giovedì 1 novembre 2012

Debito Usa: un'impennata esponenziale


WSI
Non puo' continuare a salire all'infinito. Ma il governo ha i mezzi per fermarlo in considerazione dell'incognita della scadenza degli sgravi fiscali e aumento costi previdenziali per le famiglie? Per i privati deleveraging in atto.

New York - Il rialzo monstre del debito lordo federale Usa dal 1940 a oggi non puo' continuare all'infinito. 

Mentre il settore privato e' intento a ridurre i livelli di indebitamento, nell'ambito di una fase generale di deleveraging, il debito dello stato sta continuando a salire. 

Ma il governo ha i mezzi per frenare l'avanzata esponenziale - evidente nel grafico in allegato - del passivo pubblico? 

Come segnala JP Morgan Asset Management, da come stanno le cose al momento un disavanzo inferiore al 4% è raggiungibile addirittura il prossimo anno. Secondo la legislazione attuale, il 31 dicembre tutti gli sgravi fiscali dell'amministrazione Bush giungeranno a scadenza. Tutti.

Cio' significherebbe - si legge nel report della banca Usa - "che l'aliquota fiscale massima per un reddito ordinari salirebbe dal 35% al 39,6%, la tassa sui
dividendi aumenterebbe dal 15% al 39,6%, l'imposta sulle plusvalenze di lungo termine passerebbe dal 15% al 20% e l'imposta patrimoniale crescerebbe dal 35% al 55%(mentre il limite per l'esenzione scenderebbe da oltre cinque milioni a poco più di un milione di dollari)".

Inoltre giungera' a scadenza lo sgravio fiscale del 2% per i lavoratori dipendenti ed entreranno in vigore l'aumento dello 0,9% dell'imposta Medicare per le famiglie con redditi più alti e, sempre per queste famiglie, l'ampliamento della base imponibile Medicare con l'inclusione del reddito da investimenti.

Infine scadra' anche il programma di estensione dei sussidi di disoccupazione giungerà a scadenza, mentre entreranno in vigore le due manovre di riduzione della spesa voluttuaria approvate nell'agosto 2011: prima verranno introdotti i limiti massimi di spesa voluttuaria per il prossimo decennio e poi la spesa verrà ulteriormente tagliata a causa della mancata definizione di un piano di riduzione del disavanzo alternativo da parte del cosiddetto "super comitato".

Teoricamente, dicono gli analisti, "se tutte queste correzioni venissero implementate, il disavanzo si ridurrebbe significativamente. In pratica, ciò spingerebbe probabilmente di nuovo l'economia in recessione, poiché la diminuzione dei redditi netti indurrebbe i consumatori a tagliare le spese, il mercato azionario si indebolirebbe a causa delle maggiori imposte sui dividendi e sulle plusvalenze e la riduzione della spesa pubblica farebbe aumentare gli esuberi in tutti i settori dell'economia.

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