martedì 24 giugno 2014

Un milione di Pmi rischia con la successione

da repubblica

UNO STUDIO DI BANCA ALBERTINI SYZ LANCIA L’ALLARME : LA METÀ DI QUESTE REALTÀ È DESTINATA A SCOMPARIRE A CAUSA DI UNA MANCATA PROGRAMMAZIONE DEL PASSAGGIO GENERAZIONALE AL TIMONE DELL’IMPRESA DI FAMIGLIA


Milano C’ è un nuovo pericolo all’orizzonte delle imprese familiari italiane: il passaggio generazionale che nei prossimi 10 anni coinvolgerà un milione di Pmi, il 20% del totale. Almeno la metà di esse è infatti destinata a scomparire a causa di una mancata programmazione della successione d’impresa. Le aziende più avvedute sono già corse ai ripari da tempo imponendosi regole ferree per governare la successione. Lo confermano gli oltre 200 “Patti di Famiglia” siglati sotto la regia di Ambrosetti. E lo certificano i nomi che filtrano attraverso la tradizionale cortina di riserbo da quello dei Lunelli (Cantine Ferrari) agli Illy, i re triestini del caffè, senza dimenticare i Monini di Spoleto (Olio Monini). A lanciare l’allarme è un rapporto di Banca Albertini Syz basato su studi della Commissione Europea e sulla loro proiezione a livello nazionale. Secondo queste fonti solo una quota compresa fra il 25% e il 33% delle aziende del vecchio continente manterranno sia la continuità operativa sia la continuità nell’assetto proprietario dopo il passaggio di seconda generazione. Una percentuale che scende fra il 10% e il 15% dopo il passaggio di terza generazione. Insomma, dimenticate il caso di Margherita Agnelli in fiero contrasto con i suoi figli per l’eredità del padre (e nonno) Gianni Agnelli. E lasciate in archivio lo scontro mitologico fra Bernardino Caprotti padre-padrone di Esselunga e i figlioli che hanno cercato invano

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