lunedì 1 luglio 2013

Ecofin: trovato l'accordo sulle regole in caso di fallimento delle banche

Beda Romano - il sole 24 ore

Bruxelles – Dopo una nuova notte di negoziati, i 27 ministri delle Finanze dell'Unione hanno finalmente trovato un accordo sulle regole da applicare in occasione della ristrutturazione o della liquidazione di una banca in crisi. L'intesa prevede che in un primo tempo azionisti, obbligazionisti e depositanti - non la mano pubblica - siano messi a contribuzione. Il compromesso dà ai governi nazionali una certa flessibilità nell'adottare le norme europee, in modo da adattarsi ai diversi mercati locali.
Secondo l'accordo, gli investitori dovranno subire una perdita dell'8% degli attivi dell'istituto di credito prima che il governo possa intervenire con il denaro pubblico per aiutare una banca in difficoltà. L'uso di un eventuale fondo statale di liquidazione bancaria sarà limitato al 5% degli attivi, mentre l'uso del Meccanismo europeo di stabilità (Esm) sarà possibile solo in precise circostanze. Nel contempo, i governi dovranno creare fondi di liquidazione bancari pari all'0,8% del totale dei depositi garantiti.
L'accordo tra i ministri delle Finanze dell'Unione è stato particolarmente difficile da trovare perché due filosofie molto diverse si sono affrontate in queste settimane. Da un lato, alcuni paesi volevano difendere l'omogeneità del mercato unico, come la Germania o l'Olanda. Dall'altro, alcuni stati membri volevano dotarsi di strumenti adatti alle specificità nazionali, come la Francia o l'Italia o anche la Spagna. La Svezia ha strappato concessioni straordinarie.
Secondo l'intesa, il governo svedese potrà mettere a contribuzione in un primo tempo il 20% degli attivi ponderati per il rischio anziché l'8% degli attivi. Nel contempo, il fondo di liquidazione svedese sarà finanziato dal 3% dei depositi garantiti (e non dell'0,8 % come per gli altri paesi). Alcuni diplomatici sostengono che dietro alla posizione tedesca ci sia stato anche il timore di creare regole troppo lasche che potessero consentire ai paesi in difficoltà di chiedere più rapidamente del necessario l'aiuto dell'Esm.
Si capirà col tempo se l'equilibrio tra regole armonizzate e flessibilità nazionali preserverà la libera concorrenza e il mercato unico. Le regole, che dovranno ora essere approvate dal Parlamento europeo, devono entrare in vigore entro il 2018. L'accordo prevede un ordine nel contributo degli investitori alla liquidazione bancaria: prima gli azionisti, poi gli obbligazionisti meno garantiti, poi quelli più garantiti, i depositi delle grandi imprese e infine i depositi non garantiti di oltre 100mila euro.
Si tratta di un "buon compromesso", ha commentato il ministro dell'Economia italiano Fabrizio Saccomanni che ha partecipato alle trattative. L'accordo "contribuisce a spezzare il circolo vizioso tra rischio sovrano e rischio bancario". E ancora: "Abbiamo costruito un sistema di tutela dei risparmiatori che combina un quadro armonizzato con la flessibilità necessaria a tener conto delle specificità nazionali». I depositi di meno di 100mila euro saranno salvaguardati.
Il ministro delle Finanze olandese e presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha parlato di "cambiamento importante" perché "passeremo dal denaro pubblico, quello dei contribuenti, al denaro del settore finanziario, che sarà chiamato a risolvere i propri problemi". All'inizio dell'anno, Dijsselbloem era stato aspramente criticato per aver spiegato che la ristrutturazione del sistema bancario cipriota, con perdite del settore privato, sarebbe stato un modello per il futuro.

L'accordo raggiunto nella notte, a qualche ora dall'inizio di un nuovo vertice dei capi di stato e di governo dell'Unione, è un aspetto cruciale del tentativo europeo di darsi un assetto comune in campo bancario. Giunge dopo che i 27 hanno deciso di trasferire la vigilanza creditizia dagli stati membri alla Banca centrale europea. Nelle prossime settimane, la Commissione dovrà presentare un progetto di autorità di liquidazione bancaria e regole su uno schema comune di garanzia dei depositi.

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