venerdì 1 aprile 2011

Attenzione all'inflazione

Gentilissimi,
vi allego un semplice, ma estremamente chiaro, commento sul binomio: rendimento e inflazione tratto dal libro “Non bruciare i tuoi soldi” di Albanesi.

Voglio sottolineare come mai come in questo ultimo periodo sia un argomento di attualità.
Particolare attenzione è da porre nel caso deteniate dossier titoli o strumenti obbligazionari.
Se ne avete piacere, girate la presente anche ad amici e parenti.

Resto, come sempre, a disposizone per ogni chiarimento.


Non bruciare i tuoi soldi! 
L'inflazione
Copyright by THEA 2007-2009
L'inflazione è un nemico subdolo, potente, invisibile. Subdolo poiché è sempre in agguato in attesa dei nostri errori, come quello di lasciare i soldi inattivi sul conto corrente. Potente, perché i suoi effetti, dopo alcuni anni, sono devastanti: a un tasso di inflazione al 3% sono sufficienti 12 anni per ridurre di un terzo il potere di acquisto; ne occorrono 23 per dimezzarlo. Invisibile perché la perdita di potere d'acquisto non viene evidenziata dagli organi di informazione. Il grafico che segue aiuta a valutare la perdita di potere di acquisto – su una  somma iniziale di 1.000 Euro - determinata da vari livelli d'inflazione, su una molteplicità di periodi.

















È necessario difendersi dall'inflazione affinché il risparmio sia ciò che ci si aspetta: una traslazione nel tempo della capacità di spesa. Come difendersi? Prima ancora di valutare le virtù anti-inflattive dei vari strumenti di investimento bisogna operare un cambiamento di mentalità e ragionare in termini di rendimenti reali. La misura di rendimento comunemente utilizzata - i rendimenti nominali – va pertanto depurata del tasso di inflazione:
è il rendimento reale, infatti, il vero aumento di ricchezza determinato dall'investimento.
Se, per esempio, un Buono poliennale del Tesoro (Btp) quinquennale offre un rendimento pari al 4%, l'effettiva remunerazione del capitale investito è data in realtà dalla differenza tra il 4% e il tasso di inflazione media dei cinque anni di durata dello strumento, che possiamo ipotizzare pari al 2%. La valutazione degli investimenti, sia ex-ante (prima di investire), sia ex-post (a investimento concluso) deve essere fatta in base al rendimento reale. Con l'inflazione al 2%, un investimento che rende il 2% non mi ha arricchito, mi ha semplicemente consentito di comprare più avanti nel tempo la stessa quantità di beni che avrei potuto acquistare all'inizio dell'investimento.

Per un esempio nel mercato immobiliare si veda l'articolo L'inflazione in Italia.


Riassumendo
Dall'inflazione ci si difende con l'abitudine a ragionare in termini di rendimento reale. Questa abitudine evidenzia la distruzione di ricchezza causata dagli investimenti apparentemente prudenti ma non sufficientemente remunerativi.

Nessun commento:

Posta un commento