venerdì 20 settembre 2013

Tassi, non raggiungeranno i livelli degli anni '80

da advisor professional

"L'idea che i mercati obbligazionari stiano entrando in un trentennio caratterizzato da scarse performance è semplicemente ridicola". Nel suo ultimo approfondimento sui mercati, Chris Iggo, CIO Fixed Income di AXA Investment Managers, lo afferma in modo molto chiaro: i tassi cresceranno, ma non per questo ritorneranno ai livelli degli anni '80. "Come ho affermato in numerose occasioni -continua l'esperto di AXA IM- i ritorni dell'investimento obbligazionario non saranno quelli visti nel 2011 e nel 2012, ma non bisogna dimenticare la particolarità di questo biennio, dove le preoccupazioni sull'andamento dell'economia e le politiche monetarie straordinarie hanno spinto i rendimenti dei governativi core ai minimi storici". 
 
Piuttosto, afferma Iggo, "ci avviamo verso un periodo di normalizzazione dei tassi d'interesse", dove "una delle dinamiche chiave sarà l'aumento dei tassi d'interesse reali" -i tassi d'interesse al netto dell'inflazione.
L'aumento dei tassi reali, spiega il CIO di AXA IM, si deve alle stabilità del tasso d'inflazione e all'aumento dei tassi d'interesse nominali, seguito al miglioramento dello scenario economico e alla prossima interruzione delle politiche straordinarie delle banche centrali. 
 
Secondo Iggo, uno scenario di tassi reali più elevati e inflazione stabile è da considerarsiuna buna notizia per il reddito fisso: "I livelli d'ingresso sono più attraenti così come il ritorno dell'investimento al netto dell'inflazione". Inoltre, "una maggior crescita dell'economia favorisce in modo particolare i segmenti corporate con gli spread più elevati" e, dunque, più attraenti per gli investitori.
 
Il processo di aumento dei tassi, conclude il "guru" di AXA IM, non è certamente concluso. "Basti pensare che, negli Stati Uniti, il tasso d'interesse reale di lungo termine si trova attualmente all'1%, contro una media storica del 2%". Meglio quindi privilegiare i titoli con duration più breve (quelli meno sensibili alle variazioni dei tassi d'interesse) e i prodotti a spread (quelli più sensibili al miglioramento del ciclo economico). In particolare le obbligazioni high yield
 

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