei Bond. 

"Probabilmente conviene sottopesare i Bond e sovrappesare l'azionario negli Usa in portafoglio, principalmente in Usa", ha detto Roubini dispensando consigli di investimento ai partecipanti. "Il rialzo dei tassi di interesse avrà un impatto negativo per i prezzi delle commodities". 

Incredibile. Dopo la copertina del Time Magazine raffigurante un toro in abito da festa a Wall Street, ora Roubini è diventato rialzista. Anzichè gioire, che forse sia giunto il momento di preoccuparsi per chiunque detenga titoli di Borsa?

venerdì 20 settembre 2013

Tassi, non raggiungeranno i livelli degli anni '80

da advisor professional

"L'idea che i mercati obbligazionari stiano entrando in un trentennio caratterizzato da scarse performance è semplicemente ridicola". Nel suo ultimo approfondimento sui mercati, Chris Iggo, CIO Fixed Income di AXA Investment Managers, lo afferma in modo molto chiaro: i tassi cresceranno, ma non per questo ritorneranno ai livelli degli anni '80. "Come ho affermato in numerose occasioni -continua l'esperto di AXA IM- i ritorni dell'investimento obbligazionario non saranno quelli visti nel 2011 e nel 2012, ma non bisogna dimenticare la particolarità di questo biennio, dove le preoccupazioni sull'andamento dell'economia e le politiche monetarie straordinarie hanno spinto i rendimenti dei governativi core ai minimi storici". 
 
Piuttosto, afferma Iggo, "ci avviamo verso un periodo di normalizzazione dei tassi d'interesse", dove "una delle dinamiche chiave sarà l'aumento dei tassi d'interesse reali" -i tassi d'interesse al netto dell'inflazione.
L'aumento dei tassi reali, spiega il CIO di AXA IM, si deve alle stabilità del tasso d'inflazione e all'aumento dei tassi d'interesse nominali, seguito al miglioramento dello scenario economico e alla prossima interruzione delle politiche straordinarie delle banche centrali. 
 
Secondo Iggo, uno scenario di tassi reali più elevati e inflazione stabile è da considerarsiuna buna notizia per il reddito fisso: "I livelli d'ingresso sono più attraenti così come il ritorno dell'investimento al netto dell'inflazione". Inoltre, "una maggior crescita dell'economia favorisce in modo particolare i segmenti corporate con gli spread più elevati" e, dunque, più attraenti per gli investitori.
 
Il processo di aumento dei tassi, conclude il "guru" di AXA IM, non è certamente concluso. "Basti pensare che, negli Stati Uniti, il tasso d'interesse reale di lungo termine si trova attualmente all'1%, contro una media storica del 2%". Meglio quindi privilegiare i titoli con duration più breve (quelli meno sensibili alle variazioni dei tassi d'interesse) e i prodotti a spread (quelli più sensibili al miglioramento del ciclo economico). In particolare le obbligazioni high yield
 

mercoledì 18 settembre 2013

Wall Street nervosa per l'evento dell'anno

Fed e tassi: mercato sconta riduzione di 10 miliardi nell'acquisto di bond. Dow e S&P intorno alla parità. Sale Nasdaq.

NEW YORK (WSI) - È l'evento macroeconomico dell'anno. In attesa della conferenza di Ben Bernanke , attesa per le 20.30 ora italiana, gli investitori non prendono posizioni, con i principali indici della Borsa Usa che registrano una performance intorno alla parità. In avvio di seduta il Dow segna -0,07% a 15.520 punti, il Nasdaq fa +0,76% a 3.746 punti, lo S&P segna +0,07% a 1.705.

Da segnalare che alla vigilia lo S&P 500 è salito a cinque punti di distanza dal record assoluto, testato lo scorso 2 agosto, a quota 1.709,67 punti. Da quando, dalla fine di maggio, Bernanke ha segnalato l'intenzione di ridurre gli acquisti di asset, fino allo scorso 24 giugno, il listino è sceso -5,8% per poi recuperare fino al record di inizio agosto +8,7%. L'indice è di nuovo sceso per risalire di nuovo. 

