lunedì 19 novembre 2012

Argentina nuovamente allo sfascio. Da non sottovalutare.

Per alcuni risparmiatori tornare a parlare di default Argentina sarà come tirare fuori dall’armadio dei vecchi scheletri, dei brutti ricordi che vengono da una triste esperienza passata. Uno dei peggiori default che si sono dovuti subire i risparmiatori italiani, proprio nel periodo dove anche altre aziende (tra cui ricordiamo Parmalat e Cirio, tanto per dire alcuni noti nomi italici) sono saltate in Italia e nel mondo. Come dimenticare i disastri di Enron e Worldcom?
Dopo tanti mesi dalla ristrutturazione debito, e dopo diverse cedole normalmente pagate, ecco che sul paese del Sud America tornano ad addensarsi brutti nuvoloni. Anche perché proprio in questi giorni l’Argentina si ritrova a dover rispondere ad istanza di un grosso gestore di hedge fund, tale Singer il quale, non avendo aderito alla truffa della ristrutturazione, ora potrebbe aver diritto ad un mega risarcimento (occhio quindi, chi non ha aderito potrebbe avere delle interessanti sorprese).
Guardate questo articolo.
Yesterday, Argentina filed for a re-hearing of its arguments against hedge fund manager Paul Singer and other investors in its sovereign debt that neglected to restructure their debt in 2005 and 2010 (exchange bondholders).
Officially, their filing is called a “petition for panel rehearing and rehearing en banc.”
This spat has been going on for years (Singer and co. bought the debt in 2001) and it’s just now coming to a head since New York Judge Thomas Griese ruled that Argentina would have to starting paying exchange bondholders in December.
That could mean a whopping $3 billion payment next month to them, investors who restructured aside.
Singer himself his owed $1.3 billion. (Source)
Il tutto viene a crearsi in un momento non certo felicissimo per lo stato argentino.
Conti Pubblici Argentina: out of control!

Secondo alcune fonti istituzionali, sembra proprio che i conti pubblici argentini siano in forte deterioramento. Crolla il gettito fiscale e di conseguenza frenano i sussidi del governo a favore della popolazione che torna in piazza. Alcune voci in arrivo da Buenos Aires (conoscenze personali) mi dicono che è nuovamente molto difficile convertire i Peso Argentini con i Dollari USA.
E per completare l’opera, il governo argentino, famoso per la sua capacità di depauperare risorse, sta prosciugando tutto quello che può, pescando da tutte le casse a disposizione, comprese quelle della previdenza e probabilmente anche quella sanitaria.
Siamo nuovamente alla stregua del Far West? A dire il vero si. Infatti il governo, per agevolare il mercato del credito e le banche, ha avuto l’ottima idea (si fa per dire) di allargare i cordoni e, in barba a qualsiasi stress test, ha allentato persino i requisiti patrimoniali, esattamente il contrario di quanto facciano ad esempio le istituzioni Europee o Americane (a proposito, un plauso alla Napoleoni che ho letto essere convinta che il modello da seguire per sistemare il debito italiano sia proprio il modello argentino: è anche vero che se andiamo avanti così, rischiamo di finire nella melma, però da qui a dire che l’Argentina sia un benchmark per i paesi oberrati dal debito ce ne vuole).
Ve la devo dire in modo molto semplice?
Pronti: dopo la ristrutturazione e l’apparente ripartenza, l’Argentina torna a navigare in acque burrascose. Sia per la causa sui bond non ristrutturati e sia per le sue questioni interne.

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