martedì 12 giugno 2012

Lagarde: "Meno di tre mesi" per salvare l'euro

di: WSI-TMNews-Agi
Il direttore del Fondo monetario internazionale (Fmi), in un'intervista a Christiane Amanpour della Cnn, risponde a George Soros. Non ha tuttavia voluto fare previsioni su una possibile uscita della Grecia dall'Eurozona.


Roma - Sono rimasti "meno di tre mesi" di tempo per salvare l'euro: è quanto ha detto Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario internazionale (Fmi), in una intervista a Christiane Amanpour, celebre giornalista della Cnn.

Con queste parole Lagarde ha risposto a George Soros, il finanziere americano di origine ungherese che nel 1992 guadagno' oltre un miliardo di dollari speculando sulla sterlina, per il quale "le autorità europee hanno un margine di tre mesi per correggere i propri errori e invertire l'attuale inerzia".

Nell'intervista Lagarde non ha voluto fare previsioni su una possibile uscita della Grecia dall'Eurozona. "Sarà una questione di determinazione politica", ha detto.

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Trento, 2 giugno - Le autorita' Ue hanno tre mesi di tempo per assumersi la responsabilita' della crisi e invertire la tendenza, prima che sia troppo tardi. Lo ha sottolineato il finanziere George Soros, ospite del Festival dell'Economia di Trento.

"La responsabilita' della crisi e' in primo luogo della politica, non dei mercati finanziari - ha detto Soros - la salvezza dell'Europa passa dunque necessariamente per una piu' piena assunzione di responsabilita' politica, in particolare da parte della Germania".

Ma, secondo il magnate, "abbiamo solo tre mesi per farlo, prima che la situazione precipiti; la dinamica che si e' creata mette a rischio la stessa esistenza dell'Unione. Questa e' quella che io chiamo la 'bolla politica' della crisi".

"I paesi creditori dell'Unione europea, Germania in testa - ha proseguito Soros - hanno costruito un sistema bacato, e ne stanno scaricando i costi sulle 'periferie', Grecia in testa".

Ad avviso dell'esperto di finanza e filantropo internazionale, "la Germania ha accresciuto la propria competitivita' mentre altri paesi, grazie alla facilita' di accesso al credito, sono diventati meno competitivi e dal 2008 in poi hanno accresciuto il proprio disavanzo".

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