Oggi il braccio di politica monetaria della Fed deciderà se confermare o meno i tassi di interesse ai minimi storici e il programma straordinario di allentamento monetario. Due analisti su tre si attendono una sforbiciata dell'ordine di 10 miliardi di dollari al piano di acquisto di titoli di stato per 85 miliardi al mese pensato dal Comitato FOMC della Federal Reserve per rilanciare l'economia. 

Malgrado la crescente attesa, innegabile, una misura di questo tipo sembra ormai scontata nei prezzi del mercato americano, come sottolinea a Bloomberg Stephane Ekolo, chief European strategist di Market Securities. "La maggior parte degli investitori scommettono che la Fed ridurra' la portata del piano di acquisto mensile di Treasuries, e che il taglio sara' compreso in una forchetta tra $5 e $15 miliardi".

Anche El-Erian, amministratore delegato di Pimco, ritiene che la Fed inizierà a ridurre la portata del suo programma di allentamento straordinario a partire da questa settimana, tentando al contempo di attutire l'impatto che la decisione avrà sui mercati.

C'è la speranza che il taglio della massiccia iniezione di liquidità, che avviene al momento attraverso l'acquisto di Treasuries e bond legati ai mutui per un valore di $85 miliardi al mese, possa avvenire in modo graduale, e questo per due ragioni; intanto la ripresa economica degli Stati Uniti è ben al di sotto del suo potenziale, come dimostra anche il dato pubblicato in giornata, relativo alle condizioni di salute del mercato edilizio e, soprattutto, l'ultimo dato sull'occupazione Usa ha messo in evidenza una creazione di nuovi posti di lavoro inferiore alle attese, con un tasso di disoccupazione calato sì al 7,3%, ma solo per minore tasso di partecipazione da parte di chi cerca lavoro, sceso al 63,2%, al livello minimo dall'agosto del 1978, dal 63,4% precedente. 

Seconda cosa, le pressioni inflazionistiche sono sotto controllo, come ha dimostrato l'indice dei prezzi al consumo reso noto nella giornata di ieri, salito appena dello 0,1% su base mensile e +1,5% su base annua, decisamente al di sotto rispetto al +2% precedente.

Fanno riflettere in ogni caso le dichiarazioni del miliardario canadese Ned Goodman: "Per me è impossibile pensare che gli Stati Uniti possano risolvere i loro problemi senza stampare ulteriore moneta, così come è impossibile credere che l'Europa sopravviva nella sua attuale forma. Goodman prevede uno scenario caratterizzato da inflazione o stagflazione, con il dollaro destinato a perdere il suo status di valuta di riserva.

Tra i titoli, FedEx in crescita +3% circa dopo che la società ha reso noto di aver riportato utili migliori delle attese, sulla scia del piano adottato per ridurre i costi di $1,7 miliardi.

Adove Systems oltre +5% dopo che il colosso software di strumenti per la grafica ha dichiarato di aver assistito a un balzo dei suoi abbonati +47% nel terzo trimestre fiscale, a una cifra superiore a 1 milione di clienti. 

In ambito valutario, euro -0,07% $1,3347; dollaro/yen -0,20% a JPY 98,91; euro/franco svizzero -0,02% a CHF 1,2364. Euro/yen -0,26% a JPY 132,04. 

Sui mercati delle commodities, i futures petrolio +0,39% a 105,83 dollari al barile; quotazioni oro -0,50% a $1.302,80.

lunedì 16 settembre 2013

Antitrust: conti correnti troppo cari, ecco come si può risparmiare fino a 180 euro

da Soldiweb

Secondo l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato “ci sono spazi per ridurre i costi e risparmiare fino a 180 euro all’anno, ma occorre più informazione ai cittadini”

CONTI CORRENTI COSTOSI - Secondo l’ultima indagine dell’Antitrust, avviata nel 2011 per verificare l’evoluzione dal 2007, sui costi dei depositi bancari, i conti correnti sono ancora troppo cari. “Ci sono spazi per ridurre i costi e risparmiare fino a 180 euro all’anno, ma occorre più informazione ai cittadini”, ha dichiarato Autorità Garante della concorrenza e del mercato. I bonifici possono sfiorare i 7 euro, i prezzi scendono solo per i giovani, la mobilità da una banca all’altra è ancora molto bassa e non decolla il Conto base, quello a basso prezzo.

