giovedì 28 aprile 2011

Ai risparmiatori poco informati l'investimento in obbligazioni rende meno.




Carissimi,
questa settimana vi segnalo un articolo molto interessante, tratto da uno studio effettuato dalla Consob e pubblicato sul sito de "il Sole 24 ore", che porta alla nostra attenzione il rendimento (?) di molte obbligazioni bancarie.

Ne riporto di seguito alcuni stralci, quelli che, a mio modesto giudizio, sono i più significativi.


Ai risparmiatori poco informati l'investimento in obbligazioni rende meno, lo studio della Consob

Risparmiatori molto poco informati e banche molto più attente al conto economico che a fornire un vero servizio di consulenza finanziaria al cliente, nonostante la direttiva Mifid sia in vigore ormai da due anni...

... i rendimenti offerti agli investitori istituzionali sono superiori rispetto a quelli offerti agli investitori retail, in media di circa 90 punti base per le obbligazioni a tasso fisso e di circa 100 punti base per le obbligazioni a tasso variabile». In altri termini, un investitore istituzionale spunta un rendimento fino all'1% più elevato rispetto al comune risparmiatore. Quanto ai titoli di Stato, l'indicatore di rendimento a posteriori per le obbligazioni a tasso fisso emesse da banche si è attestato al 3,4%, contro il 4,9% dello stesso indicatore per i BTp. Nel caso delle obbligazioni a tasso variabile il differenziale è più contenuto, ma comunque c'è: 3,0% per le obbligazioni bancarie e 3,5% per i CcT...

... la sensazione è che le banche, nel periodo in esame, siano riuscite ad approviggionarsi con costi contenuti, a spese di risparmiatori molto poco avveduti e non attenti al rapporto tra rischio e rendimenti...

... Gli istituti di credito non prendono rischi elevati
Tra le anomalie la bassissima correlazione tra rischio emittente e rendimenti: tanto che banche con rating A1 offrono in media tassi inferiori a quelle con rating Aa2, ovvero due 'gradini' più in alto...

...Il conflitto d'interessi che è sullo sfondo è stato più volte sollevato.
L'ormai ex presidente della Consob, Lamberto Cardia, nella sua ultima relazione annuale, a fine giugno a Milano, così come è stato più volte sollevato dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. L'aumento esponenziale delle emissioni obbligazionarie delle banche, aveva detto Cardia, «è un fenomeno su cui la Consob pone particolare attenzione, considerato che nei portafogli degli investitori retail si rileva la presenza di obbligazioni in prevalenza illiquide e talvolta più rischiose dei titoli di stato senza che tali rischi siano adeguatamente riflessi nel rendimento offerto». E infatti, solo il 9% (il 30% in controvalore) delle obbligazioni esaminate dagli autori del paper può contare su un mercato liquido. Significa che chi acquista l'altro 91% di bond spesso deve tenerseli fino a scadenza se non è disposto a subire perdite a volte significative.




Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti e, nel caso riteniate importante acquisire maggiore consapevolezza su quanto presente nei vostri portafogli, ad analizzare i vostri dossier titoli in essere presso altri istituti.

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