Sui mercati finanziari domina la delusione dopo l'annuncio di Bernanke di andare verso la riduzione e il definitivo stop agli stimoli nel 2014. Tokyo cede l'1,7%, listini europei pesanti. Lo spread sale oltre 275 punti base. Si rafforza il dollaro, l'oro ai minimi da oltre due anni
 MILANO - Ore 10.30. Doppio colpo pesante per i listini azionari mondiali, che nel giro di poche ore sono costretti a incassare l'annuncio della Federal Reservedi avviarsi verso lo stop alle misure di stimolo all'economia e poi i dati poco convincenti sull'economia cinese. Ieri il numero uno della Fed, Ben Bernanke, ha spiegato che il cielo sull'economia e sul mercato del lavoro a stelle e strisce si sta rasserenando. Per questo, se come da previsioni si andrà verso un tasso di disoccupazione al 6,5% nel 2014 (attualmente gli Usa sono al 7,6%), potrebbe essere "opportuno" ridurre gli acquisti di Bond (il programma è da 85 miliardi al mese) già alla fine di quest'anno per interromperli a metà 2014. Per il momento, comunque, i tassi restano al minimo storico tra lo 0 e lo 0,25% e la disponibilità a continuare gli acquisti - modulandoli secondo le necessità - è confermata.
MILANO - Ore 10.30. Doppio colpo pesante per i listini azionari mondiali, che nel giro di poche ore sono costretti a incassare l'annuncio della Federal Reservedi avviarsi verso lo stop alle misure di stimolo all'economia e poi i dati poco convincenti sull'economia cinese. Ieri il numero uno della Fed, Ben Bernanke, ha spiegato che il cielo sull'economia e sul mercato del lavoro a stelle e strisce si sta rasserenando. Per questo, se come da previsioni si andrà verso un tasso di disoccupazione al 6,5% nel 2014 (attualmente gli Usa sono al 7,6%), potrebbe essere "opportuno" ridurre gli acquisti di Bond (il programma è da 85 miliardi al mese) già alla fine di quest'anno per interromperli a metà 2014. Per il momento, comunque, i tassi restano al minimo storico tra lo 0 e lo 0,25% e la disponibilità a continuare gli acquisti - modulandoli secondo le necessità - è confermata.Dall'altra parte del Pacifico, in Cina, arrivano segnali preoccupanti sull'espansione economica. L'indice Pmi manifatturiero dell'ex Celeste Impero - le previsioni dei responsabili degli acquisti, che anticipano il clima economico - è sceso ai minimi da 9 mesi a giugno. La rilevazione
Anche in Europa la giornata dei mercati è all'insegna delle vendite. Piazza Affari contiene le perdite al -1,2%, facendo meglio delle altre. Londra retrocede infatti dell'1,85%, Francoforte del 2,3% e Parigi del 2%. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi, dopo un'iniziale stabilità, si allarga a 278 punti base; il rendimento dei titoli decennali italiani supera il 4,4% sul mercato secondario. Tra i singoli titoli milanesi si segnala Rcs, in controtendenza dopo la cessione dei periodici e con Diego Della Valle pronto a diventare primo socio al posto di Giuseppe Rotelli nell'aumento di capitale.
Le previsioni sulla ripresa economica americana portano l'euro sotto quota 1,33 dollari e il biglietto verde si rafforza. La moneta europea passa di mano a 1,3221 dollari, il cambio con lo yen è a 129,65. Non ha influenze sui mercati il fatto che l'indice Pmi composito della produzione della zona euro sia salito a 48,9 in giugno (47,7 a maggio), il valore massimo su 15 mesi. In Italia, invece, la produzione e gli ordinativi dell'industria sono migliorati ad aprile grazie all'estero. In Germania, infine, l'indice dei prezzi alla produzione è calato oltre le attese a maggio: -0,3% mensile e +0,2% annuo.
Molto attesi, nel pomeriggio, i dati sui sussidi per la disoccupazione americani, accompagnati dalla vendita di case esistenti, dal superindice dell'economia e dall'attività aziendale della Fed di Philadelphia. Ieri Wall Street, dopo il discorso di Bernanke, ha chiuso in netto calo: il Dow Jones ha lasciato sul terreno l'1,35% e il Nasdaq l'1,12%. Sul fronte delle materie prime, l'oro è in forte calo. Lo spot cede quasi cinque punti percentuali e scende verso 1.310 dollari l'oncia, ai minimi da oltre due anni. Tensioni anche sul prezzo del petrolio, in particolare dopo i dati negativi sull'attività manifatturiera cinese: il greggio Wti perde due punti percentuali e si porta in area 96 dollari al barile.
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