INTERVENTI NORMATIVI - “Nonostante un’evoluzione più competitiva del settore è ancora bassa la mobilità tra una banca e l’altra, ma anche l’applicazione di condizioni più favorevoli all’interno dello stesso istituto. Sono necessari interventi normativi che favoriscano la conoscenza dei risparmiatori. I prezzi più alti sono nelle banche dove si concentra il 70% dei conti correnti".

CAMBIARE BANCA - Ma gli spazi di margine per ridurre i costi dei conti correnti ci sono, con la possibilità di ottenere risparmi fino a 180 euro. Per esempio grazie al passaggio ad un’altra banca, ma si tratta di spazi che i risparmiatori non riescono a sfruttare, perché privi delle informazioni necessarie che vanno invece rese disponibili da parte delle banche, anche introducendo vincoli normativi e regolatori. Occorre intervenire, secondo l'Antitrust, anche sulle lentezze nella chiusura di un conto per aprirne un altro: per quanto i tempi si siano ridotti, è sufficiente avere una carta di credito o la Viacard per vederli dilatare anche fino a 37 giorni. Vanno infine scissi i legami tra conti correnti e altri prodotti.

GIOVANI, FAMIGLIE E PENSIONATI - Una sostanziale riduzione dei prezzi mediani, relativamente ai conti allo sportello, si è verificata esclusivamente per i giovani (-19%) mentre una discesa meno rilevante si è registrata per le famiglie e i pensionati con operatività minore, rispettivamente -2,8% -3,6%), anche se considerando il valore assoluto dell'Isc, tali diminuzioni non risultano essere di particolare rilievo.

DOVE SALGONO I COSTI - Anche per le restanti tipologie di consumatori i prezzi mediani risultano invariati, infatti le variazione rispetto al 2007 sono inferiori all'1%. Al contrario i costi salgono, soprattutto per alcuni profili, nelle banche di maggiori dimensioni, dove si concentra il 70% dei conti correnti. I prezzi di tenuta e movimentazione di un c/c sono compresi, a seconda del suo utilizzo (quindi in funzione del profilo di correntista) tra un minimo di 53 ad un massimo di 111 euro. L'indagine conferma la convenienza (-30%) dei conti online.

