giovedì 28 giugno 2012

Confindustria lancia l'allarme: «Crisi come guerra, colpite parti vitali del Paese»


corriere.it

Tagliate le stime del pil: per il 2012 al -2,4% (dal -1,6%). Un milione e mezzo di posti lavoro persi a fine 2013

L'immagine metaforicamente rende l'idea. Lo stravolgimento epocale post Lehman Brothers assomiglia a uno scenario economico da ricostruzione post conflitto bellico. Ecco perché - anche «se non siamo in guerra» - i «danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto e a essere colpite sono state le parti più vitali e preziose del sistema Italia», rileva il centro studi di Confindustria. Settori trainanti come il tessile e il manifatturiero, soprattutto l'automotive, ma anche la farmaceutica e i settori di nicchia del made in Italy come l'arredamento e il design, l'alta moda, funzionano se puntano sulla domanda estera, soffrono drammaticamente se intercettano i consumi domestici.
ABISSO PIL - «Siamo nell'abisso», dichiara senza mezze misure il capoeconomista di Confindustria, Luca Paolazzi, illustrando le stime di via dell'Astronomia sul Pil tagliate rispetto alle precedenti previsioni: per il 2012 al -2,4% (dal -1,6%); per il 2013 al -0,3% (dal +0,6%). La recessione è «più intensa», la ripresa è ora attesa «dalla seconda metà del 2013».
DISOCCUPAZIONE - Il 2013 si chiuderà con un milione e 482mila posti di lavoro in meno dal 2008, inizio crisi (in termini di unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) era -1 milione e 276mila a inizio 2012. La disoccupazione salirà al 10,9% a fine 2012 e toccherà il record del 12,4% nel quarto trimestre 2013 (13,5% con la Cig).
LA CRISI DELL'EURO - L'esito del Consiglio europeo di giovedì e venerdì - aggiunge lo studio di Confindustria - «è cruciale» per il futuro. Occorrono misure «per fermare e invertire la "disunione" creditizia da tempo in atto e che sta provocando un violento credit crunch proprio nei paesi maggiormente impegnati nello sforzo dei conti pubblici». Secondo Viale dell'Astronomia «è indispensabile cambiare strategia, mantenendo la barra dritta sul risanamento con misure strutturali che agiscano nel tempo e non impediscano di sostenere nell'immediato la domanda».
IL FISCO - La pressione fiscale effettiva - per effetto delle politiche di stabilizzazione del debito e i piani di rientro per rispondere alle tensioni sui debiti sovrani - «toccherà il 54,6% del Pil» nel 2013. Stima che «include l'aumento dell'Iva pronto a scattare dal 1 ottobre prossimo».
IL PIOMBO - La burocrazia è l'altro tema rilevante, su cui le elaborazioni della maggiore associazione datoriale del Paese pongono la loro attenzione:«Liberare l'Italia dal piombo della burocrazia è la via maestra per riportare il Paese su un alto sentiero di sviluppo», scrive Confindustria. Secondo le stime degli economisti di via dell'Astronomia «una diminuzione dell'1% dell'inefficienza della pubblica amministrazione è associata ad un incremento dello 0,9% del livello del Pil pro-capite». Per Confindustria «la rivoluzione del modo di operare della pubblica amministrazione è vitale per il rilancio dell'economia e per il percorso riformista del Paese».
LA CORRUZIONE - Tesi confermata anche dal procuratore generale presso la Corte dei Conti, Salvatore Nottola, nel giudizio sul Rendiconto generale dello Stato che punta il dito anche contro l'evasione e la corruzione: «L'interesse per il fenomeno corruttivo - ha aggiunto il procuratore - è dato dagli ingiusti costi che esso provoca all'economia e dalla necessità di individuazione dei possibili rimedi sia per la prevenzione, sia per la reintegrazione del patrimonio. I costi immediati o diretti, costituiti dall'incremento della spesa dell'intervento pubblico: c'è una lievitazione straordinaria che colpisce i costi delle grandi opere, calcolata intorno al 40 per cento».
Fabio Savelli28 giugno 2012 | 12:42

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