martedì 10 settembre 2013

Gli inciuci credito-politica locale costano 4 miliardi

da: http://www.linkiesta.it/ di Antonio Vanuzzo

«Le banche italiane hanno gli sportelli, le altre i grattacieli», diceva l’allora ministro Giulio Tremonti a ridosso del fallimento di Lehman Brothers, di cui ricorre il quinto anniversario tra pochi giorni. Peccato che l’assioma “pochi derivati tanto credito a famiglie e imprese = solidità patrimoniale” sia stato completamente smentito dai fatti. Banca Marche, Carige, per non citare la solita Mps affossata (-3%) oggi in Piazza Affari dalla richiesta monstre da parte di Bruxelles di innalzare la ricapitalizzazione a servizio dei Monti Bond da 1 a ben 2,5 miliardi di euro. L’imputato è sempre lo stesso: il “groviglio armonioso” tra finanza, business e politica locale, perpetrato anche attraverso le rappresentanze nominate negli organi di vertice delle Fondazioni, spesso azionisti di controllo degli istituti di credito. Aprire il portafoglio generosamente ad amici e amministratori in conflitto d’interessi e vendere derivati composti da mutui accesi da clienti non in grado di ripagarli ha portato al medesimo risultato: servono 3,7 miliardi di risorse fresche da reperire sul mercato, con ritorni tutti da dimostrare.
In Italia, secondo la consueta indagine curata da R&S – Mediobanca e pubblicata a inizio luglio, il debito bancario è pari al 59% del debito pubblico, pari a 19mila euro per ogni cittadino, rispetto ai 17mila della Germania, dove il peso sul debito dello Stato è a 17mila euro. C’è di più: nel biennio 2011-2012, le svalutazioni complessive hanno raggiunto i 78 miliardi di euro, mentre Oltreoceano il complesso degli impairment ha toccato i 10,5 miliardi. Mal comune mezzo gaudio, guardando ai conti disastrati – tenuti ben nascosti – delle Landesbanken, le banche locali tedesche. La causa è sempre la stessa: l’inciucio tra potentati locali e attività bancaria. Così come la conseguenza: l’insufficiente copertura dei crediti dubbi. Risultato? Proprio gli sportelli – simbolo della solidità del business bancario tradizionale post Lehman – sono in vendita per recuperare efficienza nei costi. Peccato che i potenziali compratori non stiano facendo a gara per accaparrarsi gli asset in via di dismissione.
Alcune situazioni sono tragicomiche. Le cronache locali riportano di Franco Gazzani, presidente della Fondazione della Provincia di Macerata (azionista al 22,4% di Banca Marche) che gira armato con una Calibro 38 dopo aver ricevuto alcune telefonate anonime in seguito all’azione di sfiducia proposta contro l’ex management dell’istituto. Nei giorni scorsi, a margine del forum “The European House Ambrosetti”, Francesco Merloni, numero uno di Ariston Thermo – ex azionista eccellente della banca – si è detto disponibile a intervenire a sostegno della banca assieme ad una cordata di imprenditori locali tra cui c’è Diego Della Valle. Un intervento comunque subordinato alla conclusione della gestione provvisoria di Bankitalia, istituita lo scorso 27 agosto e della durata di due mesi, passo solitamente preliminare alla gestione commissariale. Servono in fretta 400 milioni di euro per evitarla, ma ovviamente nessuno metterà un centesimo prima della conclusione della due diligence di via Nazionale. La quale potrebbe innalzare ulteriormente le rettifiche sui crediti, attualmente a 1,5 miliardi di euro.
Gli ulteriori accantonamenti a fronte di nuove rettifiche sono uno degli elementi critici al centro dei rilievi di Bankitalia recapitati al consiglio d’amministrazione e alla Procura di Genova, a cui il management risponderà entro 30 giorni. Allo scorso giugno l’istituto controllato al 47% dalla Fondazione presieduta da Flavio Rapetto, patron del gruppo Elah-Doufour, presentava sofferenze a quota 2,15 miliardi di euro, in crescita a dir poco esponenziale (+44,2%) rispetto allo stesso periodo del 2012. A completare il difficile quadro impieghi in frenata del 5,7% anno su anno a 27 miliardi e raccolta diretta presso la clientela a 26,8 miliardi (-3,8% su giugno 2012). A fine mese si saprà anche l’esito dell’asta per la cessione delle attività assicurative – finora si è interessato il fondo Clessidra – e quello dei rilievi, sempre di Bankitalia, sulla cessione della Sgr. Si corre contro il tempo per ridurre il più possibile l’ammontare della ricapitalizzazione da 800 milioni. E, alla faccia della discontinuità chiesta dalla vigilanza, al vertice dell’istituto, al posto di Berneschi, Rapetto ha designato Cesare Castelbarco, vicino a Mediobanca e a Scelta Civica.
Tornando ai numeri: per 3,7 miliardi di nuovo equity, il complesso dei crediti non più recuperabili di Mps, Carige e Banca Marche è pari a 11,5 miliardi di euro. Esattamente il triplo.



Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/carige-banca-marche-mps#ixzz2eTcPtNIg

lunedì 9 settembre 2013

Mediolanum Riparti Italia


La casa è il bene più importante per ogni persona:
• Investire sulla casa è il migliore investimento che si possa fare
• Un intervento di ristrutturazione ne fa aumentare il valore

Fino al 31 dicembre 2012 lo Stato incentiva:

Fino al 65% per il miglioramento energetico e fino al 50% per la ristrutturazione.
In questo contesto Banca Mediolanum lancia la nuova soluzione "Mutuo di Ristrutturazione Mediolanum  Riparti Italia" a tasso agevolato.
Considerando i tempi ristretti per sfruttare queste agevolazioni Vi invito a contattarmi al più presto. 
Marco De Donno - 327 8278737